Buongiorno Andrea,
grazie mille per aver accettato questa intervista sul nostro blog.
Mentre ti accomodi e prendi confidenza col nostro salotto, vogliamo presentarti al nostro pubblico, quindi diciamo qualcosa su di te.
Nato a Milano, dove vive da sempre, ad eccezione di una breve parentesi all’estero. Laureato nel
2000, è entrato subito dopo nel mondo del lavoro. Si occupa di Telecomunicazioni e all’interno del
settore ha ricoperto mansioni diverse: ufficio del personale, vendite e marketing. Ama le sfide e
affianca alla sua professione diverse attività.
Appassionato di giochi di ruolo, che pratica da sempre e di storia antica, ha scoperto la lettura in
età avanzata. Si è avvicinato di recente alla scrittura, che è diventata una splendida compagna:
inseparabile e fedele. In essa confluiscono tanti elementi: esperienze, sogni e semplici idee. E’ uno
strumento portentoso.
Ora, Andrea, se sei sufficientemente comodo sul divano TSD, io direi di iniziare con le domande.
Partiamo dal principio. Si dice che uno scrittore debba essere innanzitutto un lettore. Tu che lettore sei?
R: Sono diventato un buon lettore con il tempo! Attualmente leggo nei ritagli di tempo, quindi non riesco a finire un libro in un week end, come fanno i lettori “seriali”; la lettura accompagna i miei viaggi in metropolitana e quando mi sveglio presto nella quiete delle pareti domestiche.
Hai sempre amato la storia fin da piccolo o è una scoperta successiva?
R: La storia mi è sempre piaciuta, era una delle materie che amavo di più a scuola, assieme a geografia.
Sei uno scrittore esordiente: il tuo primo libro “L’inviato di Cesare” è stato recentemente pubblicato da Aporema edizioni. Perché hai scelto di raccontare l’Antica Roma?
R: E’ il periodo storico che da sempre mi affascina di più. Ho scoperto una civiltà pazzesca, oggi useremmo il termine all’avanguardia per definire ciò che Roma era per l’antichità. Dall’efficienza bellica a quella ingegneristica.
Come è stato scrivere il tuo primo libro? Avevi tutto in testa e hai dovuto solo riportare la storia nero su bianco o l’hai sviluppata piano piano?
R: Scrivere il mio primo libro è stato un viaggio (in tutti i sensi) durato due anni! Intendiamoci, un gran bel viaggio che mi ha permesso di lavorare sul mio stile e sulla storia. Il libro pubblicato da Aporema differisce molto dallo scritto iniziale. Non avevo la storia in testa, l’ho sviluppata strada facendo, a braccio, senza fare calcoli a monte. Alcuni fautori della pianificazione maniacale della storia potrebbero arricciare il naso, però penso si tratta di un errore comune tra gli esordienti. Per il secondo romanzo sto usando un approccio completamente diverso: più schematico, strutturando la fabula con anticipo.
Ti va di parlarci delle ricerche storiche per la stesura di questo tuo primo romanzo?
R: Certo! Ho iniziato (e non mi vergogno a dirlo) su wikipedia, con l’obiettivo di circoscrivere il perimetro di azione del mio romanzo…scrivere una storia ambientata nella Roma Antica significa avere a disposizione uno spettro di quasi 1200 anni! Quindi in qualche modo dovevo decidere da dove iniziare con gli approfondimenti. A quel punto sono partito da alcune fonti: il De Bello Civili di Giulio Cesare e alcuni scambi epistolari di Cicerone ai familiari. Uno dei problemi più grossi l’ho avuto nella ricostruzione di una Leptis Magna (un vero gioiellino nella moderna Libia) di epoca tardo repubblicana. Banalmente la città nei secoli aveva subito una profonda trasformazione (come succede oggi) culminata con l’abbellimento architettonico (ricco di preziosi marmi) voluto dall’imperatore Settimio Severo, nativo di Leptis e imperatore nel 193 d.C. Pertanto per ipotizzare come fosse in epoca tardo repubblicana (oltre 200 anni prima di Settimio Severo) mi sono affidato ad alcuni trattati di archeologia (datati post seconda guerra mondiale) e tanto buon senso. Ho pensato che Leptis Magna in epoca repubblicana dovesse apparire una città punica molto simile a Cartagine (anche se in toni minori) e quindi ho cercato informazioni anche sulla Cartagine dell’epoca per prendere spunti. La fase di ricerca è sempre quella più divertente (anche se spesso appare lunga).
Recentemente hai partecipato per la prima volta ad una fiera letteraria con il tuo libro? Che emozioni hai provato?
R: Ho partecipato alla fiera del libro di Imperia. Ero sotto la bandiera del Comitato Scrittori Uniti, che ringrazio per l’ospitalità e la grande disponibilità. L’emozione più grande è stata quando si è presentato al banchetto un passante chiedendo di me! Non ci potevo credere, potete immaginare la mia sorpresa. Abbiamo parlato del mio libro, mi ha fatto domande e se n’è andato con una copia nel sacchetto con tanto di dedica.
Sveliamo un piccolo retroscena ai nostri lettori? TSD è davvero grato a te, Andrea, perché se a Novembre avvieremo la prima edizione di “Scripta Manent”, il piccolo salone del romanzo storico, a Ferrara, lo dobbiamo a te che ci hai messo in contatto con gli organizzatori di “Usi & costumi” e “Via historica”. Possiamo quindi dire che tu e il tuo libro sarete presenti in fiera e, ringraziandoti per la fiducia, che cosa vuoi dirci in proposito?
R: Non ho fatto niente di speciale. Avevo letto un post sognante di Roberto Orsi e ho semplicemente fatto 1+1. Roberto voleva fare questo evento, io conoscevo Cesare Rusalen che organizza le due più importanti fiere di rievocazione storica in Italia e li ho semplicemente messi in contatto. L’entusiasmo dell’uno, unito alla grande visione dell’altro hanno fatto il resto. Non solo sarò presente (non potrebbe essere altrimenti) con il mio libro, ma sono certo che questa prima edizione sarà un successo. Ci saranno cose migliorabili per le edizioni future ma quello che conta è poter dire: “Io c’ero!”. Roma non fu costruita in un giorno e mattone dopo mattone sono sicuro che “Scripta Manent” diventerà un appuntamento fisso per tutti i lettori di romanzo storico in Italia.
Grazie per essere stato con noi Andrea!