Giornate di festa e di bagordi, di riposo e di relax…ma non per i nostri editori che hanno tirato fuori dal loro cilindro magico succulenti titoli! A voi una carrellata di libri tutti da segnare! TSD vi augura un anno ricco di letture!
Il caso della canarina assassinata
S. S. Van Dine
Polillo
In libreria il 1° gennaio
“Il caso della Canarina assassinata” (1927) è il secondo romanzo di Van Dine pubblicato nella collana. Il libro, considerato una delle più riuscite “camere chiuse” della storia del giallo, è incentrato sulla tragica morte della “Canarina” Margaret Odell, affascinante stella di Broadway così soprannominata per il costume indossato in un balletto alle Follies. Una sera di settembre, al ritorno da teatro, la bionda bellezza viene strangolata nel suo appartamento nel centro di New York. Le amicizie maschili della Canarina erano numerose, per lo più uomini in vista che lei sapeva sfruttare con abilità, e quella sera, come viene ben presto appurato, in molti le avevano fatto visita. La polizia, arrivata sul posto, trova la vittima accasciata sul divano e l’appartamento sottosopra: mobili rovesciati, cose sparse ovunque, i gioielli spariti dal portagioie, un cofanetto per i documenti svuotato. Ma quello che a prima vista parrebbe un semplice delitto a scopo di rapina si rivela un caso sconcertante quando si scopre che ogni via di fuga era preclusa all’assassino. Agli inquirenti non resta dunque che affidarsi al fine intuito di Philo Vance, colto e raffinato detective, che noterà ciò che agli altri è sfuggito. Per esempio, come mai la chiave di un armadio è infilata nella serratura all’interno dell’anta?
Venezia a terra, l’oro e la pietra. Le pavimentazioni nel centro storico di Venezia
Patrizia Valle
Tuia Giannesini
Albatros
In libreria il 7 gennaio
Nel 2024 ricorre il trentesimo anniversario dal progetto di restauro delle pavimentazioni di via Garibaldi a Venezia, ex Strada Eugenia. L’architettura può essere definita come l’arte dello spazio che evolve nel tempo, secondo Hegel la prima delle arti. La “passeggiata architettonica” di Le Corbusier trova a Venezia un palcoscenico ideale dove le pavimentazioni urbane giocano un ruolo fondamentale nel caratterizzare l’atmosfera unica della città. Questi selciati storici non solo esaltano le architetture circostanti, ma stabiliscono un dialogo tra gli edifici e il paesaggio. Le strade veneziane, con le loro pavimentazioni costituite prevalentemente da masegni di trachite e pietra d’Istria ben preservate, offrono una comprensione profonda della città stessa, come evidenziato dagli scritti di Walter Benjamin. I percorsi pedonali, rispetto a quelli acquei, aggiungono un carattere distintivo alla città lagunare, influenzando l’economia e il commercio, e creando una teatralità urbana. Il restauro di via Garibaldi ha rinnovato l’antica armonia tra progetto architettonico e contesto. Lo studio delle pavimentazioni urbane a Venezia comprende aspetti di manutenzione e conservazione, documentando le trasformazioni dal XV secolo fino agli interventi moderni. L’oro e la pietra esplora i rapporti evolutivi tra palazzi e spazi urbani, mettendo in rilievo la magnificenza della Serenissima nel corso dei secoli.
Sorelle
Ada Negri
Neri Pozza
In libreria il 10 gennaio
Nel 1929, nell’Italia concordataria e benpensante, Ada Negri dà alle stampe Sorelle, ventuno ritratti di donne non di rado sorprendenti che danno già forza a una parola e un’idea, la sorellanza, che avrebbe avuto grande significato etico, civile e politico tanti decenni dopo. Si tratta infatti d’un libro che si segnala come uno dei primi e più importanti capitoli nella storia della scrittura delle donne, pur mantenendo, agli occhi delle lettrici e dei lettori di oggi, una grande freschezza.
Le donne di Ada Negri sono donne del popolo: dritte, dure, forti, e ci sono restituite con la loro prepotente e definita personalità e, non di rado, con tutto il loro anelito di libertà, portando a maturazione una ricerca che era cominciata nel 1917 con il libro di novelle Le solitarie. «“Di noi donne nessuno ha mai capito nulla”. Questa citazione dal racconto Signora con bambina può valere come il suggello struggente dell’intera raccolta» scrive Massimo Onofri nella prefazione a questo volume. E ci consente di ricordare che in questo libro «entrano in scena con un anticipo impressionante sul nostro presente, e dentro una luce di profonda tenerezza, questioni importanti e anche drammatiche, discusse ancora oggi, relative alla coscienza femminile.
Di questa incredibile modernità è sicuramente esempio il racconto La Cacciatora, dove il tormentato personaggio eponimo è disegnato al di là d’ogni convenzione, tanto più se si pensa che ci troviamo nell’Italia fascista che aveva già tradotto in agiografia il mito della donna madre e sposa».
Ventuno ritratti netti, poetici, sospesi, scritti in una lingua antica e potente. Uno dei primi e più importanti capitoli nella storia della scrittura delle donne.
Gli anni dell’abbondanza
Maria Costanza Boldrini
Casa Editrice Nord
In libreria il 10 gennaio
I Contini sono una famiglia come tante, lì a Valchiara, un piccolo paese del centro Italia affacciato sul mare. Benvoluti e gran lavoratori, conducono un’esistenza povera ma dignitosa. Poi qualcosa cambia quando la giovane Beata, a dispetto delle proteste della madre, decide di farsi assumere alla Regia Fabbrica dei Sigari. Perché un misterioso miracolo si produce in lei: è la sua abbondanza, un dono che la rende la beniamina delle colleghe zigarare e il bersaglio dell’occhiuto sospetto dei controllori della fabbrica. E dopo di lei anche sua figlia Clarice e la nipote Antonia saranno benedette e maledette da questo prodigio, ciascuna a modo suo. Tuttavia l’abbondanza non è per sempre, può sparire da un momento all’altro a causa di un grande dolore. E di dolori ne vivranno tanti, Beata, Clarice e Antonia, vittime della violenza della Storia ma capaci di affrontare e superare ogni difficoltà, anche grazie a un’altra benedizione, l’amore puro e incondizionato dei loro adorati mariti.
Un’appassionante saga generazionale che attraversa un secolo di storia italiana, dalla fine dell’Ottocento agli anni del benessere, passando per due guerre mondiali, il ventennio fascista e i mesi dell’occupazione nazista. Una scrittura ammaliante che, come una sorgente magica, riporta alla luce le vicende di donne normali eppure eccezionali, tra sogni premonitori e tradizioni popolari, gioie quotidiane e amori predestinati. Perché l’abbondanza non è ancora finita…
Conoscere l’essere. Platone, Aristotele e la costruzione della filosofia prima
Roberto Granieri
Il Mulino
In libreria il 10 gennaio
Nella «Metafisica» Aristotele fonda una scienza filosofica a cui assegna il compito di occuparsi dell’«essere in quanto essere», indagandone le cause e i principi primi. Egli denomina questa scienza «filosofia prima» e la eleva a forma massima di sapere. La filosofia prima è abitualmente riconosciuta come il punto di partenza per la formazione della disciplina filosofica che, a partire dalla prima età moderna, chiamiamo ontologia. Nel delinearne la fisionomia teorica e lo statuto, tuttavia, Aristotele si confronta da vicino con un altro autorevole modello di scienza suprema, avente anch’essa l’essere per oggetto proprio: la dialettica platonica. Scopo di questo libro è esplorare il retroterra platonico della progettazione aristotelica della filosofia prima e mostrare, attraverso dettagliate ricostruzioni testuali, che Aristotele ha elaborato questa scienza come un’alternativa alla dialettica platonica.
Il pensiero di Giacomo Matteotti
Maurizio Degl’Innocenti
Andrea Giardina
Alessandro Roncaglia
LaTerza
In libreria il 10 gennaio
«L’immaginazione collettiva ha relegato a lungo Giacomo Matteotti nel pantheon dei martiri antifascisti, esemplificati per appartenenza alle famiglie politiche, in modo da rendere visibile la dimensione unitaria della Resistenza, e con essa dell’identità repubblicana. Questa tradizionale rappresentazione ha lasciato in ombra quella del dirigente politico di grande spessore intellettuale, oltre che civile e morale.» (Dall’Introduzione).
Lettere 1904-1937
Sigmund Freud
Eugen Bleuler
Alpes Italia
In libreria il 10 gennaio
L’accoglienza dei primi risultati della ricerca freudiana da parte di Bleuler e dei suoi colleghi presso l’Ospedale Psichiatrico Universitario Burghölzli di Zurigo negli anni 1904-1913 ha rappresentato un evento decisivo sia per la storia della psichiatria che per la diffusione della psicoanalisi in questo ambito del sapere medico. La forza delle argomentazioni di Freud e la loro parziale ricezione da parte di Bleuler hanno giocato un ruolo fondamentale nella contaminazione tra la prospettiva psicoanalitica e quella psichiatrica nella costituzione della psicopatologia. Le lettere che i due capiscuola si inviarono per oltre trent’anni sono al tempo stesso lo specchio di irriducibili incomprensioni (come quella di Bleuler sulla natura della psicosessualità infantile) e di interessi diversi che cercano di incontrarsi. Questo Carteggio presenta in I edizione italiana un carteggio che, pur nella sua lacunosità, è in grado di far cogliere al lettore un susseguirsi di argomenti chiave (autismo, sviluppo delle topiche, paranoia, schizofrenia, osservazione dell’evidenza versus “fatti” dell’inconscio) che ne documentano, oltre che l’interesse, la grande attualità.
A tu per tu con la «Commedia»
Giuseppe Patota
LaTerza
In libreria il 10 gennaio
«Capire la Divina Commedia è difficile. Della lingua in cui la scrisse, diventata la nostra soprattutto grazie a lui, Dante sperimentò tutte le possibilità espressive, comprese quelle che sembrano andare al di là dell’umano, sia verso il basso sia verso l’alto, e non è facile seguirlo in questo vertiginoso saliscendi. Poi ci sono i contenuti. Teologia e interpretazione dei testi sacri, filosofia, logica, morale, politica, diritto, letteratura e storia antica, scienza dei numeri e delle misure, musica, ottica, medicina, arte della guerra e della navigazione: non c’è aspetto della cultura antica e medievale di cui Dante non abbia appropriatamente detto qualcosa, nel suo enciclopedico poema. Infine, ci sono i personaggi che popolano l’oltremondo che il Poeta ha costruito. Tralasciando quelli appartenenti al mito o alla storia, e limitandoci a quelli che hanno popolato la cronaca dei tempi di Dante e di quelli di poco precedenti, l’unico motivo per cui continuiamo ad avere memoria dei nomi di Ciacco, Francesca da Rimini, Farinata degli Uberti o Ugolino della Gherardesca è dato dal fatto che i versi scritti da Dante li hanno resi figure immortali: se quei versi non fossero stati scritti, i loro nomi sonnecchierebbero in qualche documento d’archivio o in qualche cronaca medievale. Sì: capire la Commedia è veramente difficile. Per questo ho scelto i versi più significativi, curiosi o sorprendenti dei cento canti di cui si compone e li ho distribuiti in 114 presentazioni (per qualche canto ho avuto bisogno di qualche presentazione in più). Ho cercato di spiegare quei versi parola per parola, senza dare niente per scontato, collegando i fatti con gli antefatti. In questo modo, leggendoli canto dopo canto, farete lo stesso viaggio che ha fatto Dante: questo, almeno, è quello che spero.»
All’arme! All’arme! I priori fanno carne!
Alessandro Barbero
LaTerza
In libreria il 10 gennaio
Arrivano completamente inaspettate. Durano pochissimo, talvolta solo qualche settimana, poi vengono represse. Ma in quel poco tempo succedono cose tali da rimanere per sempre incise nella memoria collettiva. Sono le rivolte popolari. La storia, almeno nell’ultimo millennio, è tutta punteggiata da momenti critici in cui una massa di persone decide che il futuro così come lo vede non gli piace, e prova a cambiarlo. Il Medioevo non fa eccezione: anche allora non sono mancati movimenti insurrezionali che nel loro sviluppo iniziale non sembrano affatto distinguibili dalle più travolgenti rivoluzioni moderne. In particolare nella seconda metà del Trecento se ne sono concentrati così tanti da costituire un’anomalia. Alessandro Barbero racconta proprio le più spettacolari fra queste insurrezioni. Per molto tempo gli storici hanno visto nel loro fallimento non solo la prova che i rivoltosi non avevano nessuna possibilità di riuscire, ma che non perseguivano neppure un obiettivo consapevole. Nulla di più falso: i rivoltosi sapevano quello che stavano facendo, avevano rivendicazioni precise e si battevano consapevolmente per realizzarle.
Il vento conosce il mio nome
Isabel Allende
Feltrinelli
In libreria il 10 gennaio
Vienna, 1938. Samuel Adler è un bambino ebreo di sei anni. Durante la Notte dei cristalli, quando la famiglia perde tutto, la madre lo mette su un treno diretto in Inghilterra per salvarlo. Samuel inizia così una nuova vita, sempre accompagnato dal suo fedele violino e dal peso dell’incertezza e della solitudine. Arizona, 2019. Anche Anita Díaz e sua madre salgono su un treno, questa volta per sfuggire a un pericolo imminente nel Salvador e cercare rifugio negli Stati Uniti. Ma al loro arrivo la nuova politica di separazione familiare le divide e Anita, sette anni, si ritrova da sola in un centro di accoglienza a Nogales. Lontana da tutto ciò che le è familiare, si rifugia in un mondo magico di sua invenzione, mentre una giovane assistente sociale tenta in ogni modo di ricongiungerla alla madre. Intrecciando passato e presente, Allende racconta la storia di due personaggi indimenticabili alla ricerca di una famiglia, scrivendo una testimonianza delle scelte dolorose a cui i genitori sono costretti e una lettera d’amore per tutti quei bambini che sopravvivono a ogni difficoltà senza smettere mai di sognare. “Un romanzo che parla dell’oggi, che obbliga a riflettere e fa emozionare.”
La ballerina di Auschwitz. La mia storia
Edith Eva Eger
Corbaccio
In libreria il 10 gennaio
Edith ha sedici anni, è una ballerina di talento e una bravissima ginnasta che aspira alle Olimpiadi. E, fra allenamenti massacranti e la quotidiana battaglia per trovare il suo posto in una famiglia dove è considerata la figlia «dotata di cervello ma non di bellezza», è troppo presa per soffermarsi a riflettere su quel che succede nel mondo e nel suo Paese. Ma l’Ungheria del 1943 incomincia a diventare pericolosa per una ragazza ebrea. Appena Edith si innamora per la prima volta, si trova rinchiusa, insieme alla sua famiglia, nel vagone di un treno diretto ad Auschwitz. Persino in questi momenti bui, Eric, il ragazzo di Edith, mantiene viva la speranza: «Non dimenticherò mai i tuoi occhi» le dice attraverso le assi del carro bestiame. La realtà di Auschwitz supera ogni peggiore incubo, eppure Edith, nonostante la fame che patisce e gli orrori che vive, è sostenuta dal pensiero di Eric. Sopravvive, insieme con la sorella Magda, e torna a casa, piena di dolore e sensi di colpa: la vita le appare più un peso che un dono… almeno fino a quando non capisce di poter scegliere. Non può cambiare il passato, ma può scegliere come vivere il presente e persino amare di nuovo. Intenso, commovente, aspro e luminoso allo stesso tempo, “La ballerina di Auschwitz” è il grido di una ragazzina travolta dal Male, ma forte abbastanza da rinascere a nuova vita… ancora sulle punte.
Anima e numero nel Rinascimento. Simbolismo dei numeri e platonismo nel XVI secolo
Marco Ghione
Mimesis
In libreria il 10 gennaio
Il saggio indaga i legami tra anima e numero nell’ambito del pensiero rinascimentale, dal XVI secolo agli esordi del XVII secolo, epoca nella quale la filosofia antica viene pienamente recepita e la scienza moderna si afferma progressivamente. Grazie alle influenze esercitate dal pensiero cabalistico, dal pitagorismo e dal neoplatonismo – in particolare dalle opere di Porfirio, Giamblico e Proclo – durante il Rinascimento si diffonde lo studio dell’aritmologia, disciplina che si occupa delle proprietà simboliche dei numeri. Attraverso l’esame di trattati in larga parte inediti, come i lavori di Fabio Paolini (1535-1605) e di Francesco Patrizi (1529-1597), queste pagine offrono nuove prospettive sull’interpretazione del pensiero rinascimentale e della filosofia platonica del Cinquecento.
Vita e morte di Michele Schirru. L’anarchico che pensò di uccidere Mussolini
Giuseppe Fiori
LaTerza
In libreria il 10 gennaio
Un poliziesco storico-politico ambientato nell’America degli anni Venti, nella Parigi di “Giustizia e Libertà” e nell’Italia del fascismo trionfante. Al mercato di Arthur Avenue, North Bronx, New York, ha un banco per la vendita di banane un cittadino USA originario della Sardegna, Michele Schirru, alto, spavaldo, capelli castano-chiari, lisci, ravviati all’indietro, la faccia lunga e irregolare, gli occhi celesti, la bocca che inclina al sorriso. Suoi nemici, i connazionali convertiti al fascismo. Nel 1930 – persuaso che il fascismo è Mussolini e che uccidendo il dittatore si abbatte la tirannia – Schirru parte per l’Italia. Ma una spia fascista a New York ne informa l’Ovra. Il suo capo, Arturo Bocchini, risponde al progetto di tirannicidio scatenando una gigantesca caccia all’uomo con vari colpi di scena e ampia mobilitazione di agenti segreti, spie, burocrazia consolare, poliziotti stranieri filo-fascisti, prostitute, apparati statali e ingenti quantità di denaro. La sorte dell’anarchico italo-americano è segnata. Arrestato quando forse aveva già rinunciato all’impresa, è condannato a morte dal Tribunale Speciale e la sua fine, il 29 maggio 1931, è una mostruosità umana e giuridica che fa comprendere quale fu l’essenza del fascismo.
Quello che so di te
Nadia Terranova
Guanda
In libreria il 14 gennaio
C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la Mitologia Familiare, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili. Questa non è solo una storia di donne, ma anche di uomini. Di padri che hanno spalle larghe e braccia lunghe, buone per lanciare granate in guerra. Di padri che possono spaventarsi, fuggire, perdersi. Per raccontare le donne e gli uomini di questa famiglia, le loro cadute e il loro ostinato coraggio, non resta altro che accettare la sfida: non basta sognare il passato, bisogna andarselo a prendere. Ritornare a Messina, ritornare fra le mura dove Venera è stata internata e cercare un varco fra le memorie (o le bugie?) tramandate, fra l’invenzione e la realtà, fra i responsi della psichiatria e quelli dei racconti familiari. Nadia Terranova ci consegna con queste pagine il suo romanzo più personale e più intenso, che ci interroga sul potere della memoria, individuale e collettiva, e sulla nostra capacità di attraversarla per immaginare chi siamo.
Il falsario di Auschwitz: Il caso editoriale dell’anno
Paul Schiernecker
Newton Compton Editori
In libreria il 14 gennaio
Una toccante storia basata su eventi reali Georg Gottlieb, sopravvissuto all’Olocausto grazie all’amore per sua moglie e alla speranza di rivederla. Quando si innamora della bellissima comunista Rose, il giovane tipografo ebreo Georg comincia a falsificare documenti ufficiali per aiutarla. In una Praga occupata dai nazisti e sempre più cupa, il loro amore tiene accesa la speranza di entrambi. Fino a quando la Storia non irrompe, inesorabile, a sconvolgere tutto. Arrestati e separati ad Auschwitz, Georg e Rose si promettono che ogni giorno, alle otto di sera, penseranno l’uno all’altra. Usando la sua abilità di falsario per aiutare gli altri detenuti, Georg ottiene favori e informazioni su Rose. Quando scopre che si trova a Birkenau, riesce nell’impresa impossibile di falsificare il tatuaggio sul suo braccio pur di ricongiungersi a lei. Ma non appena i due sposi si rivedono, Georg viene prelevato dalle guardie: il suo talento non è passato inosservato, e adesso i nazisti vogliono utilizzarlo a proprio vantaggio per un’operazione segreta… Per rivedere la sua Rose ha falsificato perfino il tatuaggio sul suo braccio. Ma un talento come il suo non passa inosservato, e i nazisti non hanno intenzione di lasciarselo scappare…
Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz
Filippo Boni
Oleg Mandic
Newton Compton Editori
In libreria il 14 gennaio
Ha undici anni Oleg Mandic, quando l’Armata Rossa entra ad Auschwitz per liberare gli ultimi sopravvissuti. Nato a Susac, attuale Croazia, nel 1944 viene arrestato con la madre e la nonna e deportato. Non è ebreo ma prigioniero politico, perché suo padre e suo nonno, dopo l’occupazione, si sono uniti ai partigiani. Ad Auschwitz sperimenta e sopporta l’inimmaginabile: la fame, i lavori forzati, i continui soprusi delle SS; finisce anche nel famigerato reparto del dottor Mengele, da cui i bambini spariscono senza che nessuno ne sappia più nulla. La morte, nel campo, è ovunque: c’è chi la cerca per disperazione gettandosi contro il recinto elettrificato e chi, appena sceso dal treno, già finisce per trasformarsi in fumo e uscire dai crematori. Oleg, invece, si salva. Per caso, per fortuna, forse per destino. Per anni tiene sotto chiave i ricordi, incapace di descrivere ciò che ha vissuto. Ma quando riaffiorano, insieme a loro arriva il bisogno di tornare, di rivedere quei luoghi, darne testimonianza e rispondere al richiamo di una misteriosa lettera… «Alle mie spalle si chiuse il cancello di Auschwitze si abbassò la sbarra con sopra la storica frase: “Arbeit macht frei”. Sono stato l’ultimo prigioniero a uscirne vivo.»
L’agenzia dei delitti di Miss Beeton
Josie Lloyd
Newton Compton Editori
In libreria il 14 gennaio
Alice Beeton non avrebbe mai pensato di ritrovarsi single e senza figli a cinquant’anni. Come la sua lontana antenata Mrs Beeton (sì, proprio quella di “Il libro di Mrs Beeton. Saggi consigli domestici per la perfetta gentildonna”) sperava di avere una bella casa e una famiglia tutta sua da deliziare con i propri manicaretti. In realtà, vive in un immacolato ma piccolo seminterrato a Notting Hill con Agatha, la sua amata cagnolina, un incrocio tra un corgi e un jack russell. Alice è titolare della Good Household Management Agency, che fornisce personale altamente qualificato e discreto per i più facoltosi abitanti di Londra. Quando Camille Messent chiama per chiedere urgentemente una nuova governante, Miss Beeton invia la nuova assunta Enya: è piuttosto sfacciata, ma ha referenze impeccabili e parla fluentemente francese. Però, nelle prime ore del giorno di Capodanno, Alice viene bruscamente svegliata dalla notizia che Enya è stata trovata morta. Mentre l’intrigante, seppur un po’ trasandato, detective Rigby lotta per organizzare un’indagine adeguata e la ricca famiglia serra i ranghi, Alice si assume la responsabilità di risolvere il crimine… costi quel che costi. Come la sua famosa parente, Alice Beeton scopre che la gestione della casa nasconde molto più di quanto sembri, soprattutto dopo la scoperta di un cadavere…
I confini della storia
Franco Cardini
LaTerza
In libreria il 14 gennaio
Le tante dimensioni della storia e la memoria ingannatrice, la crisi del luminoso mondo medievale e l’ingresso in una modernità senza limiti, gli intrecci tra Oriente e Occidente, il legame con Firenze e tante altre città del mondo, i maestri e i compagni di strada, la politica tra nuove e vecchie identità, la tensione tra fede e ricerca della verità: muovendosi ai confini della storia, Franco Cardini rimette in questione molte convinzioni diffuse sul passato e sul presente
A Roma non ci sono le montagne. Il romanzo di via Rasella: lotta, amore e libertà
Ritanna Armeni
Ponte alle Grazie
In libreria il 14 gennaio
Uno spazzino gioviale che spinge il suo carretto. Una ragazza semplice ma elegante, con la borsa della spesa e un impermeabile sul braccio. Un giovane uomo, l’aria assorta, la cartella di pelle, forse un professore. Una Mercedes, scura e silenziosa come l’ufficiale tedesco seduto sul sedile posteriore. Una compagnia di soldati che marcia cantando. Perché nel 1944 le compagnie naziste cantano sempre quando attraversano Roma. In quei pochi metri, in quei secondi di trepidazione e attesa passa la Storia. E le storie dei singoli individui che formano i Gruppi di azione patriottica, fondati qualche mese prima contro l’occupante tedesco. Per lo più ragazzi borghesi, spesso universitari, che si tramutano in Banditen, capaci di sparare e di sparire, di colpire il nemico ogni giorno, senza dargli tregua. In quel breve – e infinito – pomeriggio di primavera, dove passato e presente si intrecciano, c’è chi si prepara e chi viene sorpreso, chi muore e chi sopravvive, chi scappa e chi ritorna. E c’è anche chi, sui corpi dei 33 tedeschi uccisi, firma la condanna a morte di 335 italiani.
Trust
Hernan Diaz
Feltrinelli
In libreria il 14 gennaio
Dopo l’uscita di un romanzo mendace e offensivo sulla sua vita, Andrew Bevel, diventato milionario speculando sul crollo del ’29, assume la giovane figlia di un anarchico italiano, Ida Partenza, perché lo aiuti a scrivere un’autobiografia che racconti la verità sui suoi successi e sulla sua defunta moglie, Mildred. Ma nella figura della donna c’è qualcosa che Ida non riesce a inquadrare e, quando Bevel muore improvvisamente, è costretta a lasciare il lavoro incompiuto. Solo trent’anni dopo, grazie agli archivi della Fondazione Bevel, troverà il diario di Mildred, prezioso tassello mancante dell’enigma.
Miss Bee e il principe d’inverno
Alessia Gazzola
Longanesi
In libreria il 14 gennaio
Derbyshire, dicembre 1924. È un freddo Natale ad Alconbury Hall, la residenza di campagna della nobile famiglia Lennox. Così freddo che nemmeno generose dosi di sherry riescono a riscaldare la mente e il cuore di Lady Millicent Carmichael, mentre detta le sue scandalose memorie alla nuova segretaria. Eppure, la giovane assistente improvvisata, che risponde al nome di Beatrice Bernabò detta Miss Bee, non potrebbe avere cuore e mente più caldi, anzi, incandescenti. Merito forse della splendida atmosfera di Alconbury Hall, coi camini accesi e scoppiettanti, le cene eleganti, le singolari e allegre tradizioni britanniche da onorare. Merito più probabilmente del visconte, l’affascinante Julian Lennox. Né va tralasciata l’eccentrica combriccola di convitati, a cominciare dal tenebroso Alexander, cugino di Julian con ascendenze russe, bello in maniera insopportabile ma dall’aria cupa e angustiata, un vero principe d’inverno.
Beatrice però ancora non riesce a cogliere il sottobosco di tensioni che attraversa quella conturbante atmosfera natalizia. Tensioni che presto sfoceranno in eventi di crescente gravità: l’accusa di furto è soltanto l’inizio…
Riuscirà Miss Bee a venire a capo dell’imprevedibile e pericoloso enigma?
La levatrice di Nagyrév
Sabrina Zuccato
Marsilio
In libreria il 14 gennaio
Zsigmond Danielovitz, incaricato di indagare sul cadavere di un’anziana contadina, è un uomo indebolito dalla guerra, ma vigile. E così ci mette poco a scorgere, dietro gli occhi degli abitanti di Nagyrév, qualcosa di sinistro. Nagyrév è un piccolo villaggio sperduto nella pianura ungherese, l’anno è il 1929 e il benessere, in quella ristretta comunità rurale, non arriva. Zsigmond Danielovitz si rende presto conto che la morte della donna sulle sponde del fiume Tibisco non è che l’anello di una lunga catena di scomparse e incidenti che da tempo coinvolgono il piccolo villaggio. “La levatrice di Nagyrév” racconta un fatto di cronaca realmente avvenuto tra le due guerre mondiali, un episodio che sconvolse l’Europa non solo per l’efferatezza dei crimini, ma anche per un inedito capovolgimento dei ruoli: le donne uccidono gli uomini, si vendicano. Superstizione, violenze, miseria e soprusi sono i protagonisti delle vite che si incrociano in questo affresco rurale, dove a fare le spese di appetiti e frustrazioni sono sempre le donne. Le regole patriarcali della comunità magiara e le meschinità dell’animo umano creano situazioni insostenibili e sofferenze ingiustificabili per mogli e figlie, anziane e ragazze. Personaggio chiave, intorno al quale girano le storie di Nagyrév, è la misteriosa Zsuzsanna, levatrice dal passato fumoso, spesso etichettata come «strega» dai suoi concittadini, temuta e, ogni tanto, rispettata, una figura carismatica, rarissimo esempio di donna emancipata, cui molte «sorelle» chiedono aiuto per risolvere i guai che hanno dentro casa: gravate da inganni, stupri e sottomissioni, le vittime hanno deciso di alzare la testa. Gli avvenimenti che ebbero luogo a Nagyrév, mostrando gli orrori di cui è capace la vita domestica e le forme di resistenza alle sopraffazioni di genere, possono essere una finestra utile, e dolorosa, per capire il presente.
Giochi d’ombra. Preistoria curiosa della realtà virtuale
Massimo Riva
Einaudi
In libreria il 14 gennaio
Due secoli e mezzo fa, passeggiando per le strade di Roma o per una piazza veneziana, poteva capitare di imbattersi in un peculiare tipo di venditore ambulante, spesso accompagnato da un suonatore di organetto, che per pochi spiccioli dava la possibilità di osservare le meraviglie del mondo nuovo. Come? Attraverso la lanterna magica che portava in spalla, un marchingegno ottico che permetteva di viaggiare stando immobili, e di raggiungere palazzi e templi lontanissimi, foreste selvagge e pianure sterminate, o persino gli astri e la luna. La lanterna magica non è che uno dei tanti dispositivi che hanno in qualche modo «anticipato» il cinema e che adesso possiamo guardare come fenomeni che hanno contribuito a definire il concetto di realtà virtuale. Un concetto legato tanto alla simulazione del reale quanto al consapevole abbandonarsi all’inganno delle ombre e del loro mistero. Attraverso un affascinante viaggio che inizia con i Tiepolo, passa per Goldoni e Garibaldi e giunge fino agli inizi del Novecento, Riva ci accompagna alla scoperta di tecnologie che da sempre hanno illuso e ammaliato gli spettatori, seguendo i bagliori nel buio lungo una strada che collega il passato al presente e il presente al nostro futuro più prossimo. E mostrandoci come le categorie di vero e falso siano sempre state intrecciate da un filo sottile, seducente e spettrale al tempo stesso, che oggi sta forse definitivamente svanendo. «Le macchine curiose che presentiamo qui appartengono a una storia in minore rispetto alla storia dell’arte, della cultura e della tecnologia, ingegnosamente costruite come sono per giocare con le ombre e i riflessi e ingannare i sensi, confondere ma anche stimolare la mente di chi le usa. Ma proprio per la loro appartenenza a una cultura “popolare” e in un certo senso infantile, esse rivelano l’avanzare di un’inesorabile logica della simulazione nel secolo del realismo, un realismo sempre più fantasmagorico. Da questo punto di vista, sia tecnico che ideologico, si tratta di simulazioni appartenenti a una zona grigia, sospesa tra le luci e le tenebre, che inaugura il nuovo mondo della modernità. Seminascosti sul fondo del palcoscenico sociale, come il “mondo nuovo” nei quadri di Tiepolo o di Longhi, in cui un fanciullo virtualmente si immerge immaginando lontananze e prospettive, questi congegni, e le eterotopie che evocano, sono in realtà frutto maturo dell’Illuminismo europeo: del suo utopistico slancio volto a disperdere gli spettri del pregiudizio e della superstizione e alleggerire il peso della realtà. Come tali, queste ludiche e ingegnose simulazioni preludono a un’esperienza che ci è del tutto familiare, frutto del desiderio di rendere l’illusione il più convincente possibile, cui fa da contraltare, sempre più debole, il sano scetticismo di chi sa, o sospetta che – sotto sotto – il trucco c’è».
Le sorelle della notte
Antonella Forte
Edizioni Piemme
In libreria il 14 gennaio
Liguria di Ponente, 1588. Quando si presenta davanti al palazzo adibito a prigione nel borgo di Triora, sulle Alpi liguri, Franchetta Borrelli allontana i pensieri, cancella la paura dallo sguardo e si prepara ad affrontare l’inferno. La carestia che ha colpito la regione ha segnato l’inizio di una persecuzione feroce e capillare nei confronti di tutte le donne che da generazioni tramandano la conoscenza delle erbe e vivono in armonia con la natura. Bollate come streghe, le Sorelle, così si chiamano tra di loro, sono state torturate, in alcuni casi uccise. Franchetta ha già sperimentato sulla sua pelle la spietatezza del commissario De Scribani, ma ha deciso di costituirsi per cercare di salvare le sue compagne.
De Scribani, però, non ha intenzione di fermarsi.
Le Sorelle, legate da un patto di fedeltà, affrontano insieme il terrore degli arresti, dei processi e delle atrocità commesse dai rappresentanti del potere. Si nascondono nel bosco, là dove conoscono ogni ombra e le proprietà di ogni pianta. La lotta delle donne di Triora, sempre più disperata, non si fermerà alle mura del villaggio. Raggiungerà Genova e l’Inquisizione di Roma, costretta a interessarsi di un caso tanto cruento.
Franchetta, Antonina, Bianchina, Magdalena, Battistina. Quella delle Sorelle di Triora è una corale storia di lotta contro un potere cieco e bigotto. Antonella Forte, con rigore storico e con una grandissima verve romanzesca, racconta la loro coraggiosa resistenza.
Katie
Michael McDowell
Neri Pozza
In libreria il 14 gennaio
Quando Philomena Drax riceve una lettera dal nonno, caduto nelle grinfie della crudele famiglia Slape che mira ai suoi soldi, si precipita in suo aiuto. Ma non ha fatto i conti con Katie Slape, giovane selvaggia, ladra spietata, veggente assassina.
Fra sedute spiritiche, incendi, spettacoli di cabaret e due colpi di martello, le due si rincoreranno come in una danza macabra nell’America della Gilded Age. Perché nessuno sfugge alla furia di Katie.
Il mantello di Rut
Paolo Rodari
Feltrinelli
In libreria il 14 gennaio
Roma, 1926. Remo ha appena dodici anni quando la madre lo lascia davanti all’ingresso del Seminario Pontificio, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Rimasta da poco vedova, con quattro figli da sfamare, non ha avuto altra scelta che affidarlo alla Chiesa. Nel 1943, mentre la città è occupata dai tedeschi, è un’altra madre a cambiare per sempre la vita di Remo. Un incontro che farà vacillare tutte le sue certezze. Lui è diventato il parroco di una chiesa nel quartiere Monti, accanto al Collegio dei Catecumeni. Lei è Rachele, giovane vedova che una notte, poco dopo il famigerato rastrellamento al Portico di Ottavia, gli affida la piccola Aida perché la prenda sotto il suo mantello e la protegga finché lei non sarà tornata. Remo e Aida la aspetteranno per anni. Ispirato a fatti realmente avvenuti durante la Shoah romana, quando venti bambine ebree riuscirono a salvarsi dalla deportazione grazie all’aiuto di un prete e di alcune suore che le nascosero in una stanza segreta – ancora oggi visitabile – ricavata sotto la cupola della chiesa della Madonna dei Monti, Il mantello di Rut, che nella Bibbia evoca fedeltà e protezione, è la struggente lettera che Remo, ormai anziano, decide di scrivere ad Aida per raccontarle di quei mesi. Una storia che si fa confessione di un amore impossibile e di uno straordinario atto di fede, perché la promessa fatta a Rachele segnerà il suo destino. Con mano sapiente e delicata, Paolo Rodari spinge il lettore a porsi una domanda cruciale: fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore?
L’invisibile signora Orwell
Anna Funder
Feltrinelli
In libreria il 14 gennaio
In cerca di una tregua dagli impegni famigliari, Anna Funder si rifugia nelle pagine del suo scrittore prediletto, George Orwell. E scopre tra quelle righe una donna che era stata nascosta, cancellata, dimenticata. Eileen O’Shaughnessy, la prima moglie di Orwell, con il suo talento letterario e la sua intelligenza ne ha accompagnato, corretto, forse ispirato e plasmato l’opera; e con il suo senso pratico, il suo lavoro e il suo coraggio, lo ha sostenuto e gli ha salvato la vita più di una volta. Ma per gli storici e i biografi è sempre stata invisibile. Basandosi sulle lettere di Eileen alla migliore amica, ritrovate solo di recente, Anna Funder ricostruisce la vita coniugale degli Orwell, attraverso la Guerra civile spagnola e la Seconda guerra mondiale a Londra, con la precisione e la forza narrativa di una scrittrice avvincente e originale, che intreccia fatti e immaginazione, critica personale e documenti con un risultato straordinario. Ne emerge una figura di donna affascinante per la sua complessità, che parla al presente tanto quanto illumina il passato. Dall’autrice del bestseller “C’era una volta la Ddr”, l’appassionante ritratto della prima moglie di George Orwell, una donna di talento, vivace, complessa e molto intelligente, che rinunciò alle proprie ambizioni a favore di quelle del marito.
La città delle cento ciminiere
Gabriele Cecconi
Giunti Editore
In libreria il 15 gennaio
La mattina del 30 luglio 1900 la città di Prato, centro laniero tra i più importanti d’Italia, si sveglia paralizzata dall’orrore: a Monza è stato ucciso il re Umberto I e l’assassino, l’anarchico Gaetano Bresci, è un pratese. In città, però, non tutti sono pronti a condannare quell’estremo gesto di ribellione. Tra di loro c’è Pisacane Bresci, cugino del regicida, che cresce i suoi figli nella fede degli ideali anarchici. Gracco e Libero, proprio come il padre, hanno i capelli indocili quanto il carattere, e sono determinati a non rassegnarsi di fronte alle ingiustizie e a lottare per un mondo migliore. Al confine con la terra coltivata a mezzadria dai Bresci c’è il podere della Presa, di proprietà di Ademaro Magni che sogna di diventare un industriale. A realizzare quel progetto, dopo la sua morte, è il figlio Donatello, che fonda un lanificio tra i più fiorenti della città e non esita ad avvicinarsi al fascismo. Al contrario, il contadino Dante Gori, estimatore del sommo poeta e fiero di portare il suo nome, respinge per sé e le sue figlie quell’ideologia imposta con l’arroganza e la violenza. Memoria collettiva e memoria individuale si fondono, mentre gli anni drammatici del fascismo, della guerra mondiale e della Resistenza si abbattono sulla laboriosa Prato, sconvolgendo la sua quotidianità scandita dal fragore dei telai sempre in moto e dal fumo delle ciminiere. I destini dei Bresci, dei Magni e dei Gori si trovano improvvisamente intrecciati dall’amore e da un torto avvolto nel silenzio, che ne avvelena i rapporti di generazione in generazione. Il romanzo storico e corale di Gabriele Cecconi attraversa la prima metà del secolo scorso illuminando i momenti chiave della nostra storia recente e lo fa con stile rapido, coinvolgente, cinematografico, dando vita a personaggi memorabili che agiscono mossi dall’amore, dall’ambizione, dalla passione politica e dal desiderio senza tempo per un mondo più giusto