Narrativa recensioni

Recensore per un giorno – La spia della regina di Clare Marchant

Recensione a cura di Michela Rivetti

“La spia della regina” di Clare Marchant è un libro molto diverso da come viene presentato dalla quarta di copertina che promette una storia di spionaggi, intrighi e tradimenti. Sono elementi presenti nel romanzo, ma fungono da cornice più che da pilastro della narrazione.

Il cuore di questo libro è la famiglia e la ricerca del proprio posto da chiamare casa.

Il romanzo contiene due storie, una nel presente, una nel passato (1584-1586), connesse tra di loro. Un trittico, una sorta di diario dipinto da Tom Lutton nel tardo Cinquecento, è l’elemento fisico che unisce le generazioni, ma molti di più sono i legami emotivi e interiori che accomunano Tom e Mathilde, pur distanti oltre quattro secoli.

I parallelismi tra le vite dei protagonisti intrecciano un dialogo costante tra le due epoche. Già i primi due capitoli sottolineano questo legame, mostrando di entrambi l’arrivo via mare in Inghilterra e i problemi alla frontiera.

Tom è sordomuto e per questo ha difficoltà a farsi capire ed è stato spesso trattato come un reietto nella propria vita. Mathilde è di lingua francese e quindi ha anche lei qualche piccola barriera linguistica da superare ma, soprattutto, ha vissuto fin dall’infanzia senza una fissa dimora, relegata ai margini della società e, benché sia riuscita a crearsi una carriera, è costantemente guardata con diffidenza e disprezzo.

Elisabetta I d’Inghilterra

I due protagonisti condividono l’avere a che fare con un mondo che li sottovaluta. Inoltre entrambi non hanno una vera famiglia: Tom era stato trovato infante e adottato da una famiglia ma presto il padre si era ritrovato marginalmente coinvolto in uno scandalo ed era morto sotto tortura, così la madre era scappata coi figli in Francia, dove Tom è cresciuto da esule; Mathilde aveva perso il padre a poco più di un anno ed era cresciuta da sola con la madre, affetta da disturbo da stress post traumatico.

Sono apolidi che tra le pagine del libro, volenti o nolenti, sono costretti a riflettere, a fare i conti con i propri vuoti interiori e a stringere legami affettivi che li porteranno finalmente a sentirsi a casa.

Anche le passioni legano questi due protagonisti: entrambi amanti delle piante ed esperti nelle loro proprietà benefiche, entrambi amanti delle immagini (Mathilde fotografa, Tom dipinge).

Le piantine di vaniglia che ambedue cercano di coltivare e far sopravvivere tra le difficoltà del clima, potrebbero essere un’allegoria di tutta la storia: una pianta che deve mettere radici e prosperare.

Norfolk

La narrazione alterna due piani temporali. Nel presente conosciamo Mathilde, convocata da uno sconosciuto avvocato nel Norfolk, scopre fin dalle prime pagine di avere ereditato dal padre una basta tenuta e perfino una famiglia. La giovane, abituata da sempre alla solitudine, si trova costretta a relazionarsi con una sorella, una nipote e una zia, qualcuna entusiasta, qualcuna no, del suo arrivo improvviso.

Solleticata da un richiamo spettrale e dalla percezione che ombre degli antenati la chiamino, Mathilde ritrova un trittico dipinto secoli prima. Comincia così a cercare qualche esperto di storia dell’arte e di storia per riuscire a capire l’origine e il significato del quadro. Mathilde non ha competenze in quest’ambito, dunque lascia che sia l’affascinate professor Oliver a svolgere le ricerche necessarie e a contattare altri esperti. Nella lunga estate trascorsa nel Norfolk, Mathilde fa luce principalmente su sé stessa, su cosa voglia e sui legami famigliari, il tutto mentre i suoi sonni sono disturbati da incubi e sogni che assomigliano alle scene raffigurate sul trittico. Una fervida immaginazione che si è impressionata, o ricordi ancestrali? Al lettore la sentenza.

Nel passato, invece, vediamo tramite brevi flash tre anni della vita di Tom, uno speziale sordomuto che trova lavoro presso lo speziale di corte e lì viene presto notato da Sir Francis Walsingham che intuisce subito il potenziale di Tom come spia. Questo elemento, fin da quando ho letto la quarta di copertina, mi ha fatto piacevolmente ripensare a Zorro e al suo servo Bernardo che, però, si fingeva sordo per origliare; Tom, invece, è sordo per davvero e la sua qualità è quella di leggere il labiale, dunque può cogliere i segreti altrui, mantenendosi a distanza e senza essere notato.

Tom accetta l’incarico controvoglia, lui vorrebbe solo occuparsi di spezie e incontrare in segreto Lady Isabella, una dama della regina che gli ha rapito il cuore. Per lui è stato un colpo di fulmine e sa che non potrà mai esserci nulla tra di loro, a causa dei diversi ceti sociali.

Tom è una spia nel più diretto significato: raccoglie informazioni, intercetta conversazioni. Non è un agente segreto con missioni da compiere, luoghi in cui intrufolarsi, nemici da fermare. Lui fa parte della grande rete di Walsingham dove ognuno ha il proprio compito e il suo è quello di seguire, osservare e riferire. Non ha modo di indagare, di mettere insieme tasselli e dedurre, né di conoscere per intero il complotto. Segue con diligenza gli ordini e mette a frutto il suo talento di leggere le labbra.

Le sue vicende d’amore e spionistiche proseguono scena dopo scena, senza particolari problemi o difficoltà. È il mondo interiore di Tom, più che la sua attività di spia, il fulcro della narrazione.

Il ritmo narrativo è flemmatico, ideale per una trama focalizzata sull’interiorità e sullo sviluppo dei rapporti interpersonali che, come nella vita vera, richiedono tempo per essere coltivati. Il fraseggio interiore insiste molto sulle paure e i traumi dei protagonisti, li rammenta spesso perché, come nella realtà, sono pensieri martellanti che quotidianamente si ripropongono: un’angoscia ben nota che non abbandona e fa sentire la propria presenza, giorno dopo giorno, capitolo dopo capitolo.

Questo preferire l’introspezione, anziché una trama articolata, lascia spazio a uno stile molto visivo.

Tom, non avendo l’udito, conosce il mondo soprattutto attraverso la vista e l’olfatto e così noi, guardando attraverso i suoi occhi, ci ritroviamo immersi per le strade della Londra del tardo Cinquecento, minuziosamente descritte in ogni dettaglio. Spostamenti in barca sul Tamigi, appartamenti nobili, giardini, locande squallide, sono presentati in tutte le sfaccettature e gli ambienti sono ricostruiti con puntigliosità, prima che l’azione proceda. Anzi, a volte viene in mente il modo di dire “l’importante non è la meta ma il viaggio” e così i luoghi vissuti e le atmosfere hanno un ruolo di primo piano, lasciando in ombra la progressione della trama.

Questo approccio si riscontra anche nei capitoli al presente. Mathilde è una fotografa, dunque è estremamente attenta a ciò che la circonda e a come il mondo si mostra. Attraverso i suoi occhi ci si sofferma a lungo sulle piante che popolano l’immenso giardino della tenuta che ha ereditato, veniamo circondati dalla natura e camminiamo senza meta al fianco di Mathilde, accompagnati dalla sua meraviglia per ogni moto inconsueto.

Il libro è l’ideale per chi ama perdersi nei paesaggi, sia urbani che campagnoli, per chi vuole visualizzare ogni palmo di ciò che circonda i protagonisti, per chi vuole ricreare nella propria mente quegli ambienti e girovagarci.

Per chi cerca azione, ritmo concitato e mistero, questo romanzo non è adatto.

Un elemento che arricchisce le pagine è la passione dei protagonisti per le piante che li induce a prestare molta attenzione alle erbe, ai fiori e le foglie che li circondano e spesso si focalizzano su di esse. Le osservano e si inebriano nei loro dettagli e, ovunque vadano, notano i vegetali che li circondano. Questo può essere uno splendido piacere per chi coltiva la loro stessa passione, inoltre in più occasioni vengono citate le proprietà curative di certe piante: un ottimo modo per imparare la medicina tradizionale.

La parte storica si concentra soprattutto sulla quotidianità, gli usi e i costumi in vigore nella Londra elisabettiana. I riferimenti storici ai personaggi e alle cospirazioni sono tratteggiati con estrema delicatezza, facili da seguire per i profani di storia inglese. Non si entra troppo nel dettaglio dei complotti, né tra i personaggi di Corte, forse è stata una scelta dettata dal fatto che l’autrice sia inglese e dunque certi argomenti sono ben noti e dunque, non potendo creare più di tanto mistero sugli esiti di vicende che il pubblico ben conosce, ha preferito concentrarsi sulla vita personale di Tom e sulle atmosfere e stili di vita.

PRO

I parallelismi tra le vite dei due protagonisti sono equilibrati e intessono un dialogo meraviglioso.

CONTRO

La narrazione così focalizzata nella mente dei protagonisti, rende i personaggi secondari un po’ piatti, poiché limitati dalla percezione che ne hanno i protagonisti.

Trama

UNA MISSIONE PERICOLOSA. UN TRADIMENTO IMPERDONABILE. UN SEGRETO NASCOSTO NEI MEANDRI DEL TEMPO. 1584 Da poco arrivato in Inghilterra dalla Francia, Tom Lutton, giovane erborista sordomuto, viene ingaggiato come assistente dallo speziale di corte e per una serie di circostanze fortuite entra nelle grazie della sovrana. Donna di acuta intelligenza, Elisabetta I intuisce subito quanto possa rivelarsi utile un domestico che non può parlare né sentire e tuttavia riesce a capire ciò che si dice attorno a lui, e in breve lo trasforma nella sua spia personale. Una fiducia ben riposta, perché Tom scopre ben presto che qualcuno trama nell’ombra per spodestare Elisabetta e insediare sul trono d’Inghilterra la cattolica Maria di Scozia. Ma la vita di corte nasconde mille insidie, e se vuole proteggere se stesso e la donna che ama Tom deve trovare il modo di cautelarsi… 2021 Giovane fotoreporter francese di origini libanesi, Mathilde ha sempre viaggiato per il mondo senza mettere radici in nessun posto. È dunque una sorpresa inaspettata apprendere che il padre che lei credeva morto le ha lasciato in eredità un’antica tenuta nel Norfolk… e una famiglia. Non impiega molto a rendersi conto che Lutton Hall, proprio come lei, nasconde dei segreti…segreti che potrebbero gettare una nuova luce non solo sul suo passato, ma anche sul passato dell’Inghilterra. Riuscirà a scoprire la verità su quello che è successo lì tanti anni prima? E troverà finalmente un posto da chiamare casa? Dopo il successo di Il profumo dei fiori di zafferano, Clare Marchant ci regala una nuova storia appassionante e indimenticabile, che parla di amore, coraggio e tradimento.

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