Ogni volta che ammiri un quadro ricorda che ti avventuri nella più sublime delle arti. Non fermarti mai alla superficie: penetra nella scena, muoviti tra i suoi elementi, scopri gli angoli inediti, curiosa nel retrobottega… in questo modo raggiungerai il suo vero significato. Però, ti avverto: ci vuole coraggio
A cura di Roberto Orsi
Raccolgo il testimone di questo bellissimo Blog Tour de “La cena segreta” di Javier Sierra, dopo l’interessante articolo di ieri a cura di Manuela Moschin sul suo blog “L’arte raccontata nei libri”, che se vi foste persi potete trovare a questo link.
Quanti studi e articoli sono stati dedicati a Leonardo Da Vinci nel corso del tempo. Quest’anno poi, come sappiamo, si celebra il 500esimo anniversario dalla sua morte e i libri che raccontano questo straordinario personaggio sono tantissimi anche tra le nuove uscite.
Ne abbiamo parlato ampiamente qui su “Thriller storici e dintorni” con articoli e recensioni dedicate, ma il fascino di Leonardo non smette mai di brillare e su di lui si potrebbe parlare per giornate intere. Questo libro di Javier Sierra che stiamo analizzando da vari punti di vista, riportato in libreria da DeAPlaneta quindici anni dopo la prima edizione, ci propone una visione di Leonardo che stuzzica la fantasia degli appassionati: Da Vinci è stato un eretico?
Quasi tutti hanno letto o almeno visto il film de “Il Codice da Vinci” di Dan Brown, il libro che più di tutti ha acceso la luce sul thriller storico. Javier Sierra, ricalcando le orme del collega americano, lascia un segno ancora più tangibile e concreto. A parte il cenacolo, l’opera che più di tutte ha fatto discutere negli anni, Leonardo ha prodotto una serie di dipinti su cui sono state avanzate tantissime ipotesi di interpretazione.
Non è possibile dimostrare l’autenticità di tali teorie e argomentazioni sul pensiero eretico di Leonardo, ma credo si possa dire che una mente illuminata come quella del Genio che ha studiato ogni tipo di materia, che eccelleva in ogni campo da quello militare a quello matematico, dalla filosofia all’arte, possa aver avuto dei contatti con correnti di pensiero che in quel periodo erano molto attive.
Basti pensare che Leonardo visse a Firenze nell’era del neoplatonismo (di cui ci parlerà domani Sara Valentino nella sua tappa su “Septem Literary”), e che venne in contatto con pensatori incredibili come Marsilio Ficino, filosofo fiorentino della seconda metà del ‘400.
In un’epoca di grande fermento culturale, alle porte di quella che sarà una delle stagioni più difficili per la Chiesa Cattolica con la riforma Luterana di metà del 1500, Leonardo è a Milano alla corte di Ludovico Sforza detto “Il Moro”
Il Moro, come i Medici prima di lui, apparteneva a quegli uomini di potere superstiziosi, convinti che gli antichi possedessero conoscenze del mondo molto più avanzate delle nostre. Era la vecchia idea, secondo la quale prima che Dio punisse il mondo con il diluvio l’umanità avrebbe goduto di una prospera età dell’oro. Dapprima i fiorentini e ora il duca di Milano volevano restaurarla a tutti i costi, e per farlo non avrebbero esitato a mettere da parte la Bibbia e le prevenzioni della Chiesa, perché in quei tempi gloriosi dio ancora non aveva creato un’istituzione che lo rappresentasse.
Nella produzione artistica di Leonardo da Vinci, ricorre molto spesso la figura di San Giovanni Battista. Forse più della Maddalena di cui tanto si è parlato a proposito del libro di Dan Brown, è il personaggio del Battista quello che più fa riflettere su una possibile influenza eretica del grande artista.
Da un articolo online, si leggono le seguenti parole che mi sento di condividere:
Il presunto precursore di Gesù, che disse al mondo di “guardare l’Agnello di Dio” cui egli non era degno di allacciare i sandali, fu estremamente importante per Leonardo da Vinci, a giudicare dalla sua onnipresenza nelle opere dell’artista. Questa ossessione è strana per un uomo che i moderni razionalisti ritengono non abbia avuto tempo per la religione. Un uomo che riteneva insignificanti i personaggi e le tradizioni del cristianesimo non avrebbe dovuto dedicare tanto tempo ed energie a un santo particolare, come invece Leonardo fece con Giovanni Battista.
Ritroviamo questo personaggio in varie opere dell’artista, molto spesso raffigurato con il dito indice eretto: il cosiddetto “gesto di Giovanni”.
Tra tutte le opere che potremmo analizzare, una più di tutte mi ha catturato soprattutto leggendone all’interno di questo libro di Javier Sierra. Si tratta della “Vergine delle rocce”.
L’opera era stata commissionata a Leonardo dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione e doveva costituire la parte centrale di un trittico per l’altare della Cappella della Confraternita nella Chiesa di San Francesco Grande a Milano. Forse non tutti sanno che esistono due versioni di questa opera. La prima fu rifiutata dai membri della Confraternita perché non rispettava quanto pattuito. Chi sposa la teoria dell’eresia di Leonardo azzarda l’ipotesi che il dipinto avesse un messaggio dal contenuto altamente esplosivo e controverso. Per questo ne fu richiesta una nuova versione.
L’opera doveva raffigurare un evento che non viene raccontato nei vangeli tradizionali ma fa parte della tradizione apocrifa: la fuga in Egitto di Maria, Giuseppe e Gesù e l’incontro in una grotta con Giovanni Battista protetto dall’arcangelo Uriel. Uno degli eventi più particolari del Vangelo è il battesimo di Gesù ad opera di Giovanni Battista: possibile che il figlio di Dio dovesse “sottomettersi” in età adulta al Battista? Quanto raffigurato nel quadro doveva proprio servire a spiegarne la motivazione: durante l’incontro in tenera età in questa grotta, Gesù avrebbe dato la benedizione a Giovanni, autorizzandolo a battezzarlo davanti a tutti in età adulta.
Ma la prima versione del dipinto lascia molti interrogativi già ad una prima visione.
I due bambini raffigurati sono identici e nella prima versione, conservata oggi al Louvre di Parigi, entrambi non hanno alcun segno o simbolo di Santità: nessuna aureola come invece si trova in altri dipinti.
Inoltre, perché il bambino vicino a Uriel (che dovrebbe quindi essere Giovanni Battista) benedice l’altro che è inginocchiato in posizione ossequiosa? Secondo quanto richiesto dalla tradizione apocrifa dovrebbe essere il contrario. Allora il bimbo vicino all’Arcangelo è Gesù? Quindi Maria abbraccia con fare protettivo Giovanni e allunga una mano con fare quasi ostile sopra la testa di Gesù? E l’arcangelo con il dito indice (il “gesto di Giovanni”, ricordate?) indica il Bambino che deve essere considerato il vero Messia?
Se invece fosse il contrario e quindi Maria starebbe abbracciando Gesù, come ci si aspetterebbe di vedere, è Giovanni che benedice il Cristo?Ciò che fa pensare è che nella seconda versione tutti questi elementi vengano modificati: le figure di Gesù Giovanni e Maria hanno adesso l’aureola di santità. Il tradizionale bastone con la croce del battista è stato aggiunto vicino al bambino di sinistra. L’arcangelo Uriel non indica più con il dito indice il bambino vicino a Maria e ha lo sguardo rivolto non più verso lo spettatore ma verso il centro della scena.
Guardando attentamente i due dipinti, la mano di Maria sopra la testa del secondo bambino sembra davvero diversa, meno “artigliosa” e minacciosa.
Perché queste modifiche a distanza di circa 10 anni? Cosa non andava secondo la dottrina cattolica del tempo, nella prima versione del dipinto? Leonardo sosteneva davvero tesi eterodosse con al centro la figura del Battista?
Tengo a ribadire che si tratta solo di ipotesi, condivisibili o meno. Certo è che pochi altri artisti hanno fatto parlare di sé in questo modo, per i contenuti delle proprie opere. Nel romanzo di Sierra le accuse dei domenicani e più nello specifico di Fra Benedetto sono chiare:
“Perdonate la mia audacia, fra Benedetto, ma per quanto sgradevole debba risultare un simile comportamento a una persona timorata come voi, queste non sono ancora argomentazioni con cui accusare qualcuno di eresia”
“Come no? Non vi bastano? Non è sufficiente un Cristo senza attributi divini, un’Ultima Cena senza eucarestia e un san Pietro che nasconde un pugnale da usare contro Dio solo sa chi?”
Prosegue il viaggio di TSD tra le iniziative e gli eventi pensati per celebrare il 500esimo anniversario della morte del genio Leonardo da Vinci. Nella puntata precedente eravamo stati in Toscana e da lì eravamo partiti alla volta di Milano. E allora ripartiamo proprio dal capoluogo lombardo dove non si contano le mostre e gli eventi […]
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