Trama
Il giovane Michelangelo Merisi da Caravaggio è cresciuto come un reietto. Cacciato dalla famiglia, ancora adolescente è stato costretto a fuggire da Milano perché accusato di omicidio. Quando arriva a Roma, solo e senza un soldo, scopre presto che l’accecante bellezza della città nasconde anche un aspetto pericoloso e sinistro: sopravvivere nel quartiere degli artisti significa destreggiarsi tra ricchi committenti e spietati criminali. Sotto la protezione del potente cardinale del Monte, Caravaggio inizia la sua turbolenta ascesa, intrecciando una relazione con la musa Fillide, “la più famosa puttana di Roma”. Con la gloria cresce però anche la sua arroganza, e Caravaggio si troverà a un bivio dal quale non potrà più tornare indietro. Di nuovo nella polvere, di nuovo in fuga, con una taglia sulla testa. Tra gli splendori dell’arte e i violenti piaceri della carne, questa è la travolgente, enigmatica storia di un uomo fuori dal comune.
Recensione a cura di Maria Rita
“Un’ autrice che possiamo definire la nuova Dan Brown in gonnella” recita una delle diciture che accompagna il libro della Connor. Probabilmente, un buon modo per descrivere a chi si approccia per la prima volta all’ autrice inglese, cosa lo aspetti una volta aperto il libro.
‘Caravaggio enigma’ è il suo terzo lavoro per la Newton Compton Editori ed il suo secondo libro che ho avuto il piacere di leggere. Non nascondo che la figura di Caravaggio mi ha sempre affascinata e proprio questo mi spinse ad acquistare ‘Cospirazione Caravaggio’ quando ne scoprii l’ esistenza. Se con quel primo approccio l’ho amata, con la lettura di quest’ultimo libro l’ho confermata tra gli autori che maggiormente stimo.
A differenza di quanto si pensi, Caravaggio enigma, non è il continuo della storia precedente, bensì l’inizio di una trilogia.
Con grande maestria la Connor ci presenta un Caravaggio inedito, costruendone una figura piena di turbamenti, tra sofferenza e successo, soffermandosi molto sul lato umano ed intersecandolo alla perfezione con il suo essere artista.
A guidarci nella sua vita è proprio il pittore che, come stesse scrivendo un diario, ci invita e ragguaglia su episodi della sua esistenza per meglio comprendere i suoi disagi e ciò che lo portò alla rovina.
“Comincerò da quando avevo cinque anni. Si,cinque . Poco più di un bambino. A prescindere da tutto quello che è stato scritto su di me, da ciò che si pensa, a quei tempi facevo parte di una famiglia con una madre, un padre , un nonno , fratelli e sorelle.”
A mio avviso, proprio il suo rapporto parentale, da motore alla narrazione e comincia a delineare l’irrequietezza del pittore. Punto focale il suo rapporto con la madre, fautore delle sue maggiori insicurezze.
“Il senso di colpa non si affievoliva, ma pulsava come un chiodo conficcato nel cuore.”
Nonostante il suo essere burbero e dispotico, durante il suo viaggio incontrerà figure che lo appoggeranno e che si riveleranno utili alla sua formazione di artista. Un nome in particolare salta all’occhio: Mario Minniti. Facendo una ricerca online risulta essere un pittore siciliano, amico e collaboratore di Caravaggio. Molti studiosi pensano anche che abbiano avuto una storia in quanto Minniti risulta essere spesso soggetto dei suoi quadri. (Es. il Fanciullo con canestro di frutta)
Un pregio della Connor è quello di saper descrivere la psiche dei suoi personaggi in maniera che io definirei magistrale nella sua semplicità. E lo fa anche in questo caso nel descrivere gli atteggiamenti dell’artista, che affronterà la sua ascesa al successo con molte difficoltà da lui stesso provocate.
Sono molti i personaggi che fanno capolino durante la lettura e che a molti possono far risuonare un campanellino in testa per la familiarità del nome. Vedi Fillide Melandroni: cortigiana dell’ epoca, ammalió Caravaggio che la volle come modella per quello che fu il suo unico dipinto di donna (Ritratto di cortigiana) e che si dice andò distrutto nell’ incendio della Flakturm Friedrichshai durante la seconda guerra mondiale.
“La sua è una presenza strana: a volte è soltanto una donna, una sgualdrina, ha la bellezza della corruzione; in altre occasioni, invece, i suoi lineamenti cambiano, si ammorbidiscono. “
“Mi fa ridere. A parte Minniti , nessun altro ci era mai riuscito. Mi fa riflettere . Mi fa struggente dal desiderio…”
Bene o male , anche per sentito dire, un po’ tutti conosciamo la vita di Caravaggio e le sue azioni.
In questo racconto la Connor, tra cenni storici reali, è riuscita a mettere nero su bianco una storia che ci fa assaporare,passo dopo passo, ogni pensiero e sensazione di colui che è stato uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana. Il maggior pregio di questo libro, a mio avviso, è la scrittura che ti fa entrare in completa simbiosi con il protagonista facendoti comprendere un po’ di più quest’uomo attorno cui, ancora oggi, aleggia un’aura di mistero.
La lettura mi ha riportato ai miei anni scolastici e se avessi avuto a disposizione questo testo il mio approccio con lo studio dell’arte sarebbe stato sicuramente diverso, con più voglia di sapere probabilmente. Perché la capacità della Connor sta anche in questo: è stata capace di costruire un grande thriller intorno alla vita del pittore, ricco di suspence e colpi di scena che non possono lasciarti indifferente.
Per gli amanti dell’ arte potrebbe diventare una perla; chi invece ha poca dimestichezza con Caravaggio e la materia in generale può trovare un valido incentivo per inoltrarsi nel mondo dell’artista milanese.
“Ma io sono Michelangelo Merisi da Caravaggio, e non sono ancora morto. “
Copertina rigida: 334 pagine
Editore: Newton Compton (16 novembre 2017)
Collana: Nuova narrativa Newton
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8822713397
ISBN-13: 978-8822713391
Peso di spedizione: 558 g
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