Trama:
I ricordi della ritirata di Russia scritti in un lager tedesco dall’alpino Rigoni Stern nell’inverno del 1944 vennero pubblicati da Einaudi nel 1953 nei «Gettoni» diretti da Vittorini sotto il titolo Il sergente nella neve. Apprezzato inizialmente soprattutto per il valore della testimonianza, il romanzo ha mostrato le sue grandi qualità espressive con la progressiva distanza temporale dai drammatici avvenimenti narrati. E ormai è giustamente considerato un classico del Novecento: per la lingua intensa e sempre concretissima, per l’alta moralità di fronte a esperienze estreme, per la totale mancanza di qualsiasi enfasi retorica, per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell’uomo per conservare la propria umanità.
Recensione a cura di Sara Valentino:
Non è la mia passione la storia recente, perchè è così vicina a me da sentirne ancora il peso, i racconti dei nonni, ognuno di essi con la propria visione in virtù della regione di appartenenza, dei valori, ma pur sempre di valori si tratta, quegli stessi che oggi paiono così sbiaditi tra i giovani ma anche negli appartenenti alla mia stessa generazione.
Eppure non si può dimenticare la storia che ci ha fatti nascere, che ci ha condotti esattamente qui dove siamo ora.
Questo libro è intenso e mi ricorda ancora una volta, come in un periodo non da molto trascorso ci fosse più umanità anche tra due rivali di guerra; mi fa pensare che un tempo, non troppo lontano, era sufficiente uno sguardo o una stretta di mano per siglare un accordo, oggi invece non basta un atto notarile.
Un resoconto fedele ai fatti, perchè Rigoni li ha vissuti sulla pelle e in questo breve testo ci consente di vedere attraverso i suoi occhi.
Ho potuto sentire nel naso l’odore del grasso sul fucile, e udire lo scricchiolio della neve sotto i piedi, stanchi distrutti e con un fil di ferro a tenere insieme quel che resta di uno scarpone.
Deve essere stata dura per il sergente dover ripercorrere quei tempi, o forse gli è servito per relegare il tutto in un cassetto della mente, o semplicemente ha voluto che sapessimo.
Mi ha colpito il Natale, vissuto da loro nel nulla, nella paura, nella solitudine, lontani da casa, dagli affetti e non c’è giorno peggiore del Natale per far sentire un uomo più solo; sentirli gioire per due pacchetti di sigarette o vederli, tra le righe, saltare di gioia sulla neve per un pacco di pasta e un fiaschetto di vino mi ha messo i brividi.
C’erano poi le lettere, quelle da scrivere a casa o alla ragazza e in questa frase è racchiuso un mondo, voglia di casa, di amore e l’incertezza del domani:
“Ma le parole nuove erano sempre quelle vecchie: baci, bene, amore, tornerò.”
Cosa succede agli esseri umani quando sono alle strette? quando vedono la fine?
“Capivo che ormai era finita, veramente finita, ma non volevo ammetterlo”
”qualunque cosa succeda, ricordatevi, e mettetevelo bene in testa, che dobbiamo restare sempre uniti”
E forse, o sicuramente questo è un insegnamento da lasciare ai nostri figli.
Ricordo mio nonno parlare del destino, quante volte aveva visto la morte in faccia eppure, credetemi, è beffarda la sorte, ma quando si vivono talune situazioni è inevitabile credere al fato.
“Se non è la tua ora non parti. Già è il destino…”
Pagine crude, dure, inesorabile dolore, perdita di amici, sofferenza che Mario Rigoni Stern mette nero su bianco con un linguaggio curato e definito, immagini rese nitide tra le sue parole.
Vorrei potervi lasciare più passi di questo libro che è breve ma immenso, lascio l’ultima considerazione, quella che ho fatto più mia, perchè nonostante tutto il male, credo ancora nell’essere umano e nella sua capacità di amare anche i nemici ed è ciò che accadde in quell’isba (Abitazione Russa)
“in quell’isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini un’armonia che non era un armistizio, era qualcosa di molto più del rispetto che gli animali della foresta hanno l’uno per l’altro. Una volta tanto le circostanze avevano portato degli uomini a saper restare uomini”
E vorrei chiudere con questa considerazione, con la speranza che possa non essere un episodio sporadico ma che possa accadere ancora, che possa divenire un modo di vivere.
Copertina flessibile: 144 pagine
Editore: Einaudi (10 febbraio 2014)
Collana: Super ET
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8806219669
ISBN-13: 978-8806219666
Link d’acquisto: Il sergente nella neve