Trama
Seppellire il passato non è mai facile. Neanche per il liberto Lart, l’imbalsamatore di cadaveri già protagonista dell’avventura “Quel che è di Cesare”, ambientata nell’antica Roma. Una lettera disperata da parte del suo ex padrone Giusto lo costringe infatti a ritornare in Etruria e a riaprire ferite mai rimarginate del tutto. La morte del piccolo figlio Corvino, che vent’anni prima aveva spinto l’ex schiavo a trasferirsi a Roma nel tentativo di dimenticare un così grande dolore, non è accidentale come sembrava. E nel frattempo l’assassino ha ripreso a uccidere, quasi per onorare con un macabro rituale i Parentalia, la festa dedicata ai defunti iniziata da poco. Lart si trova, suo malgrado, coinvolto in una inquietante catena di delitti; per spezzarla dovrà fare luce su terribili segreti che riguardano anche la sua storia personale, in modo da concedere finalmente ai morti la pace che meritano.
Recensione a cura di Paola Nevola
Etruria 43 a.c.
“Parentalia… così si chiama, con nome che risale ad antichi tempi, il giorno che Numa istituì le esequie dei congiunti e non v’è nulla di più sacro per l’amoroso rispetto dei superstiti che ricordare con dovuta riverenza coloro che ci furono rapiti.” Ausonio I Parentali
In una splendida villa romana tra le colline dell’Etruria, tra terreni coltivati a viti e ulivi, e boschi di querce e cipressi, è ambientato questo seducente romanzo incentrato su una vicenda infausta e misteriosa.
“I boschi luoghi pericolosi non solo popolati da fauni e ninfe. – Le parole di Metrodora gli tornarono alla mente come una ninna nanna da incubo.”
Fusco figlio di Giusto padrone della tenuta e Corvino figlio di Lart suo ex schiavo e libitinario,
sono morti in tragiche circostanze da ormai molti anni. Giusto sente che
“Tempo” lo sta lasciando e per metter pace nel suo animo vuol far luce sulla morte del figlio, ma anche un essere malvagio vuol portare a termine il suo disegno e altre morti si avvicendano. Quindi, decide di chiamare in aiuto il suo liberto che non può rifiutare e con amarezza deve tornare a chiudere i conti con un passato lacerante che lo tormenta da sempre.
“Lungo l’Aurelia alti querceti , verdi colline e vivaci corsi d’acqua si susseguivano in un fregio continuo che riempiva gli occhi di bellezza”
Insieme a Lart, la dolce moglie Lucina, la scorbutica suocera Leila,
l’indispensabile e simpatico schiavo Silvius e la sfuggente gatta Cleopatra, ho intrapreso questo stupendo viaggio da Roma lungo l’Aurelia che mi ha portata ospite nella “domus” di Giusto e la sua famiglia durante
i Parentalia, la festa dei morti. Qui ho conosciuto alcuni dei personaggi che fanno da sfondo a questa storia, tratteggiati da grande personalità con un ruolo ben definito e intrigante, che mi hanno condotta alla scoperta delle usanze della vita quotidiana e dei rapporti delle persone dei vari ceti. Sono stata allietata da pranzi imbanditi con pietanze e bevande che mi hanno incuriosita e meravigliata, da piacevoli e interessanti conversazioni, a volte con battute scherzose a volte sulle vicende pubbliche della guerra in corso a
“Mutina”.
“La sua bellezza sembrava accresciuta dal tocco di Venere Libitina la Dea della morte.”
Mi hanno affascinata in modo particolare le descrizioni suggestive dei riti funebri:
la purificazione e vestizione, gli omaggi ai defunti e le feste a loro dedicate.
“I Mani esistono: la morte non estingue tutto, e la pallida ombra sfugge al vinto rogo.” Properzio Elegie IV 7
Bellissime citazioni di poeti romani impreziosiscono il romanzo. Si percepisce l’ottima conoscenza degli autori della storia romana, l’impiego dei termini dell’epoca e l’accurata descrizione del quadro storico scorrono gradevolmente con suspense ed ironia fino a giungere alla soluzione del mistero, riservando una gradevole sorpresa
“coquinaria” nel glossario finale, è stata una buona lettura distesa ma al contempo avvincente.
Copertina flessibile: 256 pagine
Editore: Alter Ego (13 aprile 2018)
Collana: Spettri
Lingua: Italiano
ISBN-10: 889333111X
ISBN-13: 978-8893331111
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