Trama
Da sempre i vichinghi hanno colpito il nostro immaginario: possenti guerrieri, bellicosi conquistatori forgiati dalle gelide terre del Nord. Abili costruttori di navi in grado di solcare le acque con rara velocità, quasi invisibili agli occhi del nemico. Un popolo che ha per eroi valorosi condottieri, invincibili sul campo di battaglia. Uomini i cui nomi evocano il clangore delle armi, il grido di paesi messi a ferro e fuoco, e che rimangono indissolubilmente legati a un destino di gloria anche dopo la morte. È così che la Storia li tramanda. E dalle nebbie della leggenda, un personaggio emerge in tutta la sua potenza: è Ragnar Lodbrok, ardente di una febbre di conquista che l’ha condotto dove altri avevano solo sognato di arrivare. Non abbiamo prova irrevocabile della sua esistenza, alcuni lo identificano con il capo vichingo che saccheggiò Parigi nell’845, altri con quel Raginarius cui il re franco Carlo il Calvo donò delle terre nell’840, altre cronache ancora narrano di un re norreno di nome Ragnall che razziò l’Irlanda. Il mito s’intreccia alla verità storica nel racconto delle gesta di questo guerriero tenace, sicuro, protetto e guardato con favore dagli dèi. Questo libro racchiude le antiche saghe che hanno tramandato la sua storia, quella delle sue mogli, dei suoi figli e di un intero, straordinario popolo.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Non mi ero mai avvicinato prima alla figura dei
vichinghi. O almeno non in questo modo, attraverso la lettura di autentiche leggende del passato
della tradizione norrena.
Vikings, edito da
Fanucci, raccoglie al suo interno
“La saga di Ragnar Lodbrok”,
“Il racconto dei figli di Ragnar” e il poema
“Krákumál”, che hanno ispirato la fortunata serie tv molto in voga al momento.
Si tratta di un lavoro dell’autore
Gabriele Giorgi che traduce dall’inglese un testo di
Ben Waggoner che a sua volta ha tradotto gli stessi testi direttamente dal norreno. In questo libro ci viene raccontato il mito del vichingo
Ragnar Lodbrok, signore delle terre danesi, della sua famiglia e delle epiche battaglie combattute per le innumerevoli conquiste di nuovi territori.
Ragnar Lodbrok – Ragnarr Loðbrók, in norreno antico – si trova al limite estremo della storia. Anche se non esiste una prova irrevocabile della sua esistenza, spesso viene identificato come un capo vichingo le cui forze saccheggiarono Parigi nell’anno 845, chiamato Reginheri nelle cronache franche (anche se le saghe di Ragnar Lodbrok non affermano specificamente che fu lui in persona a razziare il regno dei Franchi). Ragnar potrebbe anche essere il Raginarius a cui venne donata terra e un monastero dal re franco Carlo il calvo nell’anno 840
Una semi-leggenda quella di Ragnar? Un personaggio che nasce dalla fantasia popolare, tramandato oralmente di padre in figlio, che prende lo spunto da capi vichinghi realmente esistiti con cui però non esiste una perfetta identificazione.
Questo alimenta ulteriormente i voli della fantasia nell’immaginario collettivo, verso un popolo meno conosciuto rispetto agli antichi Greci o Romani, ma che ha fatto la storia del nord Europa.
Racconti dal passato che subiscono le influenze tipiche delle leggende, in un mix di culture che negli anni hanno stretto rapporti sempre più vicini e consolidati.
L’autore, nella sua lunga introduzione ci parla delle saghe islandesi, rendendo edotto il lettore della complessità che aleggia su questo argomento. Le saghe vengono suddivise in decine di tipologie (ad es.
le slendingasögur, le ‘saghe degli islandesi’ o
le konungasögur, le ‘saghe dei re”, o ancora l
e riddarasögur, le ‘saghe dei cavalieri’) che non sempre hanno confini chiari e definiti.
I generi si accavallano, con caratteristiche delle une che si ritrovano anche nelle altre, in un connubio tra leggenda e realtà che assume connotati particolari, quasi magici.
Questo approccio alla composizione delle saghe spiega la natura quasi caleidoscopica delle saghe di Ragnar. Spiega perché La saga di Ragnar Lodbrok e Il racconto dei figli di Ragnar includano un episodio preso in prestito dalla Storia dei re di Britannia di Goffredo di Monmouth (o forse dall’Eneide), diversi motivi presi dalla leggenda di Völsung, almeno due derivanti dalla Bibbia, un altro da un’agiografia medievale, un altro ancora che potrebbe essere preso da un mito celtico e altri ancora che sono motivi diffusi nel folklore dall’Irlanda all’India.
Oltre ai tre testi già citati, l’autore ha incluso anche la traduzione del
“Sögubrot”, un antico testo norreno che parla dei cosidetti antenati di Ragnar, e un brano di un testo latino del XVI Secolo scritto da Arngrìmir Jònsson, “
Ad catalogum regum Sveciæ annotanda” (Elenco di re Svedesi).
Lo sconfinamento nel fantasy è dietro l’angolo, durante la lettura alcuni passaggi ricordano J.R.R. Tolkien con le sue storie legate alla Terra di Mezzo.
I regni menzionati sono molti, così come i Re e i valorosi guerrieri, o i grandi navigatori che con le loro imbarcazioni solcavano i mari del nord.
I personaggi sono tantissimi, in un susseguirsi di generazioni, battaglie, conquiste e sconfitte.
Lo stile del libro è quello di un vero e proprio testo antico. I traduttori si sono attenuti alla costruzione delle frasi così come appaiono sui testi originali.
Si tratta di una lettura non semplice, sicuramente dedicata ai cultori del genere che da qui, possono partire per ulteriori approfondimenti sulla storia di questo popolo affascinante.
Copertina rigida: 217 pagine
Editore: Fanucci (21 aprile 2017)
Collana: Fanucci
Lingua: Italiano
ISBN-10: 883473341X
ISBN-13: 978-8834733417
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