Trama
Chi è Livia? Quella dipintaci a forti tinte negative da Tacito o quella, invece, che traluce, quasi santificata, dalla tradizione che si ispira alla propaganda augustea? Di fatto, entrambe le prospettive coesistono, e in forma esasperata. Livia è, infatti, un personaggio bifronte, e per questa ragione tanto più difficile da decriptare nel segreto del suo essere. Da un lato, è l’ascoltata consigliera di Augusto e la prima interprete del suo mondo di valori, esercitando presso i contemporanei, e tra le stesse mura domestiche, una funzione simbolica e paradigmatica. Dall’altro, in forma quasi forsennata e patologica, è guidata dall’imperativo inderogabile che il maggiore dei figli di primo letto debba essere il successore dell’augusto consorte, pure se questi manifesta e sempre manifesterà di essere di tutt’altro avviso. Ma le due posizioni non sono tra loro antitetiche, ché il figlio Tiberio avrebbe potuto sperare di divenire successore del patrigno soltanto se questi fosse stato in grado, morendo, di lasciargli in eredità un dominato così saldo da divenire l’impero di Roma.
Recensione a cura di Maria Marques
Lorenzo Braccesi, è stato professore ordinario di storia greca nelle università di Torino, Venezia e Padova; la sua ricerca ha spaziato dalla colonizzazione greca all’ideologia e alla propaganda nel mondo antico.
Negli ultimi anni si è avvicinato, nei suoi saggi, alle donne che vissero accanto ad Ottaviano. Dopo aver raccontato la figura affascinante e malinconica della figlia, Giulia, quella energica e volitiva di Agrippina maggiore, la nipote prediletta, in questa ultima sua pubblicazione si dedica alla moglie.
Il saggio racconta la vita di Livia Drusilla dal momento in cui “appare” alla ribalta della storia sino alla sua morte, ottuagenaria, nel 29 d.C. Una lunga vita, di cui più di cinquanta anni trascorsi accanto all’illustre secondo marito.
La statua proveniente da Paestum che la ritrae sulla copertina del saggio, rimanda ad una immagine pubblica di matrona romana che conosce il suo posto nella società, i limiti del suo agire, pudica, ma anche attraente, la donna che ci si aspetta pronunci la famosa frase “ubi tu Gaius, ibi ego Gaia”. Ma a volte ciò che appare non è esattamente la verità e nel caso di Livia sembra possa dirsi proprio così
L’autore tratteggia la donna con poche parole, che permettono, immediatamente al lettore, di capire con chi avrà a che fare:
“Nessuno, neppure tra gli autori più pettegoli o scandalistici, l’ha mai incolpata di offese o di violazioni alla morale. Il suo non era un carattere da perdersi in fatuità o in avventure salottiere. Sapeva quello che voleva, ed era altro, come altre, quando se ne presenterà l’occasione, saranno le sue armi: l’ipocrisia e la perfidia ammantata di buonismo”.
Eppure nonostante questo lato volitivo, ambizioso, quando Livia compare nel saggio, strappa un sorriso di tenerezza. Fa pensare questa sedicenne, in fuga per l’Italia, inseguita dai sicari di quello che diventerà suo marito, con un bimbo in braccio per sfuggire alle proscrizioni di cui è caduto vittima Tiberio Claudio Nerone, il suo primo consorte. Bizzarro destino, fuggire dall’uomo che accetterà di sposare.
Siamo negli anni successivi all’uccisione di Giulio Cesare, in un periodo di guerre civili: il padre di Livia si suiciderà dopo la battaglia di Filippi del 42 a.C. Lo stesso marito di Livia, appoggiando Marco Antonio, verrà iscritto poi nelle liste di proscrizione e costretto alla fuga in Grecia con la moglie ed il figlioletto.
Dopo l’amnistia generale per i proscritti, Livia tornerà in Italia, incinta del suo secondo figlio, Druso, ed incontrerà Ottaviano. Fu un coup de foudre?
Questo non lo sapremo mai. Come scrive Braccesi
“Cinici e spregiudicati entrambi, Ottaviano e Livia, erano fatti per incontrarsi.”
Di li in poi la storia è nota. Furono la coppia per eccellenza, insieme sino alla morte di Ottaviano, durante la transizione dalla repubblica a quello che sarebbe poi diventato l’impero. Livia diventerà un modello per le matrone romane, non indosserà gioielli costosi né vestiti sgargianti, si prenderà cura personalmente della casa e del marito, cucendogli persino i vestiti. Insieme formarono un sodalizio indivisibile, Livia era la consigliera di Ottaviano, una mente politica di primo ordine, di cui lui non solo si fidava ma di cui cercava i consigli. Provate un istante ad immaginare cosa significasse trovarsi Livia come avversaria o peggio ancora come nemica? Lo sperimenteranno in molti della famiglia Giulia, quasi tre generazioni si alterneranno dinanzi allo sguardo implacabile di Livia che persegue un unico obiettivo: il suo movente, il suo fine, la sua ossessione.
Chi si nasconde veramente dietro le morti improvvise dei successori designati da Ottaviano nel corso degli anni? Il caso, la sfortuna o la mano di qualcuno?
Impossibile condensare tutte le informazioni che Braccesi estrapola, commenta, traendo spunto dagli scrittori antichi che per primi avevano insinuato qualche dubbio sulla figura della donna.
I membri della famiglia Giulia verranno tutti spazzati via, chi dal destino che non guarda in faccia nessuno, altri da calunnie, da veleni e da omicidi attribuiti a Livia a torto o a ragione.
Braccesi affronta i rapporti della moglie di Ottaviano con tutti membri della famiglia “imperiale” e di ciascun rapporto si analizza il probabile, il vero. Rapporti che coinvolgono i figli di Giulia, odiata figlia del marito, il figlio minore Druso, i suoi nipoti e bisnipoti, sino a che ne resterà solo uno, Tiberio.
Come in una sorta di cerchio della vita, Tiberio, il figlio adorato, chiude il problema della successione di Augusto esattamente come aveva accompagnato l’arrivo della madre nel saggio. Era infatti Tiberio il bimbo con cui Livia fuggiva attraverso l’Italia, il figlio amato, il suo primogenito, quello per cui tesserà ogni trama della sua esistenza, incurante di quanto lui volesse o desiderasse. Lo stesso Ottaviano ormai prossimo alla fine della sua esistenza, sembra accorgersi della vera donna che ha accanto e tenterà, invano, in ogni modo di tenerla all’oscuro dei suoi movimenti. L’unica cosa che potrà fare, e che Livia non potrà impedirgli, è:
”ricordare ai posteri che solo una catena di luttuosi eventi ha decretato che suo erede divenisse Tiberio.”
La morte di Augusto decreta l’eliminazione delle ultime figure della sua famiglia: Agrippa Postumo e sua madre Giulia, che aveva osato sfidare Livia.
“Di fatto la odiava nel fondo dell’anima, non soltanto perché madre degli eredi di Augusto, dei nipoti nati dal suo sangue, ma anche perché più giovane di una generazione, le sottraeva visibilità sulla pubblica ribalta, insidiandole il ruolo esclusivo di prima e sola matrona di riferimento. Sicché, provocandola di continuo, ammantando la perfidia col sorriso, la spinge passo dopo passo sull’orlo di un baratro dove ella con sovrana sprovvedutezza mostra una personale propensione a buttarsi a capofitto”.
Braccesi dipinge e racconta un periodo di storia romana di importanza cruciale, il sorgere di quello che diverrà l’impero che fa da sfondo alla vita di una donna. Citazioni innumerevoli tratte da brani di scrittori antichi a partire da Tacito, si incastrano per regalare una visione, il più possibile, a tutto tondo della società romana, della politica dell’epoca e soprattutto dei rapporti all’interno delle famiglie Giulia e Claudia.
Questo saggio non è una lettura facile. Intanto lo stile dell’autore compassato ed accademico, non facilita l’approccio con l’innumerevole quantità di informazioni che vengono fornite che talvolta distraggono il lettore; inoltre si prevede una conoscenza della storia romana e dei personaggi che si avvicendano in quegli anni almeno superficiale. Superata però la prima parte che definirei, introduttiva, la seconda è decisamente più movimentata visto il susseguirsi di personaggi con cui Livia avrà a confrontarsi.
Luci ed ombre, su una donna, che finirà i suoi giorni in solitudine, ignorata da quel figlio per il quale aveva tramato per una buona parte della vita.
Copertina flessibile: 277 pagine
Editore: Salerno (16 giugno 2016)
Collana: Profili
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8884029651
ISBN-13: 978-8884029652
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