Personaggi Storici Viaggio nella storia

Lady Whistledown come Eliza Haywood

Ci si chiede spesso, davanti a un libro o a una serie tv di ambientazione storica, quanto ci sia di vero o verosimile, quanti dei personaggi che spesso reputiamo inventati lo siano effettivamente.
Ebbene con questa rubrica TSD si propone di scandagliare proprio questo aspetto e farlo laddove, magari, meno ci si aspetta di trovare corrispondenze.

Oggi parleremo di un personaggio chiave di una serie molto dibattuta tra gli storici puri. Potremmo iniziare dicendo “Cari gentili lettori”. Avete capito di chi parliamo?

Naturalmente di Lady Whistledown del noto “Bridgerton” – serie tv tratta dalla serie di romanzi di successo di Julia Quinn.
Tranquilli, non intendiamo fare alcuno spoiler svelando l’identità della Lady dalla lingua tagliante. Ma di sicuro possiamo dirvi che una come lei è veramente esistita, con tanto di gazzettino ricco di “pettegolezzi” sull’alta società londinese.

Lady Whistledown, infatti, si ispira a una vera scrittrice che redigeva settimanalmente un pamphlet in cui raccontava rumors e segreti della ‘buona società’.
La scrittrice si chiamava Eliza Haywood e il suo giornalino di gossip portava il nome di The Parrot, Il Pappagallo, nome non scelto a caso per criticare l’alta società.
Il tutto si colloca a metà Settecento (mentre con la serie tv siamo nella seconda decade dell’Ottocento).

Eliza Haywood, inglese, fu una scrittrice, ma anche attrice e soprattutto pamphlettista. Si dice fosse una autrice prolifica avendo scritto e pubblicato oltre settanta opere, tra fiction, spettacoli teatrali, traduzioni, poesia, periodici, romanzi, ecc.

Della sua biografia si sa poco, e di questo poco molto è incerto, a cominciare da luogo e data di nascita: il primo si colloca tra lo Shropshire e Londra, mentre sulla data di nascita l’ipotesi è che sia avvenuta intorno al 1693, data ricavata combinando il giorno della sua morte – una delle poche cose certe che si sanno di lei –  e la sua età dichiarata al momento in cui avvenne (la Haywood, ammalatasi già nel 1755, morì qualche mese dopo, il 25 febbraio 1756 e i necrologi indicano la sua età come sessant’anni).

La prima volta che compare il suo nome è nei registri pubblici di Dublino nel 1715. In questa voce, è elencata come “Mrs. Haywood”, che si esibisce nell’adattamento shakespeariano di Thomas Shadwell, “Timon of Athens” allo Smock Alley Theatre.
Lei stessa si definì come una “vedova”, e nel 1719 parlava di un matrimonio “sfortunato”, ma non è stata trovata alcuna registrazione di tale unione e l’identità di suo marito rimane sconosciuta.

La carriera di scrittrice cominciò nel 1719 con i primi capitoli di “Love in excess, a novel” (che concluse nell’anno della sua morte), con i libri di “The Wife and the Husband” e con i periodici “The Young Lady”. Scrisse diversi generi letterari, e molti dei suoi lavori sono stati pubblicati in forma anonima. Scrisse anche una parodia di “Pamela, or the virtue rewarded”, il popolare romanzo di Samuel Richardson, con il titolo di “Anti-Pamela: Or Feign’d Innocence Detected”.

Si è mantenuta scrivendo, recitando e adattando opere per il teatro. La sua predilezione era la narrativa stravagante e appassionata – molto di moda all’epoca – in cui si raccontavano gli scandali che coinvolgevano i leader della società, che lei indicava con le sole iniziali. (Il British Museum di Londra ha una chiave che riporta i loro nomi completi.)  Fu severamente attaccata da poeti e scrittori: Alexander Pope, nella sua poesia The Dunciad (1728), le riserva una grossolona “bastonata”, mentre Jonathan Swift la definì una “donna stupida e famigerata”.

La caratteristica dei suoi scritti era l’essere sempre graffiante. Faceva scalpore non soltanto perché affrontava temi scandalosi, ma soprattutto perché scandagliava con scrupolo tutti i difetti dei comportamenti maschili della sua epoca.

Ma veniamo alla ispirazione per il personaggio di Lady Whistledown di Bridgerton.
Entrambe
 sotto falso nome prendevano in giro le persone e i ricchi dell’alta società e il pamphlet di gossip di Lady Whistledown si ispira al gazzettino scandalistico della Haywood che si chiamava “The Parriot”, il pappagallo.
Pubblicato settimanalmente, raccontava delle ipocrisie dell’alta società settecentesca su temi come il genere e l’etnia. A scrivere, una creatura schiavizzata deportata dalle Indie dell’Est e scarrozzata qua e là in Europa prima di arrivare a Londra, alla stregua di un pappagallo. Dalla sua gabbia – casa di famiglia -osservava stranito come si comportava la società inglese. E c’è un passaggio del “The Parriot” in cui l’ispirazione per il gazzettino di Lady Whistledon sembra molto molto forte: chi scrive si domanda in che maniera il suo aspetto abbia a che fare con la qualità delle sue idee.

 «Come se l’aspetto del mio corpo influisse in qualche modo sulle facoltà della mente. Eppure è così che fanno loro, che abbiano ragione o torto, condannano tutto quello che dico ancora prima che lo pronunci»

Un’altra “somiglianza” la si nota in una cosa cui il pappagallo tiene molto: far sapere ai suoi lettori di non essere interessato al gossip di per sé, ma di esserlo «con un imperativo morale».

Eliza Haywood è stata di recente rivalutata dalle studiose femministe. Un interesse cresciuto a partire dagli anni ’80. I suoi romanzi sono visti come stilisticamente innovativi, nonché come transizioni stilisticamente innovative e importanti dai romanzi di seduzione erotica e dalla poesia di Aphra Behn, ai romanzi semplici e schietti di Frances Fanny Burney.

Indiscrezioni di corridoio dicono che The Parrot della Haywood verrà ripubblicato prossimamente, non sappiamo in quale paese di preciso né se verrà poi tradotto in Italia, ma di sicuro è avviata la riscoperta di un’autrice sconosciuta e di un tempo che sembra molto distante dall’oggi, ma che sembra parlare così tanto al presente.

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