Castel Sant’Angelo racchiude duemila anni di storia, conosciuto anche con il nome di Mausoleo di Adriano è situato sulla sponda destra del Tevere di fronte al Campo Marzio. Nasce nel 135 a.C. come sepolcro, commissionato all’architetto Demeritano dall’imperatore Adriano, un mausoleo funebre per sé e i suoi familiari. Venne ultimato anni più tardi, nel 139, da Antonio Pio.
Ispirato al mausoleo di Augusto, l’edificio è formato da un’ampia base quadrata di 89 metri e alta 12 su cui è innalzato un colonnato cilindrico con un diametro di 64 metri. Il tamburo è stato coperto con un ammasso di terra sormontato da una statua di Adriano alla guida di una quadriga. Costruito in una zona periferica dell’antica Roma, assolve la funzione di mausoleo fino al 403 d.C. quando l’imperatore Onorio lo fa includere nelle Mura Aureliane e diventa il Castellum, un baluardo di difesa della città. Viene nel tempo conteso da numerose famiglie romane dei Crescenzi, dei Pierleoni e degli Orsini. Fu papa Nicolò III, un Orsini, a far realizzare il Passetto di Borgo che collega il Vaticano al Castello: un corridoio segreto che sarà utilizzato nel 1494 per agevolare la fuga dal Vaticano al castello a papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) durante l’invasione di Roma delle milizie di Carlo VIII e in seguito percorso da Papa Clemente VII con le sue guardie svizzere per sfuggire all’esercito di Carlo di Borbone durante il Sacco di Roma del 1527. Le chiavi del castello erano state affidate nel 1367 a papa Urbano; i papi troveranno nel castello una residenza in cui rifugiarsi nei momenti di pericolo, ospiterà poi l’Archivio e il Tesoro Vaticano e sarà tribunale e prigione.
Pur essendo una fortezza, i vari pontefici nel tempo fecero in modo di essere ben ospitati con tutti gli agi possibili. Gli appartamenti papali presentano bellissime e ampie camere decorate con numerosi affreschi di pregio.
Nei diversi piani sono comprese le prigioni e perfino una camera di tortura.
Molte sono le ristrutturazioni fatte dai papi tra cui Nicolò V che costruì tre torrioni rotondi ai tre angoli del basamento quadrato e restaurò il ponte Elio; Alessandro VI fece invece costruire da Antonio da Sangallo il Vecchio un grande torrione, lo collegò al forte con un palazzo che fu riccamente decorato dal Pinturicchio. Giulio II fece costruire dal Bramante sull’alto la loggia frontale e Leone X, su disegno di Michelangelo, rinnovò la cappella; Clemente VII, sotto il cui pontificato il castello fu caposaldo della difesa della città contro gl’imperiali nel 1527, ingrandì l’appartamento papale che fu decorato da Giulio Romano. Paolo III fece il secondo piano dell’appartamento papale riccamente decorato da vari artisti guidati da Pierino del Vaga e da Luzio Luzzi; Clemente IX pose con opera del Bernini e della sua scuola le statue degli angeli lateralmente al ponte. Nel 1900 il castello fu restaurato e destinato a museo con molti cimeli storici dell’esercito italiano e di documenti d’arte, quadri e mobili i quali ricostruiscono gli ambienti di Giulio II, di Leone X e di Paolo III, i papi più splendidi del Rinascimento.
Tanta storia ce la racconta anche la statua che raffigura l’Arcangelo Michele; una leggenda narra che durante la peste del 590 papa Gregorio Magno, per implorare la misericordia divina, predispose una processione di tre giorni a cui prese parte tutto il popolo. Giunti all’altezza del mausoleo di Adriano, i romani videro un Angelo posarsi sulla sommità del monumento in atto di riporre nel fodero la spada a significare che l’ira di Dio si era placata. Quella sera stessa cessò la peste, era il 29 agosto del 590 e il mausoleo di Adriano fu rinominato il Castello dell’Angelo in segno di ringraziamento. Ancora oggi nel museo di Castel Sant’Angelo è conservata una pietra circolare con le impronte dei piedi che secondo la tradizione sarebbero quelle lasciate dall’Arcangelo quando si fermò per annunciare la fine della peste.
L’attuale angelo non è l’originale ma fu sostituito da diverse riproduzioni. il primo angelo era di legno e venne sgretolato dagli agenti atmosferici, la seconda statua fu fatta di marmo ma venne distrutta durante un assedio nel 1379, il terzo angelo, sempre di marmo ma con le ali di bronzo, fu incenerita da un fulmine che fece esplodere una polveriera del castello nel 1497. Il quinto angelo fu costruito in bronzo dorato ma fu usato per costruire cannoni da usare contro i Lanzichenecchi nel 1527. Fu la volta di un altro angelo di marmo con ali di bronzo che ora possiamo ammirare nel Cortile dell’Angelo ed infine nel 1573 fu posizionato quello interamente in bronzo che possiamo ammirare ora.
Curiosità
Nelle prigioni del Castello furono rinchiusi personaggi famosi come gli umanisti Platina e Pomponio Leto, Cagliostro, Benvenuto Cellini , Beatrice Cenci e il filosofo Giordano Bruno.
La cella segreta più temuta era quella di San Marocco che si trova sul retro del bastione San Marco. Lì il condannato veniva calato dall’alto e aveva uno spazio esiguo, non riusciva né a stare in piedi né a coricarsi.
Nella piazza di Castel Sant’Angelo venivano eseguite le condanne a morte. Una vittima famosa fu la giovanissima nobildonna romana Beatrice Cenci condannata per aver ucciso, con la complicità dei fratelli e della matrigna, il padre violento che la teneva segregata e ne abusava sessualmente
Il famoso Giovanni Battista Bugatti, detto Mastro Titta, boia dello Stato Pontificio, uno dei più famosi anche per la durata della sua carriera, ben 68 anni, viveva nei pressi di Castel Sant’Angelo, fra un’esecuzione e l’altra gestiva un negozio di ombrelli accanto alla propria abitazione. Aveva casa e bottega sul lato destro del Tevere.
Il Ponte Sant’Angelo (detto anche Ponte Elio) è ornato da statue di marmo. Un tempo, al posto delle magnifiche statue del Bernini, c’erano le teste mozzate dei condannati a morte. Una macabra esposizione che faceva da monito a chi passava di lì.
Nel castello trovarono sepoltura oltre che Adriano anche sua moglie Vibia Sabina, l’imperatore Antonino Pio, sua moglie Faustina Maggiore, gli imperatori Commodo, Marco Aurelio, Settimio Severo, Geta e Caracalla.