Nuovo viaggio all’interno della rubrica Historic Travel Reporter: oggi è Ivana Tomasetti che ci racconta un luogo suggestivo come il Santuario di San Romedio
Articolo a cura di Ivana Tomasetti
Il Santuario di San Romedio, nelle vicinanze di Sanzeno in Val di Non, è sicuramente il più interessante esempio di arte cristiana medievale presente in Trentino. Si tratta di un noto luogo di pellegrinaggio, costruito su una rupe calcarea alta oltre 70 metri.
Immerso in una splendida cornice naturale, il complesso architettonico è formato da più chiese e cappelle costruite sulla roccia. L’intera struttura è collegata da una ripida scalinata di 131 gradini. La cappella più antica dell’edificio risale all’XI secolo e, nel corso del tempo, sono state erette altre tre piccole chiese, due cappelle e sette edicole della Passione.
Questo suggestivo luogo, ricco di spiritualità, è nato grazie alla figura dell’eremita Romedio di Thaur. Alla sua morte, i fedeli scavarono la sua tomba nella roccia, dando così vita ad un culto che continua ancora oggi.
Ci sono varie leggende su San Romedio e la più nota è sicuramente quella legata alla figura di un orso. Si narra che l’eremita, ormai anziano, fosse diretto a Trento in groppa al suo cavallo per incontrare il vescovo Vigilio. Il quadrupede venne sbranato da un orso che Romedio riuscì a domare e a cavalcare fino alla città di Trento.
Il 15 gennaio è il giorno in cui si festeggia il santo, nel santuario viene celebrata una messa e preparato il tipico piatto del pellegrino (piatto di trippe). Il santuario è visitato annualmente da oltre 200.000 pellegrini ed è custodito da due frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi.
La passeggiata nella roccia che porta da Sanzeno al luogo di culto è un’imperdibile esperienza. Inoltre, alla base del santuario, è presente un’area faunistica in cui vive un esemplare di orso bruno.
Oltre alla moltitudine di gente comune, che firma il registro, qui si ricorda il passaggio di Andreas Hofer l’eroe tirolese che difese l’indipendenza della sua patria (Tirolo) e anche il matrimonio di Renato Curcio con Margherita Cagol, appartenenti alle Brigate Rosse.