Narrativa recensioni

La libreria nascosta – Evie Woods

Recensione di Tiziana Silvestrin

Ho sempre pensato ai libri come a qualcosa di intangibile, l’importante  è la storia che raccontano, il sapere che tramandano e che possa essere letto o anche solo raccontato, non importa se scritto su pietra, pergamena, carta o lo schermo di un computer. Ho scoperto con questo romanzo che ci sono numerosi collezionisti che pagano cifre astronomiche per prime edizioni e testi autografati, così come ci sono “cacciatori di libri” che vanno alla ricerca di questi tesori, non solo libri ma anche manoscritti di scrittori famosi, magari di romanzi inediti.

La libreria nascosta racconta la storia di una donna dal nome splendido Opaline,  appassionata di libri, ne possiede alcuni di notevole valore, dono del padre che le ha inculcato l’amore per la letteratura. Il fratello storpiato nel corpo e nell’animo dalla guerra, la crudeltà delle sue ferite gli si è scolpita nel cuore, viste le precarie condizioni  economiche della famiglia le combina un matrimonio con uno sconosciuto.

Opaline non ha scelta, con pochi soldi in tasca fugge dalla sua casa di Londra e va a nascondersi a Parigi, dove non conosce nessuno e non sa che fare, ma la sua passione per i libri la fa approdare  nella libreria  Shakespeare and Company dove viene assunta da Sylvia Beach, una donna eccezionale. Quella nuova vita le sembra un sogno, impara il mestiere di libraia e inizia a frequentare un uomo affascinante, ma il destino sembra accanirsi contro di lei, il fratello si presenta alla sua porta assieme al suo futuro marito e deve fuggire ancora, stavolta si trasferisce a Dublino al numero 12 di  Ha’penny Lane, dove trasforma una vecchia bottega in una libreria deliziosa.

Sentii un clic e vidi per la prima volta il negozio illuminato dall’alone caldo di una lampada gialla. Il pavimento a scacchi  accolse i miei passi mentre entrano nel mondo caotico del negozio. Le pareti verde scuro davano l’impressione di inoltrarsi in una folta foresta, con mensole di legno che si allungavano per tutta la stanza come rami. C’erano ninnoli e ornamenti di ogni tipo, da saponi e specchi portatili a soldatini giocattolo e candelabri.

È affascinante leggere come Opaline  inizia ad arredare quel negozio dalle pareti verde foresta, illuminato dalle piccola lampade Tiffany con la loro luce colorata, per ogni  libro crea la scenografia adatta: mongolfiere multicolori accanto ai volumi del  Meraviglioso Mago di Oz, coniglietti di velluto accanto ai libri per bambini e  un  carillon con i cavalli che girano in cerchio. Con impegno e tanta tenacia riesce a diventare la più grande commerciante di libri rari, purtroppo la vita le infligge un altro brutto colpo: suo fratello la raggiunge, la rapisce e la fa rinchiudere in un manicomio.

È sconfortante pensare come nei secoli passati le donne scomode venissero condannate al rogo, mentre nei tempi moderni, non potendo più bruciarle, si decideva di rinchiuderle nei manicomi. La descrizione del modo in cui venivano trattate queste prigioniere, assolutamente sane di mente, è straziante, ma Opaline non è una donna che si arrende.

Ha’penny Lane

Settantanni dopo in Ha’penny Lane arriva Henry, uno studente universitario, alla ricerca della libreria di Opaline, ma questa sembra sparita, non c’è traccia dell’edificio che la conteneva, durante le sue indagini incontra Martha, una giovane con una dote particolare: sa leggere le persone.

Martha anche lei come Opaline è in fuga, si sta nascondendo da un marito violento, non ha la stessa forza d’animo della libraia, ma per sua fortuna trova a difenderla la sua datrice di lavoro, l’eccentrica Madame Bowden, un’attrice ormai in pensione, presso la quale fa la governante. Con Martha il romanzo assume un aspetto onirico, nella stanza in cui vive comincia a crescere un albero che giorno dopo giorno allunga i suoi rami sulle pareti.

Con un leggero tremolio passai le dita lungo le rugosità e scoprii che la superficie che stavo sfiorando assomigliava al legno. No, non era simile al legno, era legno. C’erano dei rami che crescevano nel seminterrato. Avrei dovuto dirlo subito alla signora. Non poteva essere una cosa positiva. E se la casa fosse stata strutturalmente instabile? “Oh, io non mi preoccuperei troppo” rimarcò Madame Bowden dopo essere finalmente scesa a dare un’occhiata “Le vecchie case  hanno le loro stravaganze.”

Emily Brontë.

Henry e Martha  iniziano a cercare la libreria nascosta, ma  soprattutto vogliono scoprire che fine ha fatto   Opaline Gray, cosa le è successo e in questa ricerca troveranno la loro strada, capiranno cosa vogliono dalla vita e prenderanno in mano il loro destino.

L’ultima parte del romanzo prosegue con quelli che nella commedia dell’arte erano chiamati “svelamenti”, i protagonisti improvvisamente scoprono chi sono realmente,  i  veri legami che esistono tra di loro e, nel caso di Martha, le sue radici che affondano nel passato come i rami del misterioso albero comparso nella sua stanza e che fa emergere libri dalle pareti, convincendola a leggerli.

Indubbiamente in questo romanzo emerge la figura di Opaline Gray, si resta affascinati da questo personaggio, dalla sua strabiliante vicenda e dalle sue ricerche su Emily Brontë.

Punti di forza del romanzo sono la conoscenza dei libri rari, delle prime edizioni il cui possesso fa sognare i collezionisti di tutto il mondo e l’intreccio delle storie, dei tre personaggi che si alternano un capitolo dopo l’altro durante tutta la narrazione.

Punti di debolezza sono alcune situazioni rimaste senza una spiegazione plausibile o immaginifica che sia, l’autrice ha talvolta accentuato la parte onirica, anche se questo non toglie nulla alla piacevolezza del romanzo.

Lo stile è scorrevole, le descrizioni deliziose sollecitano l’immaginazione tanto che si vorrebbe entrare in questa meravigliosa libreria e sedersi sul suo pavimento a leggere, avvolte in una coperta e con  in mano una tazza di cioccolata.

Mentre salivamo le strette scale di legno luminose per via della vernice, notai che c’era una parola dipinta sull’alzata di ogni  gradino: in /un/ posto/definito/ perduto/si/trovano/strane/cose

Londra, 1921. La giovane Opaline fugge dal matrimonio combinato a cui il fratello vuole costringerla per risolvere i problemi finanziari della famiglia. Appassionata da sempre di libri, si rifugia in un’incantevole libreria nel cuore di Parigi, la Shakespeare and Company, dove, con l’appoggio dell’eccezionale proprietaria Sylvia Beach, impara il mestiere di libraia. Quando il fratello riesce a rintracciarla, Sylvia prontamente la manda a Dublino, al numero 12 di Ha’penny Lane, presso un’antica bottega che, con talento e intuito, Opaline trasforma in una libreria specializzata in testi antichi e rari. La sua passione la spinge a mettersi sulle tracce della sua autrice preferita, Emily Brontë, e del seguito di Cime tempestose , romanzo della cui esistenza nessuno ha mai avuto conferma. Molti anni dopo, sempre a Dublino, Martha scappa da un marito violento e trova conforto a casa di Madame Bowden, una bizzarra attrice in pensione che la assume come governante: spaventata e diffidente nei confronti di chiunque, Martha ha una sensibilità particolare che le permette di leggere le vite delle persone. E quando incontra per caso Henry, uno studente universitario che si aggira attorno alla casa di Madame Bowden, capisce di avere davanti a sé qualcuno di speciale. Henry è in cerca di un volume che dovrebbe trovarsi in una libreria proprio accanto alla casa di Madame Bowden. Ma la libreria non c’è, sembra essere svanita nel nulla. E con lei Opaline Gray, la sua proprietaria. Cosa le è accaduto? E dove è finito il manoscritto, il cui ritrovamento potrebbe aggiungere un tassello importante alla storia della letteratura? Nel frattempo, nella stanza di Martha in Ha’penny Lane, i rami di un albero iniziano ad affiorare come per magia dalle pareti, circondandola di romanzi da leggere e offrendole un’occasione di riscatto.

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