Articolo a cura di Mara Altomare
“Scavai tra le stoffe. Sotto gli abiti comuni tastai stacchi più leggeri. Erano veli di colore giallo. Nastri da porre sul capo impastati di rosso porpora, scialli corti. Restai senza parole. Gli abiti prescritti per le prostitute. A Catania era stato re Ferdinando a sancire i colori per ogni lupanare. Voleva infatti che le donne di facili costumi si riconoscessero subito” (dal romanzo “Virdimura” di Simona Lo Iacono)
“Damiana indossa la cuffia dal verso giallo ed esce di casa” (dal romanzo “1580 Morte a Siviglia”)
Quando si è appassionati di romanzi storici un breve passo, letto velocemente, può aprire finestre inaspettate e accompagnare il lettore in una passeggiata nei secoli, oltre la lettura di quel momento: questa è la potenza dei libri!
Virdimura apre il baule di famiglia e scopre che contiene degli abiti, dal loro colore capisce subito a chi sono appartenuti e perché…
Damiana, la protagonista del romanzo “Morte a Siviglia” è una prostituta e per uscire deve indossare un preciso colore…
il giallo
E’ il giallo, un colore che si riaffaccia sempre con un connotato negativo. C’è una storia da scoprire dietro.
La motivazione iniziale si potrebbe dire quasi “scientifica”: nella storia dell’arte il colore giallo era preparato con degli elementi chimici e materie che associavano questo colore all’Aldilà. Per la preparazione del giallo si utilizzava il trisolfuro di arsenico, un veleno altamente mortale a base di zolfo, mitologicamente connesso al passaggio del diavolo fra gli uomini. Satana era colui il quale tentava i figli di Dio con vane promesse, colui che attizzava gli istinti peggiori fino ad indurre al peccato. Ecco perché divenne presto il colore dell’invidia, della menzogna, della lussuria.
Fu il colore dei truffatori, degli imbroglioni, dei mentitori e si affibbiava a coloro che si volevano condannare; in particolare risultavano incisive le disposizioni relative alle prostitute, altra categoria marginale, dalle quali tenevano a distinguersi le donne di buona famiglia, in quanto a loro era spesso proibito di indossare veli sul capo e talvolta erano obbligate ad indossare vesti di colore giallo. Quindi l’abbigliamento delle prostitute era regolato dalla legge: a seconda dell’epoca e del luogo, a queste era imposto di indossare nastri, corde o bende di colore talvolta giallo, altre volte rosso o turchino; nel tardo XIV secolo, a Venezia, una prostituta era riconosciuta per il suo vestito giallo.
In “Delitto e Castigo” troviamo Sonja:
“…Quando l’unica figlia mia andò la prima volta a fare quello che fanno le donne col biglietto giallo. Perché mia figlia vive col biglietto giallo”
Anche negli affreschi medioevali i traditori, i musulmani e gli ebrei sono vestiti di giallo: un esempio celebre ed eclatante è il mantello di Giuda raffigurato nel Bacio dipinto da Giotto ad Assisi.
Nel tempo è proseguita l’accezione negativa del giallo, rafforzata anche dalla medicina dell’epoca, secondo la quale la bile gialla era associata ad un temperamento collerico, ritenuto violento, instabile, rancoroso e ipocrita. Il giallo divenne così il “colore dell’inganno” e della malattia, e fu sempre di più accomunato a coloro che erano ai margini della società.
Gialle erano le vesti non solo delle prostitute, ma anche degli eretici, e gialla era la stella di David, imposta dai nazisti sulle giacche degli ebrei, per renderli facilmente identificabili e, quindi, perseguibili: un altro simbolo di esclusione sociale.
Negatività, pericolo, allarme, che arrivati alla nostra epoca sono stati poi rivisitati, quando al giallo si è attribuito un contenuto più simile al concetto di “attenzione” : pdensiamo oggi ai cartelli stradali, ai taxi, agli scuolabus, alle mitiche… Pagine Gialle!
Sarà un caso che in inglese la radice della parola “yellow” è la stessa della parola “yell”, che vuol dire “urlo”? Un colore che attira l’attenzione fin dal nome stesso.
E allora, tornando ai nostri amati libri, da cui partono sempre viaggi interessanti, è doveroso ricordare chi scelse “il giallo” per la copertina della sua serie di libri polizieschi, legati all’inganno, al mistero e all’omicidio. Era il 1929 quando nacque la collana “Gialli Mondadori”, una raccolta narrativa che diede un nome preciso a un vero e proprio genere letterario.