La storia in cucina Viaggio nella storia

Storia dei prodotti tipici italiani: la Pànera genovese

Apriamo questo tour attraverso alcuni prodotti tipici di alcune regioni o città italiane.
Come potete immaginare, in Italia ne abbiamo tantissimi, e sarebbe bello poterli raccontare tutti, ma ahinoi impossibile. Però iniziamo.

E potevamo partire da una località diversa da Genova, terra a cui appartengono i due admin del nostro gruppo?
Siamo certi che vi aspettate ora di leggere di pesto, pansoti, pandolce o focaccia.
Niente di tutto questo, saremmo troppo banali e in TSD ci piace uscire da binari precostituiti.

Vi vogliamo parlare della Pànera, la trovate solo a Genova ed è nell’elenco dei prodotti tipici territoriali liguri depositati presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
La conoscete?

Si tratta di un semifreddo anzi, secondo alcuni è IL semifreddo di Genova; non lo si trova sempre nelle gelaterie della Superba, la ricetta originale per molti è avvolta dal mistero, eppure chi lo ha mangiato ne parla come di qualcosa di leggendario!

La nascita della Pànera è in parte leggendaria: a metà del 1800 un garzone un po’ distratto fece cadere, per sbaglio, del caffè nella panna che stava montando. Quando il mastro-pasticciere vide quella panna dal colore insolito, rimproverò il garzone:

“cöse t’äe combinou? T’ äe faeto a panna neigra”
(“cos’hai combinato? Hai fatto la panna nera?)

Ma quando la assaggiò, il pasticcere si rese conto che quell’errore aveva creato invece un prodotto molto raffinato e particolare.
Da allora, quella “panna nera” è diventata il semifreddo storico della città della Lanterna, e il suo nome è stato via via accorciato fino a diventare, appunto, “pànera”.

Qualche altra fonte, mette di lato la leggenda e parla di ideazione della pànera avvenuta nella storica gelateria Amedeo di Boccadasse a Genova.

La ricetta

La ricetta rimane segreta, ma se ne trova una prima menzione, con la denominazione di Panna gelata, all’interno de “La Cuciniera Genovese” dei Ratto.
Il famoso testo di cucina risale al 1863 e al paragrafo n° 515 fornisce una dettagliata descrizione di come trasformare i tre semplici ingredienti di base – ovvero la panna fresca, lo zucchero ed il caffè – nel famoso semifreddo.
Gli autori, padre e figlio, si soffermano infatti sul marchingegno da usare per fare la “panna gelata” o “pànera” – che deve essere continuamente rigirato, all’interno di un secchiello da riempirsi con strati alternati di neve, sale macinato e ghiaccio – ma per quanto riguarda le dosi e gli accorgimenti, restano assai sul vago…

Quanto costava?

Non siamo in grado di dirvi il prezzo della pànera ottocentesca, ma c’è un documento che ci dice quanto costasse nel 1920.

Per scoprirlo, vi raccontiamo un aneddoto accaduto negli anni ’20 che vede coinvolto un famoso gelatiere di Boccadasse degli anni ’20: un suo cliente, infatti, gli fece una lamentela. Il nostro genovese, affetto dal tipico mugugno, scrive una bella lettera al quotidiano Il Lavoro specificando le ragioni del suo malcontento.
Dunque, scrive il nostro lettore, che il pasticcere fa parte di una speciale commissione addetta a stabilire il ribasso dei prezzi.
E infatti la sua panera fino a qualche giorno prima costava 2 Lire, adesso il suo prezzo è 1.70 Lire.

Tuttavia, secondo lui i bicchieri sono cambiati, sono molto più piccoli di quelli di prima!

La risposta dello stimato pasticcere non si fa attendere. Prende carta e penna e scrive al giornale: “nessun problema con i bicchieri, sono sempre della medesima capienza e di ottima qualità.”
Sicuro di sé, mette nero su bianco che il calmiere dei prezzi stabilisce sia il costo della pànera che la misura minima del bicchiere. E conclude dicendo che i cittadini che abbiano dei dubbi possono serenamente rivolgersi alle autorità competenti, sono lì apposta!

Ora, non vi resta che organizzare una visita a Genova e assaggiare la pànera

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