L’ultimo Pellegrino – Gard Sveen
Trama
Carl Oscar Krogh, ottantacinque anni e un passato in prima linea nella resistenza norvegese, viene trovato morto nella sua sontuosa villa sulle colline a nord di Oslo in un radioso mattino di giugno. È stato ripetutamente accoltellato, colpito con una tale brutalità da essere quasi irriconoscibile. Solo tre settimane prima, nei boschi del Nordmarka, non lontano dalla capitale, erano stati rinvenuti i resti di tre persone uccise negli anni della Seconda guerra mondiale. L’ispettore Tommy Bergmann, il cui carattere solitario e scostante nasconde un passato con cui non ha ancora fatto i conti e una storia d’amore rovinata dalla violenza, è convinto che tra i due casi ci sia un nesso. Le sue ricerche fra eccentrici professori di storia, testimoni logorati dalla vita e archivi dimenticati fanno emergere lo stretto legame che univa Krogh a un leggendario combattente, morto in circostanze misteriose a guerra ormai conclusa, e finiscono per focalizzarsi sulla seducente figura di Agnes Gerner, una donna bella e coraggiosa, spia audace al servizio degli inglesi nella Norvegia occupata dai nazisti. Catapultato negli anni bui del conflitto, Bergmann si ritrova in un intricato labirinto di miti e menzogne dove tutto sembra essere in vendita; un mondo ambiguo in cui, accanto a chi dice che il più grande onore è riuscire a sopravvivere, c’è anche chi è disposto a tutto per amore.
Recensione a cura di Roberto Salsi
Gard Sveen, esperto di politica e di storia contemporanea, lavora come consulente presso il Ministero della Difesa norvegese; é poco conosciuto in Italia, nonostante in patria abbia vinto diversi premi letterari come noirista e sia paragonato al più noti Nesbo e Larsson. In questa sua prima opera letteraria, Sveen ci catapulta nella Norvegia della Seconda Guerra Mondiale tra Resistenza, spionaggio e collaborazionisti; il romanzo si svolge su due piani temporali che via via nella lettura si fondono e si compenetrano per scaturire in un’unica storia, il contemporaneo 2003 e il lontano 1942. Il contesto storico é accuratissimo, ma purtroppo poco conosciuto da noi italiani, e questo, in aggiunta alle lunghe e a volte eccessive descrizioni rende faticoso entrare subito nella storia. Infatti sono le prime 150 pagine che potrebbero (ingiustamente!) demotivare il lettore che si trova sbalzato in luoghi a lui sconosciuti, con frequenti salti temporali e spaziali (Norvegia/Svezia).
Superate le prime 150 pagine, nell’attesa di un colpo di scena o rivelazione decisiva, ecco che il lettore si accorge di essere sprofondato nella storia e non ne vuole più uscire fino all’inesorabile conclusione.
Gard Sveen dimostra una profonda conoscenza dell’animo umano nel tratteggio psicologico che da dei suoi personaggi, spesso tormentati e meschini ma che nonostante tutto si fanno amare. Tra i personaggi di fantasia va menzionato l’ispettore Tommy Bergmann che tra il suo apparente grigiore e le sue paturnie nasconde guizzi di genialità che porteranno alla soluzione del caso; altro bel personaggio è il poliziotto degli anni Quaranta Gosta Persson che fornirà a Bergmann la pista giusta.
È una storia molto forte dove sentimenti universali come Amore, Amicizia, Lealtà si incontrano e si scontrano per tessere la ragnatela che imprigionera’ il lettore fino all’ultima pagina.
Cosa rimane di questa lettura? Sicuramente la voglia di reincontrare Tommy Bergmann che, a quanto ne so, non termina la sua attività con L’ultimo pellegrino.
Copertina flessibile: 573 pagine
Editore: Marsilio (1 marzo 2018)
Collana: Farfalle
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8831728555
ISBN-13: 978-8831728553
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