Ed eccoci al consueto appuntamento con i commenti al libro letto in condivisa nel gruppo Facebook Thriller storici e dintorni.
A settembre siamo stati in compagnia della famiglia Parlante, protagonista del romanzo storico di Raffaello Mastrolonardo “Gente del sud”.
Se ancora non avete letto il libro o volete confrontare il vostro parere, ecco i commenti dei lettori TSD!
Trama
Agosto 1895, è tornato il colera. Romualdo Parlante, medico spaventato dalla virulenza del male, impone a sua moglie Palma, incinta del quarto figlio, di tornare immediatamente con gli altri bambini, nel loro paese d’origine in Puglia, dove troveranno rifugio in casa dei genitori di lui: Bastiano e Checchina. È così che la luce della letteratura si accende sulla famiglia Parlante, protagonista di questo romanzo fluviale, che grazie all’intraprendenza del patriarca Bastiano sta emergendo dall’oscurità della storia, ritagliandosi un posto sul piccolo, assolato e povero palcoscenico di quella terra insieme dura e ricca che è la Puglia. La storia degli uomini e delle donne della famiglia: Aniello, Costanzo e soprattutto Cipriano, il bambino che Palma portava in grembo fuggendo da Napoli, Vincenzina, Gelica, Reginella… La storia dei Parlante s’intreccia con quella tumultuosa dell’Italia: gli anni Dieci del ‘900; l’avventura coloniale e la prima guerra mondiale, in cui i giovani maschi della famiglia si gettano con slancio; gli anni dei primi, duri scontri sociali e poi l’avvento del fascismo; l’apertura al nuovo e le avvisaglie della modernità; la tragedia della seconda guerra mondiale e la fine di un mondo; poi la ricostruzione e il boom economico; i giorni nostri: un secolo intero carico di novità, sfide e drammi che i Parlante affronteranno sempre con coraggio, determinazione, ambizione. Frutto di anni di lavoro, Gente del Sud racconta le molte incarnazioni che l’amore assume nella vita: l’amore appassionato, capace di superare ogni ostacolo e convenzione, l’amore per la propria sposa o il proprio sposo, per i figli, per la propria terra, per la «roba», per il proprio Paese e le proprie idee. La celebrazione di una terra difficile e bellissima, la Puglia.
Emilia Milucci Guido
Una lettura coinvolgente, da cui è difficile “uscire”, perché è un po’ come allontanarsi da qualcosa che ci appartiene, che fa parte, in qualche misura, più o meno direttamente, della storia di ciascuno di noi. I protagonisti, la famiglia Parlante, vivono e fanno vivere le contraddizioni, i problemi, i valori, i drammi e le speranze degli Italiani da fine ottocento ai giorni nostri. Nelle loro vicende ritroviamo esperienze che hanno vissuto i nostri genitori, nonni e bisnonni (dalle guerre mondiali, all’emigrazione, dalla società patriarcale e contadina, alla modernità…) C’è una frase verso la fine del romanzo che riassume, a mio parere, il valore di quest’opera: “…un libro, anzi il libro (perché ce n’è uno solo nella vita di ogni scrittore) si scrive per sé non per gli altri…” Ecco, penso proprio che questo sia “il” libro che un autore spera di riuscire a scrivere, un romanzo che può ben figurare accanto ai grandi classici della letteratura italiana, tra i Malavoglia e il Gattopardo.(E, naturalmente, la condivisa ha permesso di notare e approfondire aspetti interessanti e curiosi, che “in solitaria” rischiano di sfuggire, confermandosi un valore aggiunto nella lettura)
Daniele Chiari
Splendida saga familiare, scritta magistralmente, scorrevole e coinvolgente, come se fosse un po’ la storia di tutti noi.C’è di tutto, valori, sentimenti, storia, leggende, racconti di terribile miseria e forza di volontà, nascite, lutti, invidie, cattiveria, ma anche e soprattutto tanta tanta umanità.Personaggi ben descritti con cui è facile identificarsi, che restano impressi ben oltre la fine della lettura. Sicuramente uno dei libri più belli letti negli ultimi anni, raccomandatissimo.
Matteo Palli
un ottimo romanzo, scorrevole e avvincente. Lo spessore dei personaggi e l’ottima ricostruzione storica sono i grandi pregi di un libro che, se fossi un professore, farei leggere ai miei studenti. Adoro questo modo di raccontare la STORIA (volutamente a caratteri maiuscoli) attraverso le vicende di personaggi comuni. Non ci sono forzature, tutto scorre nella naturalezza. Una bellissima saga familiare che racconta virtù e difetti del nostro paese osservati dal basso come solo i grandi classici hanno saputo fare.
Paola Marchese
Non sono riuscita a entrare in empatia con i personaggi. Forse sono fuori dalla mia portata mentale, forse magari c’è qualcosa che mi ha “disturbato”, ma non ho amato particolarmente nessuno e non sono riuscita a compenetrarmi, pur non mettendo assolutamente in dubbio che siano delineati con maestria e che abbiano un loro spessore e, soprattutto, che ricalchino con fedeltà le vicende dei personaggi comuni dell’epoca trattata. Pertanto la vicenda narrata non mi ha appassionato più di tanto e ne è scaturita una lettura abbastanza lenta, pesante, non avvincente. Di contro ho apprezzato veramente tantissimo la parte “storica”, a dispetto dell’avvertenza iniziale dello stesso autore. Credo che si possa annoverare tranquillamente tra i romanzi storici meglio scritti negli ultimi tempi, sia per la evidente padronanza dell’argomento trattato, sia per lo stile di scrittura. Infatti la parte che ho scorso con più velocità e che mi ha appassionato di più è stata quella relativa alla Grande Guerra, di notevole impatto. Inoltre devo dare atto all’autore che non ho mai, e dico mai, visto trattare la storia del nostro paese in maniera tanto equa e imparziale. Affidando a ognuno dei proprio personaggi un pensiero diverso, è riuscito a non cadere nell’errore di trattare la storia e la politica in maniera parziale e ha definito un’analisi lucida e veramente notevole delle vicende del ‘900 come non leggevo da tempo. Nel complesso il mio giudizio è positivo.
Laura Pitzalis
Uno dei libri che mi è piaciuto in assoluto, che mi ha emozionato e coinvolto moltissimo. 784 pagine che ho letto con avidità e curiosità ma senza divorarlo, perché questo romanzo va assaporato parola per parola, capitolo per capitolo fino ad arrivare all’epilogo. Mastrolonardo riesce a coinvolgermi all’interno delle situazioni che man mano vengono a crearsi nella trama e mi cattura. Leggendolo mi pare di sentire mio padre che mi racconta la storia della nostra famiglia, della guerra, delle difficoltà ma anche delle gioie, delle paure e dei dolori ma anche dell’ostinazione ad andare avanti, a seguire i propri ideali, a rialzarsi dopo la caduta per arrivare a quello che oggi, noi, siamo. E lo faceva intercalando espressioni dialettali, aneddoti, ricordi e con una punta di sarcasmo e molta ironia.Tutto questo l’ho trovato leggendo questo romanzo, un lungo viaggio nel tempo che segue la famiglia Parlante dalla fine dell’ottocento fino agli anni ’70. Una famiglia messa alla prova da gioie e dolori, superstizioni, ma anche da inaspettati miracoli. Una generazione che man mano che scorre il tempo si ramifica in un ripetersi di nomi e situazioni, una generazione destinata a grandi avventure: infinite guerre civili, amori furtivi, odi laceranti, manie parossistiche e passioni cocenti. Un romanzo di una profondità straordinaria dove in ogni pagina, in ogni evento è sempre percepibile un messaggio, un messaggio d’amore: amore per la famiglia, amore per la “terra”, amore per i propri ideali, amore per la Patria, amore per quello che, con sacrificio e sofferenza, si è costruito. “Gente del sud” mi ha ricordato vagamente “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez. E, chiedendo scusa a Baricco, vorrei fare mia, per il romanzo di Mastrolonardo, una sua citazione riguardo al capolavoro di Márquez: “Ho scoperto, leggendolo, che i sentimenti possono essere repentini, le passioni devastanti, le donne infinite; che gli odori non sono dei nemici, le illusioni non sono degli errori, e il tempo, se esiste, non è lineare”. Straordinario.
Angela D’Albis
Prima che lo proponesse il gruppo “Thriller storici e dintorni” come lettura condivisa del mese di settembre, l’avevo trovato per caso in biblioteca e l’avevo letto tutto d’un fiato. Ora l’ho riletto e devo dire che il piacere è stato lo stesso. Questo romanzo è stato una continua sorpresa, le frasi in dialetto mi hanno divertita molto (sono pugliese, e quindi mi è stato facilissimo capirle). La saga della famiglia Parlante è appassionante. I suoi componenti entrano nel cuore, perché sono uomini e donne con personalità forti e ben definite, i cui sentimenti sono universali: l’amore per la famiglia, la voglia di affermarsi, la lotta per la sopravvivenza, i sogni della giovinezza, l’entusiasmo, l’orgoglio, la disillusione. Le vicende private di questi personaggi attraversano la Storia dell’Italia dalla fine dell’800 ai giorni nostri, meravigliosamente narrata dall’ autore che ci porta anche a conoscere la Puglia, terra bellissima e dura, in un viaggio meraviglioso. Un romanzo storico poco reclamizzato e conosciuto, ma assolutamente da leggere! Lo consiglio, non solo da pugliese!
Matilde Titone
Dai Borbone ai Savoia, dal Regno delle due Sicilie all’unità d’Italia i contadini del Sud non mutano la loro condizione, infima era la loro vita e infima rimane nel nuovo Regno. È la storia narrata dal Gattopardo capovolta nel punto di vista. Qui è vista dal basso, dalla famiglia Parlante che dalla condizione di braccianti si è evoluta verso quella di proprietari terrieri, piccoli proprietari, con papanonno prima con Cipriano poi. La gente del sud è legata alla terra, è la terra che rende ricchi, anche quella aspra dura pietrosa come quella del Morrone. Cipriano però pensa in grande e porta verso altri lidi la sua grande famiglia/clan. Mi sono sentita dentro quella famiglia, mi sono seduta a pranzo con loro a quel grande tavolo apparecchiato per il pranzo della domenica, sono stata al Morrone con Angiolino, sono entrata nella grotta dai graffiti primitivi. Sono stata con Cipriano nelle trincee italiane in quella guerra logorante contro gli austriaci fatta di attese infinite tra le freddissime montagne del Carso. La più attenta descrizione della Grande guerra che io abbia mai letto dopo “niente di nuovo dal fronte occidentale”. E così scorre la Storia passa da casa Parlante e da Basignano, con la stabilità apparente data dal fascismo, e la rovinosa guerra civile con la fine di quell’illusione, fino alla cacciata dei Savoia, il voto alle donne e la gran confusione della democrazia. Io ero lì nella grande casa di Quarto del Palo, con Cipriano Gelica e i figli e con Quelli dell’altraparte… Quando tutto è finito mi è rimasto un vuoto… Cerco ancora Palma e vedo ancora la tristezza dell’emigrazione al nord, dove i migranti erano considerati brutti sporchi e cattivi, ma vedo anche un’Italia che cresce che diventa forte che esporta i suoi prodotti unici nel mondo. È un gran bel libro, scritto nello stile semplice ma arguto dei suoi personaggi, che danno voce a più pareri a più visioni della storia e fanno venir voglia di andare a verificare a cercare di capire. Le sorelle Porro fanno parte di una storia dimenticata o volutamente cancellata, i contadini di Sannicandro sono una piccola chicca che credo nessuno sappia o ricordi. Il passato che resta sempre, come la terra, quella terra che era, è e sarà la sola stabile certezza dell’umana precarietà. Non lo metto con i Malavoglia o il Gattopardo ma ritengo sia un bel Romanzo da leggere e tenere nella propria biblioteca, sopratutto per chi come me viene dal Sud e ha avuto una nonna repubblicana sotto i Savoia e un padre fascista pentito dopo le leggi razziali, che voleva partire per la guerra da volontario di 17 anni e sua madre, la nonna, avversa al duce lo minacciò con un revolver dicendo:io ti ho messo al mondo e io ti tolgo dal mondo prima che possa farlo un fesso qualsiasi. A casa mia è storia. Bello, bravissimo Mastrolonardo a descrivere, scevro da pregiudizi, la storia della Gente del Sud.
Maria Marques
Un racconto corale a più voci che svela le vicende di una famiglia pugliese, patriarcale e numerosa. E’ la fine dell’ottocento quando a Napoli scoppia il colera e il medico, Romualdo Parlante, obbliga la moglie incinta a raggiungere il suo paese natio, Balsignano, con gli altri tre figli e, a rifugiarsi in casa dei suoi genitori, Bastiano e Checchina. Da quest’inizio, che devo confessare non mi aveva molto appassionato, il romanzo prende corpo accompagnando le storie dei membri della famiglia con quella dell’Italia, sino ad arrivare ai giorni attuali. La Grande Guerra, le prime lotte sociali, l’ascesa del fascismo, la seconda guerra mondiale, la trasformazione progressiva di un paese da contadino a industriale, con il conseguente abbandono delle campagne, il boom economico, tutto viene vissuto dai membri della famiglia Parlante, divisi per ideologie, sentimenti ma accomunati tutti dall’amore per la terra. Personaggi tutti che riescono a emergere dalle pagine perfettamente delineati, cui è facile affezionarsi: Bastiano, Checchina, Aniello, Angiolino, Gelica e i molti altri che in modo più forte o più flebile narrano la loro vicenda umana . Tra tutti, emerge per intraprendenza e intelligenza Cipriano, figlio del nuovo secolo ed erede naturale del vecchio patriarca Bastiano. Sarà Cipriano il filo conduttore ,il personaggio chiave di tutta la narrazione, il perno intorno al quale volente e nolente tutti ruoteranno, in una alternanza di sentimenti che vanno dall’amore della moglie ai contrasti, alcuni sanabili , altri non con i fratelli e poi i figli. Un romanzo storico che appassiona e che coinvolge il lettore presentando personaggi che riescono a collocarsi al di là del tempo, ammantati di dignità e che riescono persino a riscattarsi in qualche modo dalle loro manchevolezze. Un libro che, nonostante sia corposo, si legge rapidamente e avidamente, complice uno stile lineare e semplice che riesce a trasportare il lettore dentro la storia e le storie di una famiglia,di un paese in cui ,in alcuni casi , è facile ritrovare un pezzetto della nostra storia.
Eliana Corrado
Avevo da tempo in animo di leggere questo libro, più volte consigliatomi e di cui avevo sentito parlare solo bene. Per questo ho accolto con ancor più piacere ed entusiasmo questa scelta per la condivisa. Difficile riassumere un libro come “Gente del sud” di R. Mastrolonardo: una saga familiare nel vero senso della parola che dalla fine dell’Ottocento arriva fin quasi ai giorni nostri, passando e soffermandosi sugli eventi più importanti avvenuti in poco meno di un secolo, soprattutto le due guerre mondiali, con tutti i cambiamenti che si sono verificati. Una storia che evolve, come evolvono le persone-personaggi del libro; si assiste al cambio di valori, di mentalità, di educazione dal capostipite Sebastiano, per tutti Papanonno, a uno dei suoi figli Romualdo, e al figlio di costui, Cipriano. Ma la famiglia Parlante ha radici profonde nella terra di Puglia, dove ha origine, e sviluppa rami ben intrecciati in diverse direzioni; ci sono i fratelli e le sorelle di Romualdo, con i rispettivi mariti e figli, e lo stesso avverrà per Cipriano. È su Cipriano, e il suo amico fraterno Angiolino, che la storia si concentra di più. Fanno la guerra, la prima, al fronte, diventano inseparabili, l’uno al contempo ombra e luce dell’altro. Saranno complici, lavoratori, di terra e di azienda. Cipriano ha una lungimiranza e una forza e doti imprenditoriali e manageriali che solo una notevole forza e voglia di riscatto possono dare; ma pur se costruirà un impero economico gli rimarrà sempre in testa il pensiero che la ricchezza parte dalla terra, non dal denaro, si ancora al terreno come se fosse la Roba di verghiana memoria. E molti sono, secondo me, gli echi del verismo e delle opere di Verga. Emergono sulla pagina tutti i sentimenti che che delle persone “normali”, umili, possono aver provato un periodo storico così importante. Le figure femminili vengono fuori poco a poco, ciascuna con la sua importanza e il suo peso, la sua dote di passato e la sua impronta nel futuro; ma solo una, a mio avviso, avrà in parte la capacità di affacciarsi davvero al futuro e scrollarsi, seppure a caro prezzo, il passato con tutti i suoi tabù, i pregiudizi, le violenze e le “barbarie” di un tempo non più percorribile.Un romanzo storico a tutti gli effetti, corposo (ed è giusto che sia così dato l’arco temporale parecchio ampio che abbraccia), ma è molto molto scorrevole e a mio parere non c’è niente di troppo, niente che avrei snellito o evitato di raccontare (e leggere). Splendide le foto riprodotte alla fine del libro che, se possibile, danno ancora più concretezza astorie, perosnaggi e fatti cui già la sola scrittura aveva dato spessore.
Anna Maria Viola
Il mio è un parere più che favorevole. La lettura è molto scorrevole e non annoia mai. I personaggi sono molto vari ma io mi sono affezionata a Cipriano e Angiolino. Un libro che cattura.
Jessica Pennini
Avevo già in mente da tempo di leggere questo libro e finalmente ne ho avuto l’occasione. È una saga familiare stupenda, scritta benissimo e molto coinvolgente. Mi ha molto appassionata sin da subito. In questo libro non manca nulla, Storia, sentimenti, le vicende della famiglia, tutto è ben amalgamato. Ho amato molto sia l’ambientazione sia i personaggi, che mi sono rimasti impressi già dalle prime pagine e anche dopo aver terminato il libro.
Roberto Orsi
Una saga famigliare che rimane nel cuore. Impossibile non affezionarsi a personaggi come Cipriano, Bastiano, Nello, Gelica, Palma e tutti coloro che animano le vicende di una dinastia. Uno spaccato sociale lungo un secolo in cui, appoggiandosi alle vicende della famiglia Parlante, l’autore ci racconta la società,l’economia, la politica , le strutture organizzative e imprenditoriali di un paese che vive profonde trasformazioni. Si attraversano gli anni delle guerre mondiali, del ventennio fascista, il boom economico e le migrazioni al nord dei contadini, mantenendo sempre il cuore sulla terra e le origini. I Parlante non perdono mai di vista ciò che sono stati e che vogliono essere. Una famiglia come ce ne sono state tante, con amori, tradimenti, passioni, aspirazioni, speranze e cocenti delusioni. Il tutto con uno stile di scrittura che mai annoia. Un libro che a tratti strappa riflessioni profonde per l’essere umano e sull’umana esistenza. Un contesto storico perfettamente reso grazie alle sensazioni di persone comuni, che si trovano ad affrontare una evoluzione sociale probabilmente tra le più rapide della storia. Un ottimo romanzo storico che affascina il lettore tenendolo incollato alle pagine dall’inizio alla fine.
Annamaria Leoncini
Avevo finito il libro già da un mese quando è arrivata la proposta di condivisa e ho deciso di partecipare per vedere se ad altri aveva fatto lo stesso effetto che a me. Ho trovato un sacco di approfondimenti anche su cose che nella lettura mi erano sfuggiti, tanto ero presa dalla storia. Che dire? Ho trascorso quindici giorni nella casa dei miei nonni: Palma aveva qualcosa di lei, così Gelica. Talvolta mi sembrava di sentire gli odori di quella campagna, le voci di quel paese, non reale ma vivo come pochi altri. Cipriano no, non somiglia a nessuno, è un archetipo meraviglioso che riassume in sé tante figure di uomini forti, che hanno contribuito a far crescere un paese in formazione qual era il nostro tra ‘800 e’ 900. Insomma un romanzo per me veramente bello, di quelli che lasciano il segno e che avrò il piacere di condividere, per piccoli brani, con i miei ragazzi di quinta.
Adriana Gabito
Arrivare all’ultima pagina di Gente del sud è come aver compiuto un viaggio attraverso l’Italia e la sua storia; un viaggio che mi ha portato all’interno di una grande famiglia del sud, con le sue regole e le sue tradizioni. Mastrolonardo ci racconta la vita di una famiglia marcatamente patriarcale, dove le donne, oltre all’obbedienza che caratterizzava il loro ruolo, paiono non riuscire mai a godere di quella fortuna che bacia, invece, gli uomini della dinastia. Cipriano Parlante è un simbolo di quell’Italia del sud che si è rimboccata le maniche per sfamare i suoi figli.Bastano 80 pagine perché Mastrolonardo riesca a creare un legame inscindibile tra lettore e personaggi, 80 pagine per capire che la famiglia Parlante non si dimenticherà tanto facilmente. Arrivati alla fine, vi consiglio di rileggere il prologo: vedrete tutto con occhi diversi!
Leli Nelli
Il romanzo inizia in modo intimo e riservato dove hai come la sensazione di doverti muovere in punta di piedi.Poi vieni letteralmente catapultato in un’altra epoca e realtà sociale; insomma in un’altra vita.Il testo ti cattura e non ti lascia più, ammaliandoti con una narrazione scorrevole, ma mai scontata. La storia della famiglia Parlante s’intreccia con quella tumultuosa dell’Italia di un intero secolo carico di novità, sfide e drammi che i protagonisti affrontano sempre con coraggio, determinazione ed ambizione. La celebrazione di una terra difficile ed al contempo bellissima, la Puglia.
Paola Nevola
Stupenda saga famigliare che ripercorre un secolo e più di storia italiana, una storia vera nel senso che racconta la vita delle genti del sud legate alla Terra che hanno fatto questo paese lottando e lavorando duramente.Attraverso personaggi indimenticabili ripercorriamo le radici di questa nostra Italia contadina e operaia, di lotte sociali, la fame e la povertà dei braccianti, la tragedia della prima guerra mondiale le condizioni e la disperazione per la paura della morte dei soldati capaci di gesta eroiche e l’inettitudine degli alti comandi, l’avvento del fascismo che porta alla seconda guerra mondiale e poi l’inizio del boom economico col suo benessere e le sua ipocrisia, le prime immigrazioni al nord per cercare una vita di riscatto.Ma soprattutto c’è la famiglia Parlante simbolo della famiglia patriarcale, dei valori di una famiglia, del legame con la terra. Ci sono pagine che mi hanno emozionata, partendo da Bastiano papanonno, quel vecchio testardo che ha lottato per conquistarsi un fazzoletto di terra , per non dover abbassare la coppola davanti ai padroni, per diventare padrone, che aspetta il nipote Cipriano, reduce dalla prima guerra eroe degli Arditi che ha combattuto con valore sulla linea del Piave, per donargli il bastone del comando di quella famiglia prima di morire.Insieme a Cipriano non si può non citare Angiolino l’amico d’infanzia, compagno in trincea, fedele collaboratore, figlio di una donna sola Adalgisa domestica dei Parlante ma che è stata molto di più, un perno della famiglia amica di Palma madre di Cipriano e poi di Gelica moglie di Cipriano. Gli zii Costanzo fissato con la politica, Aniello andato un po’ di testa dopo la morte della moglie e del figlio e Ciccio lo zio prete. Insieme a loro ci sediamo alle tavolate nelle sere d’inverno con le eterne discussioni o per i matrimoni e le feste.Cipriano dopo la seconda guerra mondiale ha ancora la forza di ricostruire la sua attività diventando un esempio di imprenditoria del sud e venendo onorato dalla visita di Luigi Einaudi Presidente della Repubblica. I suoi figli Aniello, Romualdo e Reginella sono cresciuti ed educati dalla carissima moglie Gelica, e in quella famiglia patriarcale nascono i dissapori tra il primogenito e il secondo e soprattutto con un padre padrone, la figlia cresce nell’ingenuità e finirà in matrimonio sbagliato. Tragedie e rancori insieme al boom economico iniziano a sfaldare la famiglia “La vita da, la vita prende”. Le parole di Cipriano al nipote Raffaello figlio di Reginella sono il testamento di Cipriano ….
«Vedi, Rafè, voglio che tu m’arricordi non per quello che ho fatto alla guerra ma per quello che ho fatto dopo e fino a mo’. Essere un eroe è facile assai: basta un atto di coraggio, un momento di follia, e diventi un eroe per tutta la vita. Difficile è essere un galantuomo. E sai perché? Perché lo devi essere tutti i giorni che il Signore manda e per tutta la vita. Manco uno te ne puoi scansare!».
Molti anni dopo il nipote ritornerà e riscoprirà il legame con quella terra atavica di Puglia, con quella sua grande famiglia fatta di legami indissolubili. «Il passato non muore mai. Non è nemmeno passato». La parte della prima guerra come altri fatti storici sono molto ben descritti e immergono il lettore in quella realtà, vengono fuori figure importanti del passato sia politiche che culturali.I personaggi e le loro vicende sono costruiti benissimo sembra di conoscere in profondità i loro caratteri, il loro modo di pensare, alla fine ci sono anche delle immagini della famiglia che rendono più vicina e vera la storia. È un romanzo in cui noi tutti possiamo trovare le nostre radici da nord a sud, e in cui possiamo specchiarci perché parla dell’umanità genuina delle genti con le loro debolezze, difetti e la loro forza. Un romanzone di quelli che raccontano una vita, cento vite e che ti resta nel cuore.
Maria A. Bellus
Un bel romanzo storico interessante e coinvolgente che ci accompagna, attraverso le vicissitudini di una famiglia Pugliese in un viaggio nell’Italia, dalla fine dell’ottocento ai giorni nostri. I personaggi che si susseguono nel tempo, sono vivi e reali conquistano la simpatia del lettore e lo coinvolgono. Una vita vissuta con coraggio e dignità da ognuno di loro e tutti anche se in tempi diversi accomunati dall’amore per la famiglia e dalla voglia di affermarsi. Libro assolutamente consigliato.
Costanza Marzucchi
Questo romanzo è un’appassionante saga familiare, la storia di una famiglia che, attraverso mille difficoltà e generazione dopo generazione, lasciano la loro traccia nella storia italiana. Con una trama che tiene incollato il lettore dall’inizio alla fine, l’autore racconta la storia della famiglia creata da Bastiano e Checchina, che, a partire dall’Unità d’Italia, si avventurano nel nuovo regno che si è creato. Sono personaggi indimenticabili, che lasciano ognuno un segno nel cuore dei lettori: da Bastiano a Checchina, ad Adalgisa, ad Aniello, per finire con Cipriano, la cui storia è semplicemente straordinaria. Diventa la storia di piccoli eroismi involontari, nati per una mera casualità, gesti e legami indimenticabili che lasciano un segno nel cuore di chi legge. Questa storia è semplicemente fantastica e ne consiglio la lettura.
Simone Censi
Ho apprezzato tanto il lavoro di ricerca che c’è dietro a questo romanzo e come l’autore è riuscito a concretizzarlo.
Marisa Bannò
Uno dei libri più belli che abbia mai letto. Non solo per le vicende familiari che vanno di pari passo con gli eventi storici, ma anche perché i personaggi riescono a “trasmettere” al lettore le emozioni vissute. Ci si affeziona a loro, quasi fossero “di casa”. Chiunque può trovare in questo romanzo qualcosa di sé o della propria famiglia. L’autore è stato eccezionale nel curare le vicende storiche, dando modo al lettore di capire il collegamento tra esse e le conseguenti ripercussioni sulla famiglia Parlante. So già che lo rileggerò.
Copertina rigida: 774 pagine
ISBN-10: 8867025082
ISBN-13: 978-8867025084
Editore: TRE60 (11 ottobre 2018)
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Coinvolgente. Ho anche apprezzato molto che lo scrittore ha descritto tuta la storia in un solo libro. Poteva farne almeno tre e guadagnare tanto di più. Dimostra anche la serietà dell’editore.
L’ho acquistato non appena è uscito in libreria. Ne ho fatto regali di Natale ad amici e parenti con grande successo. Già conoscevo l’autore con il suo libro di esordio “Lettere a Leontine” che è pieno di fascino.
Gente del sud è il suo capolavoro