LEGGENDE SULLA NATURA DEL SANTO GRAALLaura Pitzalis continua il suo viaggio alla scoperta del Santo Graal e ci racconta oggi le altre leggende legate a questo oggetto così misterioso.Se vi siete persi le precedenti puntate, potete trovarle ai seguenti link:
Seconda leggendaSecondo le visioni della beata Anna Katharina Emmerick, il Graal era composto da una materia sconosciuta, caduto dalla fronte di Lucifero dopo la ribellione e perso da Adamo dopo il peccato originale. Fu recuperato dal figlio Seth e perso nuovamente, salvato da Noè durante il diluvio e successivamente utilizzato da Melchisedec per benedire Abramo e Sara. Fu poi posseduto da Mosè prima di scomparire di nuovo. Riapparve sulla terra quando un angelo portò l’oggetto sacro a San Gioacchino prima del concepimento di Maria, ma il sacerdote del tempio vendette il sacro oggetto a un antiquario. Venne recuperato da Veronica per essere adoperato da Gesù nell’ultima Cena.
Terza leggenda
Intorno al 1210 il tedesco Wolfram Von Eschembach, nel poema “Parzifal”, parte del ciclo arturiano, fornisce una nuova interpretazione sulla natura del Santo Graal.
Non è più una coppa ma una pietra purissima, chiamata Lapis exillis, dai poteri miracolosi, donerebbe perfino l’immortalità. Il termine “lapis exillis” è stato interpretato come “lapis ex coelis”, ovvero “pietra caduta dal cielo”.
Eschembach sostiene che la pietra era uno smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero e portato a terra dagli angeli rimasti neutrali durante la ribellione. Gli Angeli proclamarono Tirutel signore del Regno del Graal e posero la pietra nelle mani di una donna la figlia Schoysiane, poiché il Graal poteva essere toccato solo da una vergine.
Il figlio di Tirutel, Amfortas, divenuto nuovo re, venne sedotto dalla strega Kundry e cadde con lei nel peccato rimanendo gravemente menomato. La sua menomazione si riversò anche sul suo regno trasformandolo in una terra arida e desolata. Sarà il giovane e puro Parzifal, anch’esso discendente del vecchio re Tirutel, e cavaliere della tavola rotonda, a guarire la menomazione di Amfortas e salvare e redimere l’intero regno divenendo nuovo re del Graal.
Nel romanzo di Wolfram Von Eschembach il Graal diviene simbolo eucaristico e i suoi guardiani, i Templari, vivono nutrendosi unicamente della sua energia; solo chi conosce una totale purezza morale può portarla con sé e, durante il Venerdì Santo, una colomba posa sulla pietra un’ostia consacrata: quell’ostia conferisce al Graal il suo immenso potere.
Quarta leggendaNuovi elementi in merito alla natura del Graal, li ritroviamo in “Le Grand Graal”, un testo di cui non conosciamo l’autore, che continua e integra il racconto del “Joseph di Arimathie”. Il Santo Graal viene associato a un libro scritto da Gesù Cristo, alla cui lettura può accedere solo chi è in grazia di Dio e le verità di fede che esso contiene non potranno mai essere pronunciate da lingua mortale senza che i quattro elementi ne vengano sconvolti. Se ciò, infatti, dovesse accadere, i cieli diluvierebbero, l’aria tremerebbe, la terra sprofonderebbe e l’acqua cambierebbe colore. Da questo si deduce che il libro-coppa possiede un temibile potere
Quinta leggenda
Con leggende di origini celtiche trascritte in francese e dando luogo alle più svariate interpretazioni grazie anche all’etimologia dei termini francesi San Greal (“Sacro Graal”) e Sang Raal (“sangue reale”), attorno al 1100 – 1200 nasce l’idea che Gesù non sia morto in croce ma al posto suo ci fosse un altro.
In effetti quando chiesero “ volete libero Gesù o Barabba?”, giocano molto sull’equivoco perché in giudaico “Bar-Abba” significa solo “ figlio del padre” e guarda caso Gesù si era sempre definito così. In pratica un filone, nato con i Templari, sostiene che Gesù fuggì in Francia assieme alla moglie Maria Maddalena e ad uno dei suoi fratelli Giacomo (ovvero il Santiago di Compostela) ed avrebbe avuto figli chiaramente di sangue reale ovvero “ Sang Raal”.
Vi sono prove che ipotizzano che la stirpe reale di Gesù e di Maria Maddalena abbia dato origine alla dinastia dei Merovingi e che il sangue reale circolò nelle vene di questi monarchi di Francia. Il nome Merovingio può essere suddiviso in due sillabe fonetiche da cui si ottengono due parole facilmente riconoscibili: mer e vin, Maria e la vite. In base a questa suddivisione il termine potrebbe quindi alludere alla “Vite di Maria”.
Quindi la Maddalena, in persona, era il Sangreal, nel senso che lei era il “calice” o la “coppa” che portò nel suo grembo il sangue reale.
Le fonti
Il fascino della Fornarina ha alimentato una vera e propria leggenda, legata a misteri senza risposta. L’arte è di per sé un mistero. Così come l’amore. E se quest’amore è vissuto fra i chiaroscuri delle più importanti opere di un artista, non può che dar origine a una delle più affascinanti favole di tutti i tempi.
Tutti sanno che Ognissanti e la Commemorazione dei defunti sono due feste del calendario liturgico dell’Occidente cristiano ma forse non tutti sanno che sono un retaggio di culti pagani rintracciabili in Irlanda quando quest’isola era abitata dai Celti, popolo di pastori e agricoltori.
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