Articolo a cura di Maria Marchesoni
L’inventore della stampa a caratteri mobili fu… Johann Gensfleisch zur Laden.
Siate sinceri, non vi aspettavate questo nome. Allora, la scelta di dedicare l’articolo di oggi a Gutenberg, potrebbe rivelarsi interessante.
Va fatta però una doverosa premessa, dell’uomo che inventò la stampa a caratteri mobili permettendo la nascita dell’industria libraria e di conseguenza la diffusione del sapere, ci sono pervenute scarse notizie. Non c’è neppure certezza sulle sue date di nascita e di morte e, lui stesso, non ci ha lasciato nulla di scritto, quindi gli avvenimenti di cui siamo a conoscenza, emergono da documenti che in qualche modo ne testimoniano la sua avventura terrena.
Johannes Gensfleisch zur Laden, universalmente noto come Gutenberg, dal nome della casa in cui la sua famiglia si trasferì, nacque a Magonza intorno all’anno 1400. Il padre, Friele (Friedrich), fu un agiato commerciante che si pensa abbia provveduto affinché i suoi figli ricevessero una buona educazione.
Primi anni a Strasburgo
Nel 1434 il nome di Gutenberg fa capolino a Strasburgo, citato in alcuni documenti che lo vedono coinvolto in varie società commerciali, tra cui la fabbricazione di specchietti da vendere ai pellegrini in visita alle reliquie custodite ad Aquisgrana, ma non solo.
Da quanto emerge da un documento, Gutenberg, dopo la morte di un socio, fu citato in tribunale per risarcire gli eredi degli investimenti da questo sottoscritti. Su tutta la vicenda aleggia un po’ di mistero, perché quale fosse l’oggetto della società non è mai specificato e gli studiosi ipotizzano che in questo periodo Gutenberg stesse già sperimentando quella che poi sarà la sua invenzione.
Si tratta però di ipotesi, perché non ci sono pervenuti documenti “stampati” a Strasburgo in quel periodo. Nel 1444 Gutenberg fu citato per l’ultima volta nei documenti a Strasburgo, dopodiché scomparve per riapparire, dopo la morte del fratello Friele, nel 1448 a Magonza.
Ritorno a Magonza
Nella sua città natale, tra il 1450 e il 1452, il nome di Gutenberg si ritrova in alcuni documenti riguardanti prestiti da lui contratti con Johannes Fust, che divenne poi suo socio. Grazie ai finanziamenti ricevuti, Gutenberg poté assumere personale per la sua stamperia, fonditori di caratteri, compositori, addetti al torchio e correttori e, naturalmente, acquistare i materiali per la stampa. Tra il 1450 e il 1454 comparvero a Magonza delle stampe, un manuale di grammatica latina, usato nelle università e un calendario redatto in tedesco. L’invenzione di Gutenberg era quindi realizzata anche se queste pubblicazioni sono ancora lontane dalla perfezione che sarà in grado di raggiungere di lì a poco.
La Bibbia a 42 linee
Testimonianza importante è una lettera, in cui il vescovo di Siena, Enea Silvio Piccolomini, raccontò di aver visto alla fiera di Francoforte, sul finire del 1454, dei quaderni composti da alcuni fogli con stampe di libri della Bibbia, caratterizzati da caratteri di facile lettura.
La tecnica di Gutenberg, grazie forse all’apporto di Peter Schöffer, un ex copista, aveva raggiunto il livello più alto e nel 1455 verrà pubblicata la Bibbia a 42 linee, il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili. Nella Bibbia stampata da Gutenberg, il livello di perfezione raggiunto ha dell’incredibile: in doppie colonne, con margini regolari e su quarantadue righe, il testo è facilmente leggibile, pulito e ordinato. I caratteri sono ben allineati e chiari, lontani quindi dalle prime prove che ci sono pervenute. La Bibbia, venduta per sottoscrizione, ebbe una tiratura di 180 copie e gli acquirenti furono per la maggior parte, monasteri.
Di tutto il lavoro preparatorio e della organizzazione del lavoro nella stamperia, della creazione dei caratteri, delle prove di collocazione di questi, per arrivare alla stampa ordinata, all’uso delle presse, Gutenberg non ci ha tramandato nulla.
Nonostante il successo dell’opera, la società tra Gutenberg e Fust s’interruppe piuttosto burrascosamente come attestato da un documento notarile. Fust accusò il suo ex socio di non avergli mai restituito né il prestito né gli interessi pretendendo una somma che era al di sopra delle possibilità di Gutenberg.
La società si sciolse. Gutenberg si vide sottrarre il materiale della tipografia, le copie della Bibbia e fu costretto ad assistere alla nascita di una nuova società, tra Fust e Peter Schöffer, che aprirono una loro stamperia.
Gli ultimi anni
Gutenberg aprì un’altra stamperia che, nel 1460 era ancora attiva a Magonza, in cui si utilizzavano caratteri più semplici, specializzandosi nella stampa di libretti popolari e lettere di indulgenze. Dal 1461 non si trovano più pubblicazioni della sua stamperia, non si sa quindi se i problemi economici lo abbiano costretto a chiudere o se la vecchiaia lo abbia convinto a trasformarsi in un maestro per coloro che decisero di seguire la sua arte. Quel che è certo è che, l’arcivescovo di Magonza, nel 1465 lo introdusse nella sua corte permettendogli di percepire una pensione annuale, vitto, abiti e persino l’esenzione da alcune tasse.
Gutenberg morì nel 1468 e non vide mai le trasformazioni che la sua invenzione produsse. Sarà infatti dopo la sua morte che la nuova arte si sostituì alle penne dei copisti, diffondendosi rapidamente dapprima in Germania e poi in tutta Europa, cambiando in modo definitivo il modo per tramandare, conservare e diffondere la cultura.