Recensione a cura di Maria Marques
Chiudete gli occhi e lasciate che la fantasia vi cinga in un dolce abbraccio. Immaginate che un oggetto antico conquisti il potere di parlarvi con voce suadente, con un linguaggio semplice, ma affascinante, ricco di termini aulici e vi porti in un mondo senza tempo, dove alcuni tra gli uomini e le donne che sono stati protagonisti della storia in Italia, si alternino come su un palcoscenico nel narrare un particolare della loro vicenda umana.
Questo è ciò che accadrà se vi immergerete nella lettura di “Memorie di una millenaria” di Valeriana Maspero.
Difficile elaborare una trama. Posso solo dire che, legati dalla continuità di aver cinto od essere venuti in contatto con la corona ferrea, vengono evocati numerosi personaggi storici a partire dall’imperatore Costantino per giungere sino alle guerre mondiali ed ai giorni nostri. A noi la scelta di privilegiare un personaggio piuttosto che un altro,ma ognuno di loro, nel bene e nel male, assume una rilevanza tale che è difficile abbandonarlo per poi passare al capitolo successivo ed ad un nuovo incontro.
La corona ferrea, conservata nel duomo di Monza, ha assunto un duplice valore: uno simbolico sin dall’alto medioevo, perché con essa vennero incoronati i primi sovrani del regno italico,i sovrani longobardi,gli imperatori del sacro romano impero e l’altro religioso, in quanto secondo la tradizione la lamina interna sarebbe stata ricavata da uno dei chiodi della croce di Cristo. La storia comincia con Costantino che, per placare il suo animo tormentato dall’aver ucciso il figlio (nato da una concubina) e la moglie ufficiale, rei di una relazione clandestina, invia la madre, l’imperatrice Elena, in Palestina alla ricerca delle tracce tangibili di Gesu’. Elena torna con frammenti del legno della croce con ancora attaccati “due grossi picchetti di ferro”. Uno servirà ad agganciare il diadema appartenuto al padre di Costantino, Costanzo Cloro, sull’elmo da battaglia dell’imperatore e con l’altro farà forgiare il morso per il suo cavallo così:”Cristo sarà sempre con te, con l’oro sulla fronte dove nasce il pensiero,col ferro nella mano che deve comandare il mondo”
Come in una favola, non scevra di scie di sangue, la corona ci racconta di avvenimenti celebri, la suddivisione dell’impero romano, l’incontro tra Attlia ed il papa Leone, la vicenda di Odoakres, Theoderico/ Dietrich dal duplice animo bizantino e barbaro ben delineati dall’alternanza dei due nomi. In una girandola di anni, secoli e guerre ascoltiamo i racconti di Alboyin figlio del re dei Winhil (i nostri Longobardi) per giungere a Theodelinda alla cui figura la corona sarà legata per sempre e nelle cui mani tornerà, dopo varie peregrinazioni, da Bisanzio per suggellare il primo collegamento tra i longobardi di fede ariana e la chiesa di Roma. Sarà proprio Theodelinda che stabilirà che la corona non dovrà mai più vedere la morte,la guerra, il male e suggellerà questo desiderio con una maledizione “ Questo elmo coronato…pongo in questa chiesa di Modoetia dove dovrà rimanere per sempre a protezione del popolo. E se qualcuno ,in qualsiasi tempo,oserà toccarlo, e portarlo via di qui, muoia maledetto..”
Questa maledizione accompagna la corona ,mentre cambia forma, ne vengono sostituite le gemme, si rimpicciolisce, sino alla dimensione in cui siamo abituati a conoscerla , diviene vittima di un furto,mentre le vite umane si consumano nei secoli attraverso un elenco di nomi conosciuti, Ariberto, Federico di Hohenstaufen,Alberto da Giussano, Manfredi e Corradino di Schwaben e nomi dimenticati fra le pieghe della storia come Adalheida, Federico di Lagopesole.
Nonostante tutto Modoetia rimane il luogo dove la corona riposa e sarà Filippo Maria Visconti, astuto e crudele che farà affrescare la cappella di Theodelinda nel duomo regalando le fattezze di sua figlia Bianca Maria, alla famosa regina. Poi ancora altri incontri, altre storie: Cecilia Gallerani, Carlo V, Napoleone con la famosa frase “Dieu me l’a donnée!..Gare à qui y touchera”, il gentile ed innocuo Ferdinando I d’Austria, l’imperatrice Sissi, Umberto I, le guerre mondiali con il tentativo di trafugamento da parte di Hitler e il suo fortunato occultamento in Vaticano.
Non illudetevi però che la corona sia un ospite silenzioso, tutt’altro per la verità durante la sua lunghissima vita ha sviluppato un senso di osservazione dell’animo umano, delle nostre passioni e delle nostre capacità distruttive che la trasformano in una filosofa, sociologa, politologa. Certo da quando è venerata come reliquia,come ammette lei stessa:” ..me ne sto acciambellata sul mio cuscino di velluto rosso, gioiello di scarso valore venale,corona reale in tempi di repubbliche ,reliquia – sia pure contestabile –in un secolo poco devoto ,per non dire ateo”, si potrebbe affermare che la sua esistenza sia un po’ da vecchia signora d’altri tempi, che osserva incuriosita volti di persone comuni,di ogni età e nazionalità che a loro volta la guardano o poco interessati o incuriositi. Come le vecchie signore, critica bonariamente le nuove generazioni che hanno ben poco da lasciare ai posteri,mentre lei dall’alto delle teste degli imperatori, osservava il mondo da una prospettiva diversa, molto più ampia,quella dell’immortalità. E proprio nella landa desolata dell’immortalità, dove una vita umana è soltanto un attimo, un battito di ciglia, la corona ferrea continua a riflettere dalla sua teca sul suo valore, come simbolo dell’eterna ricerca dell’uomo del potere e dell’imperituro ricordo.
Scritto in modo incantevole, affascinante, questo romanzo dimostra ancora una volta che la storia è un grande arazzo, a trame irregolari. Sta a noi decidere quale trama seguire, quale approfondire, quale ignorare, scoprendo ancora una volta che, aperto il libro della storia, è sempre più difficile abbandonarlo.
Trama:
La corona ferrea narra la sua millenaria storia, da quando venne forgiata per l’elmo da parata dell’imperatore Costantino ai giorni nostri, raccontando le vite segrete dei potenti con cui è venuta in contatto, come Carlo Magno, il Barbarossa, Carlo V, Elisabetta di Baviera, Napoleone e Hitler. Oltre mille anni di storia dell’Occidente passati in rassegna dal regale manufatto.
Splendida recensione!!!