Elide Ceragioli, nata a Massa nell'ottobre 1954, vive dalla metà degli anni ‘80 alle porte di
Firenze. Felicemente sposata dal 1982, ha due figli: Andrea (1987) e Chiara (1989). È medico ed esercita con passione la professione di neuropsichiatra-infantile in ambito ospedaliero.
Occupa il tempo libero in attività di volontariato insieme al marito e fin da ragazza coltiva la
passione per la lettura e si diletta a scrivere racconti, partecipando a numerosi concorsi con buoni
piazzamenti diverse pubblicazioni. Solo negli ultimi dieci anni si dedica prevalentemente al
romanzo.
Mettendo a frutto la ricchissima esperienza di lettrice, ma anche di donna, sposa, mamma, medico e
cristiana, sa cimentarsi con generi diversi, dal racconto al romanzo storico, dal romanzo giallo al
saggio. Le sue passioni, come scrittrice, sono la storia (soprattutto medievale), i gialli e la persona
umana (soprattutto nei suoi aspetti relazionali e psicologici).
“La libertà delle foglie morte” è stato il suo primo romanzo (1 a ed. 2011 – 2 a ed. 2015 – 3 a ed.2019)
“I colori dell’albero e altri racconti”, 2012, vede la luce in occasione delle nozze di perla.
“Il falco e il falcone”, 2013, è un voluminoso romanzo storico di ambientazione medioevale con
protagonista Ruggero da Flor (fine sec.XIII).
“Via del Pozzo Rosso e altri racconti”, 2014, è la seconda raccolta di racconti ed esce con
prefazione del marito, come la precedente.
Una serie di quattro romanzi giallo-polizieschi con protagonista LA SQUADRA:
“Non sai mai chi puoi incontrare”, 2014, “Mele marce per la squadra”, 2015, “Le tentazioni
dell’ispettore Dallolio”, 2015 e “Fuori della tela del ragno”, 2016. Per tutti 2 a ed. 2019
“San Galgano”, breve romanzo storico con protagonista Galgano Guidotti (sec. XII), viene
pubblicato nel 2016, quale vincitore del «1° Concorso Letterario Arnanah» e in 2 a ed. 2017.
“Il presepe di Francesco”, 2016, racconto di Natale riccamente illustrato, con la storia del primo
presepe (sec.XII), viene pubblicato per devolvere i proventi ai terremotati del Centro Italia.
“L’uomo che parlava alle pietre”, 2017, è un romanzo ambientato nell’età della pietra,
magistralmente illustrato da Elena De Giorgi.
“Incontri e racconti”, 2018, raccolta di racconti premiati o segnalati in concorsi letterari e illustrati
da Roberta Gracci. Tre racconti sono ambientati duemila anni fa, 7 nel Medioevo, gli altri nel
secolo scorso e oggi.
“Ildegarda ed il mistero dell’arciere”, 2018, romanzo storico, con sfumature thriller, con
protagonista Ildegarda di Bingen ambientato nella Renania del XII secolo.
“Favola bella”, 2018, favola ecologica illustrata da Pablo Deotto, ragazzo disabile; venduta per
sostenere l’associazione “Noi da grandi – onlus”
“Ossessione verde smeraldo”, 2019, romanzo giallo-poliziesco. Sequel di LA SQUADRA.
Nel cassetto ci sono altri romanzi e racconti (per ora) in gestazione.
Sul sito www.qumran2.net è presente con una “Via Crucis” e diverse pubblicazioni di narrativa e
saggistica.
La sua prima uscita in libreria risale agli anni ‘70 con “Cristiana a modo mio” – Ed.Gribaudi
Usando solo 5 aggettivi descrivi che scrittore sei
Negli incontri con i lettori mio marito mi presenta sempre con 5 parole definendomi: donna, moglie, mamma, medico, credente.
Come scrittrice mi descriverei con questi 5 aggettivi: variegata, istintiva, prolifica, seria, ma leggera
Una motivazione che convinca il lettore a leggere il /i tuoi libro/i
Se ti interessa l’argomento o il genere, assaggia il libro leggendone qualche pagina: se ti annoia o non ti piace puoi rendermelo, se arrivi in fondo cercherai anche gli altri miei libri dello stesso genere.
Dacci la citazione preferita dei tuoi libri
– da “Il FALCO e il FALCONE” – «Il ragazzo saltò sul lettuccio colto dalla sorpresa: «Evviva, sarò un templare. Vi ricordate, signore, quando la grande medusa ha carezzato coi suoi tentacoli la galea? Somigliava ad un bellissimo fiore ed io ho deciso che mi chiamerò Da Flor ed avrò come simbolo il falcone, perché era l’animale che preferiva mio padre. Andrò per il mare, arriverò dove finiscono le acque e guarderò cosa c’è oltre» gli occhi fiammeggianti sembrano vedere già il futuro ed erano così brillanti e pieni di ardore che tutti i presenti gli credettero.»
– da “San Galgano” – «Non era una nascita facile.
La comare che aveva alzato la gonna ed esplorava con le mani esperte oltre i lembi di carne rossa, per cercare la testa del bambino, si era drizzata pallida e aveva gridato: “Vergine benedetta! È in piedi! Vuole nascere in piedi questo cucciolo.”
Era una sentenza di morte quasi sicura e le donne si guardarono attonite. La cassetta non sarebbe servita, la madre avrebbe fatto da bara per il figlio in attesa della resurrezione.»
– da “INCONTRI e racconti” / “I colori dell’albero” – «Il dolore era dappertutto, lo circondava. Era nella terra incolta, era negli alberi abbattuti, era nelle case bruciate, negli animali morti, carcasse putrefatte a concimare i pascoli una volta fertili, era nelle donne strette ai loro bambini…
Di che colore è il dolore?
Di tutti i colori. Il rosso del sangue, il candore e il nero della morte, il giallo della fame e dell’odio, il viola della malattia e poi, al di sopra di tutto, immutabile e indifferente, l’azzurro terso dei cieli.»
– da “RACCONTO di NATALE – Il presepe di Francesco” – «Francesco raccomandava di accettare tutto per amor di Dio e anche il dono più umile diventava prezioso. “Chi dà al povero, presta a Dio – ripeteva – e Dio restituisce centuplicato, fratelli.” Per quanto grande fosse la miseria, nessuno li lasciava partire a mani vuote. Quel giorno avevano percorso un lungo tratto di strada in aperta campagna, poi avevano attraversato il bosco. Il frate si era fatto più d’accosto a Francesco, …»
– da “ILDEGARDA e il mistero dell’arciere” – «Ancora una volta spettava a una donna immolarsi sull’altare costruito dagli uomini per la loro vanagloria. …
Erano tutte solo vittime sacrificali. Sospirò chinando la testa quasi che sentisse dentro di sé la penosa sofferenza di ognuna. Seppe, come per folgorazione, che quasi sempre il mostruoso mondo degli uomini si nutriva voracemente della tenera carne delle donne per mantenere il proprio dominio e vacillò sopraffatta da questo pensiero.»
– da “La libertà delle foglie morte” – «Jacob guardava la scatola di colori ad olio aperta sul tavolo con desiderio e incredulità. Poi si decise e prese il biglietto accuratamente piegato. Conteneva solo poche frasi: “Oltre l’orizzonte vive l’Eterno e in mezzo agli uomini cammina, sua ancella, la bellezza. Tu hai un dono, non sprecarlo. Ernst.” »
– da “L’uomo che parlava alle pietre” – «Erano costrette dagli uomini a seguire lo stregone, ma sapevano che dentro di loro albergava una potenza ben maggiore e Muna lo aveva dimostrato.
Solo dal loro ventre uscivano i cuccioli che sarebbero stati uomini e donne e il ciclico fluire del sangue, che seguiva le fasi dell’astro piccolo, dimostrava chiaramente che il loro corpo era legato strettamente al cielo.
Ognuna ne era pienamente consapevole, ma conservava il segreto, perché la superiorità delle donne era inaccettabile per gli uomini. Li accompagnavano nel cammino e solo raramente li guardavano con una certa sofferta pena, perché sapevano che ribellarsi significava iniziare una lotta che avrebbe portato alla distruzione dell’intero gruppo.»
Cosa significa per te la Storia?
Vivere senza conoscere le proprie radici, senza sapere che cosa è successo prima, perché e per opera di chi, è come essere spuntati dal nulla. La storia, vicina o lontana, recente o remota nel tempo, ha comunque condizionato il mondo in cui vivo oggi e quindi la mia vita: non posso ignorarla! Poi la curiosità è femmina e, in quanto donna, mi incuriosisce e mi affascina sapere, scoprire, conoscere.
Perché hai deciso di partecipare a Scripta Manent?
Perché penso sia una bella opportunità a doppio binario: conoscere altri scrittori che, come me, hanno il “pallino” della storia, senza farne una professione; farmi conoscere da nuovi potenziali lettori, perché uno scrittore senza lettori non esiste.
Ecco i libri di Elide Ceragioli che potrete trovare a Scripta Manent!