Trama
Parigi, giugno 1786. Il silenzio del mattino è trafitto da uno strillo roco, disperato. Cercando di farsi largo tra la folla che affluisce al Palazzo di Giustizia, il giovane Marcel de la Tache, giornalista alle prime armi, si trova dinnanzi a uno spettacolo senza precedenti: migliaia di persone circondano il patibolo sopra cui si dibatte una donna con le vesti stracciate. Da sola tiene testa a quattro uomini. Soltanto il boia di Parigi, Henri Sanson, un gigante con un grembiule di cuoio, un berretto di pelo e una frusta in mano, se ne sta tranquillo accanto a un braciere fumante, pronto a infliggere alla prigioniera il marchio del disonore. Chi è quella tigre inferocita? E quale delitto orrendo ha commesso per essere condannata alla pubblica fustigazione e marchiata a fuoco come una ladra? Marcel de la Tache lo ignora. Impressionato e, suo malgrado, affascinato dalla bellezza di quella belva selvaggia, si interessa al caso. Scopre che la condannata è Jeanne de la Motte, un’avventuriera con il sangue dei re Valois nelle vene. Si è macchiata di tre gravi reati: furto, falso e lesa maestà. La donna, fingendo di agire per conto di Maria Antonietta, ha convinto il grande elemosiniere di Francia, il cardinale Rohan, a comprare e consegnarle un favoloso collier di diamanti con oltre seicento pietre tra le più belle d’Europa. Ammaliato dalla donna che ha infangato il nome della regina, frodato il cardinale Rohan e l’intera Francia, Marcel decide di farle visita in carcere. Una scelta destinata a condurlo su strade pericolose quando Jeanne gli chiederà di aiutarla a evadere. Attraverso una prosa elegante e agile, Brunella Schisa fa rivivere nelle sue pagine la più grande truffa del XVIII secolo, a opera di uno dei personaggi femminili più affascinanti della storia: Jeanne Valois, contessa de la Motte, che nei suoi memoir si firmava «la nemica mortale» di Maria Antonietta.
Recensione a cura di Sara Valentino
Brunella Schisa, napoletana di nascita ha scritto diversi romanzi esordendo con
La donna in nero che le ha permesso di vincere il Premio Rapallo. La nemica entra di diritto nella rosa dei migliori romanzi storici che abbia letto nel 2017, racconta l
a vicenda della collana dei diamanti, storia tra le più narrate della letteratura, anche da
Dumas, che ne ha fatto la trama di un suo libro; vicenda sulla quale permane tutt’oggi il mistero su quanto accaduto, e che si annovera tra i gialli irrisolti dell’ottocento.
“Il primo grido sembrò l’urlo sgraziato di un gabbiano”
Il romanzo si apre così: una donna avanza verso il patibolo, una donna ribelle, feroce come una tigre, che non si piega dinanzi a nulla ed a nessuno; ma uno spettatore d’eccezione sarà testimone di quella condanna, del marchio che le verrà inferto perchè venga riconosciuta ovunque come una ladra: una v impressa sul seno ed una sulla spalla, la V di Voleuse.
Parigi anno 1786, il popolo è alla fame, vuole rassicurazioni, carestie ed eventi atmosferici estremi non fanno che acuire maggiormente il malcontento ed il capro espiatorio sembra poter essere lei:
Maria Antonietta, l’austriaca, una manovratrice al fianco di un uomo, il Re, che si permette di dormire durante le riunioni di consiglio e di sfuggire ai problemi. Cosa può realmente accadere, dunque, se uno scandalo come quello della collana di diamanti, dovesse coinvolgere la regina ed il
Cardinale Rohan? E sulle scene e i teatri di questa vicenda eccentrica Parigina ecco comparire Il
Conte di Cagliostro, definito dall’autrice “il principe degli impostori”; chi se non lui, cacciato dalle corti di tutta Europa, poteva essere invischiato nel più grande scandalo dell’ottocento?
“ e ricorda perchè una truffa funzioni ci vogliono sempre due attori: un grande imbroglione e una grande imbecille”
Jeanne De la Motte, discendente dei Valois, chi è? Una menzoniera, un’avventuriera, una spudorata adescatrice con un unico scopo nella vita, denigrare la Regina e difendersi da un giudizio che, per quel che ci fa credere, le è stato ingiustamente attribuito. La troviamo sul patibolo a difendersi con le unghie e con i denti, imprigionata a vita ed in fuga dal destino.. un destino beffardo che ha sempre un colpo in canna.
“dimenticherete. La mente umana ha la capacità di cancellare i ricordi”
Sul suo cammino
Marcel, un giornalista de la Gazzette, che ha fatto della sua carriera una missione, che vuole raccontare la verità attraverso i suoi articoli, disdegna chi scrive per giornali che sono semplicemente un’eco di Versailles. Chi è dunque Marcel, un complice inconsapevole o un folle innamorato? Dove lo condurrà la ricerca della verità?
Credo che
l’amore possa rendere ciechi… ciechi a tal punto da ferire chi a nostra volta ci ama nell’ombra, questo è il messaggio che mi ha lasciato questo romanzo.
“si era ripresa la sua vita senza avere un futuro”
La Schisa regala al lettore un romanzo che ha pochissimo di romanzato ed è questa la rarità e la particolarità: lo scoprire nelle note a fondo che è tutto realmente accaduto. Scritto in maniera ricercata ma fluida quasi un resoconto che riesce incredibilmente a regalare la giusta dose di suspence al lettore; l’autrice traccia anche un quadro preciso e dettagliato della situazione politica dell’epoca, degli accadimenti che porteranno la Francia alla rivoluzione. E proprio come farebbe Marcel, reporter sul campo, anche noi possiamo essere testimoni della
presa della Bastiglia, del danno che può produrre la paura di un popolo allo stremo.
“al fango sulla Regina è abituato, al malumore di un popolo con la pancia vuota molto meno”
Copertina flessibile: 428 pagine
Editore: Neri Pozza (16 novembre 2017)
Collana: I narratori delle tavole
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8854511099
ISBN-13: 978-8854511095
Peso di spedizione: 358 g
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