Un luogo sicuramente interessante, anche se molto particolare si trova in Sicilia e sono le Catacombe di Palermo .
Questo luogo custodisce un segreto: il corpo intatto di Rosalia Lombardo, la “Bella Addormentata” delle Catacombe di Palermo, ritenuta a ragione la più bella mummia del mondo. Rosalia Lombardo è deceduta nel 1920 all’età di due anni e imbalsamata dal tassidermista siciliano Alfredo Salafia

La bambina si presenta come un piccolo angelo addormentato, con riccioli dorati che le ricadono sulla fronte e sembianze talmente autentiche da farla sembrare viva, sprofondata in un sonno profondo.
Quali alchimie hanno permesso la perfetta conservazione di una bambina di due anni, a quasi un secolo dalla sua morte? Un paleopatologo, Dario Piombino-Mascali, fece una ricostruzione della vicenda che lega la piccola Rosalia Lombardo ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano e inventore del composto innovativo per l’imbalsamazione di cadaveri umani.
Alfredo Salafia, nel 1899, ottenne il permesso di sperimentare il suo innovativo composto sui cadaveri umani nella Scuola Anatomica del professor Randaccio ma come era riuscito a fermare l’istante della morte con tale perfezione? Il paleopatologo, grazie ad Anna, la pronipote di Salafia, trovò il manoscritto con la preziosa formula chimica che aveva consentito a Salafia di imbalsamare cadaveri illustri, come quello dello statista Francesco Crispi. Si tratta di un’iniezione di una miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico, cui si poteva aggiungere un trattamento del volto con paraffina disciolta in etere per mantenere un aspetto del volto vivo e rotondeggiante.
Ma la meraviglia o per lo meno la curiosità non finisce qui, il Convento dei Cappuccini di Palermo è conosciuto in tutto il mondo per la presenza nei suoi sotterranei di un vasto cimitero che attira la curiosità di numerosi turisti nonostante lo spettacolo macabro degli innumerevoli cadaveri esposti. Le salme presenti non sono mai state tutte inventariate, ma si è calcolato che ve ne siano fino a 8.000 e la leggenda narra che ci sarebbe anche la salma del Conte di Cagliostro. Le mummie, in piedi o coricate, vestite di tutto punto, sono divise per sesso e categoria sociale, anche se la maggior parte appartengono ai ceti alti poiché il processo di imbalsamazione era costoso.

Nei vari settori si riconoscono: i prelati, commercianti e borghesi nei loro vestiti migliori, ufficiali dell’esercito in uniforme di gala, giovani donne vergini decedute prima di potersi maritare vestite col loro abito da sposa e gruppi familiari disposti in piedi su alte mensole.
Il metodo di imbalsamazione prevedeva prima di tutto la “scolatura” della salma per circa un anno dopo averla svuotata degli organi interni. Il corpo più o meno essiccato, veniva poi lavato con aceto riempito di paglia e rivestito con i suoi abiti. Altri metodi, utilizzati specialmente in periodi di epidemie, prevedevano un bagno di arsenico o di acqua di calce.
Con l’avvento del Regno d’Italia nel 1861 le normative igienico-sanitarie impedirono le procedure di essiccazione, ma il ricorso alla mummificazione continuò a essere praticato fino agli inizi del ‘900.