Narrativa recensioni

Terra bruciata – Le streghe, il boia e il diavolo – Gerry Mottis

Trama

1613, Roveredo, Grigioni. Tre giorni dopo aver impiccato un ladro in Valle Calanca il boia viene misteriosamente ritrovato morto. Privo del suo ministro di giustizia il Comungrande di Mesolcina cade preda di briganti, streghe e stregoni. Le autorità giudiziarie assoldano così un nuovo carnefice, proveniente dalle terre confinanti, per riportare l’ordine. Il nuovo ministro di giustizia, personaggio misterioso e macabro ma denso di fascino, vivrà ai margini di una società che faticherà ad accoglierlo. Soltanto l’incontro con una meretrice – dal passato turbolento ma guaritrice esperta – farà sperimentare al boia sentimenti nuovi. Il suo spirito subirà una progressiva crisi di coscienza, che lo spingerà a rivedere l’utilità della propria funzione sociale e l’equità delle sentenze del tribunale. L’autore propone un romanzo storico a cavallo tra realtà e finzione. La vicenda ruota attorno a quattro processi che si svolsero realmente tra il 1613 e il 1615. Il loro esame ha riportato alla luce nomi reali, personaggi storici, tradizioni popolari, presunti malefici, delitti efferati, torture atroci, assurde superstizioni e palesi ingiustizie del nostro passato.

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

Chi di noi, nelle nostre letture storiche, non si è mai imbattuto nel famosissimo “Malleus Maleficarum” ovvero il “Martello delle streghe”?  Si tratta del  libro guida alla caccia alle streghe, utilizzato anche dagli inquisitori cattolici, scritto nel 1487 dai frati domenicani tedeschi Jacob Sprenger e Heinrich Kramer.

Il libro di cui sto per parlarvi è, anche, un viaggio in questo  controverso testo: l’autore ci regala diversi stralci in corsivo di questo manuale, portando alla luce il suo contenuto raccapricciante.

Il romanzo è ambientato a Mesolcina agli inizi del 1600 durante la persecuzione alle streghe.

Nella valle imperversano il caos, la violenza, la superstizione e il sospetto. Per riportare l’ordine, l’autorità giudiziaria di Roveredo assolda Abadeus Kasper come ministro di giustizia, ovvero come boia. L’incarico è, infatti, rimasto scoperto giacché il precedente giustiziere è  stato trovato misteriosamente cadavere.

Il protagonista,  nato dalla fantasia dell’autore, è veramente portentoso. Un omone oscuro, terribile, sicuro di sé, convinto di trovarsi nel giusto, fiero del suo lavoro tramandato da generazioni. La sua è una lunga conoscenza dei metodi della tortura acquisita negli anni, sommata alla conoscenza del “Martello delle streghe”. Al  tempo stesso, per quanto possa sembrare strano visto il “lavoro” che svolge, Kasper è un uomo che ama l’arte e la natura, appassionato di disegno e pittura.

Kasper aveva sempre avuto un intuito sopraffino . Sapeva leggere nell’animo delle persone, percepiva i tremiti segreti che occultavano verità sottaciute.

Kasper  vive come un reietto ai margini della società, vittima della superstizione.

Riverito come un santo e temuto come il diavolo

Trova amicizia sincera in Saphira, una meretrice esperta nell’arte dell’erboristeria che lo conduce a sperimentare nuovi sentimenti.

Soprattutto, quando l’uomo cade in una profonda crisi di coscienza che lo destabilizza, rendendosi conto che le sentenze emesse dai giudici a carico di streghe e stregoni spesso sono frutto di mere dicerie senza nessun fondamento, Saphira gli resta vicino aiutandolo a interrogarsi su se stesso e sul significato profondo del suo officio. Purtroppo anche lui verrà toccato in prima persona da tali ingiustizie.

Abadeus stringe anche una bizzarra amicizia con Gaspare Maffio il fabbro di paese, un uomo pragmatico, una sorta di filosofo liberale che vive in solitudine ma che non disdegna di dispensare perle di saggezza al suo amico.

Io credo solo nei miei ferri, le superstizioni le lascio ai deboli di intelletto.

La trama ruota attorno a quattro processi, realmente accaduti a Mesolcina, che hanno portato alla luce atroci torture e palesi ingiustizie comminate a carico di uomini e soprattutto donne tacciate di stregoneria e connivenza con il demonio, esseri umani  che hanno dovuto subire torture indicibili e infine il rogo o la decollazione.

“Terra bruciata” è un romanzo intenso, profondo, a tratti crudo ma anche commovente, che porta a riflettere su un periodo oscuro e tragico. E’ un libro ben scritto, scorrevole, diretto, nonostante la mole,ricco di rimandi storici, l’autore ci riporta minuziosamente gli interrogatori e le agghiaccianti pratiche di tortura usate per estorcere le confessioni. In particolare si sofferma molto nella controversa figura del giustiziere portando il lettore a compiere le stesse profonde riflessioni del protagonista.

Ai boia non era mai interessata la conferma della verità estorta con crudeli torture, erano dei semplici strumenti giudiziari … la mano pesante di giudici cavillosi, funzionari sprezzanti,inquisitori perversi che aborrivano però il sangue, le urla, gli sfinimenti delle creature di Dio, delegando perciò al potere secolare e dunque ai boia di compiere la volontà degli uomini guidati dall’intelletto a mantenere l’ordine e perseguire il bene comune.

Copertina rigida:448 pagine

Editore:GCE (1 novembre 2017)

Collana:GCE

Lingua:Italiano

ISBN-10:8897308627

ISBN-13:978-8897308621

Link d’acquisto: Terra bruciata

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