Età Vittoriana – La medicina
La medicina in epoca vittoriana: le cure più assurde e divertenti
La medicina in epoca vittoriana si può riassumere nella massima: il paziente vive di più se non vede il medico.
In questo periodo si passa dalle conoscenze empiriche della medicina tradizionale, spesso più legata alla superstizione che a un effettivo riscontro scientifico, ai primi veri tentativi di cura efficace.
Il metodo scientifico, d’altra parte, sta mettendo radici e deve scontrarsi con il retaggio secolare di una mentalità diversa e ben poco disposta ad accogliere innovazioni.
La medicina in epoca vittoriana è al punto di svolta: è in questo periodo che arrivano i primi vaccini, le prime conoscenze microbiologiche, i primi rudimenti sulla disinfezione… ancora tanta strada è da fare, ma in questi decenni inizia la ricerca che in breve tempo porterà la medicina a essere quella che oggi conosciamo.
Se pensiamo che gran parte delle malattie veniva, secondo le teorie del periodo, causata dall’aria, dai miasmi e dalla puzza (nel 1858 il Tamigi superò ogni record di cattivi odori), capiamo perché curare fosse una questione così controversa. Il famoso “cambio d’aria”, quello per cui i malati dovevano andare al mare o in luoghi ritenuti salubri, o al contrario le precauzioni per non aver ricambio d’aria nelle stanze, erano fra le cure privilegiate.
In questo variegato panorama di rimedi, cure approssimative, tentativi di cura che sembrano vie di mezzo fra sperimentazioni e torture, ecco che si delinea anche la nuova frontiera della farmacia, ma a prezzo della vita di molti pazienti e a fronte di innumerevoli tentativi di creare farmaci efficaci… più o meno in buona fede.
Sono gli anni in cui arrivano gli imbonitori da fiera, quei ciarlatani che proponevano, anche con falsi testimoni, i rimedi più improbabili, ma non solo: sono gli anni della pubblicità nascente e il settore medico non fa eccezione, approfittando di questo nuovo strumento per far conoscere le proprie (vere o false) potenzialità.
Un po’ d’oppio e passa tutto
L’oppio, padre di tutte le cure
Il record di stranezza, secondo la nostra mentalità odierna, va certamente alle cure a base oppio, cannabis e cocaina. Oggi queste per noi sono droghe, conosciute per la loro pericolosità, in epoca vittoriana invece erano considerate ottime base per rimedi medicinali di vario genere.
Il laudano, rimedio principe per vari tipi di sofferenze, dai dolori agli stati di agitazione, inventato da Paracelso nel sedicesimo secolo, ed è a base di oppio macerato in vino o alcol. Utilizzato come analgesico, creava spesso dipendenza.
Non solo il laudano conteneva oppiacei, ma numerosi rimedi per la tosse, anche se dopo una certa pratica cominciarono a sconsigliarne l’uso sui bambini (!).
Fra le cure più usate per tutti i mali si annoverano i famosi salassi: quando andava bene venivano affidati alle sanguisughe (uste peraltro ancora oggi, per alcune patologie) quando andava male a bisturi puliti alla bell’e meglio.
In epoca vittoriana erano molte le piaghe che turbavano la tranquillità della popolazione: annoveriamo fra queste il colera, la peste, la difterite, le malattie esantematiche (vaiolo, morbillo, scarlattina, varicella, parotite, rosolia), le malattie veneree come la sifilide, il tifo. Anche la tubercolosi era così diffusa da determinare perfino modelli di bellezza femminile: una malattia alla moda.
A parte salassi e clisteri, che andavano sempre bene per tutto, la medicina in quegli anni si scatenò nel provare cure di ogni genere, dal mercurio all’arsenico, dai vari composti ammoniacali alle tinture vegetali più disparate. Nel migliore dei casi queste cure potevano non peggiorare lo stato del paziente, nel peggiore erano causa di morte prima delle malattie.
Il ricostituente!
In questo periodo la fantasia dei sedicenti medici non aveva limiti e entrarono sul mercato innumerevoli tonici, in particolare per sostenere i delicati organismi femminili, così soggetti a debolezza.
Rimedi fenomenali anche per aiutare le signore desiderose di figli: per farli nascere più sani e… più belli!
Ma l’epoca vittoriana è stata prolifica per cure di ogni genere: per far crescere i capelli e migliorarne l’aspetto era considerato miracoloso l’olio di macassar, ma esistevano vari sciroppi da prendere per bocca per sistemare il problema dall’interno.