Araldica Viaggio nella storia

Le rubriche del lunedì: araldica – I simboli della città di Genova

la bandiera

Croce rossa su campo bianco, la bandiera di Genova, conosciuta anche con l’appellativo di Croce di San Giorgio, ha origini ben radicate nell’antichità. Utilizzata come simbolo protettivo dai soldati impegnati nelle crociate, lo stendardo si diffuse principalmente in tutto l’Impero Romano d’oriente nelle regioni amministrate da Costantinopoli, tra cui Genova. Accompagnata dallo stendardo di San Giorgio, la città diventò, dopo la dominazione longobarda e carolingia, una potenza militare, politica ed economica riuscendo a costruire la propria autonomia grazie alla propria flotta navale commerciale e da guerra. La creazione di numerose galee e la ferrea formazione militare dei balestrieri permisero alla marina genovese di eccellere in campo navale, le navi erano temute a tal punto che i nemici alla sola vista del vessillo battevano in ritirata temendo di essere sconfitti. Nel 1099, dopo mesi di assedio e vite sacrificate, i genovesi riuscirono a conquistare Gerusalemme al grido di Guglielmo Embriaco “Pe Zena e pe San Zorzo” (per Genova e per San Giorgio) che scalò le mura sventolando la bandiera genovese.
Leggenda vuole che un’altra potenza medievale, l’Inghilterra, in occasione del soggiorno di Riccardo Cuor di Leone a Genova, abbia chiesto di poter issare la bandiera con la croce rossa per assicurarsi l’immunità, la repubblica genovese acconsentì dietro pagamento di un tributo che nel 1771 cessò di esistere.

lo stemma

Dal 1528 al 1797 lo stemma della repubblica di Genova era rappresentato da uno scudo crociato con corona sorretta da due grifoni con code alzate, particolare questo importante perché dopo la rivoluzione giacobina e l’annessione al Regno di Sardegna e la distruzione e l’abolizione delle antiche insegne, Genova fu assegnata nel 1816 da re Vittorio Emanuele I l’insegna rappresentata da “croce rossa in campo bianco collo scudo ornato di grifoni con le code tra le zampe” in segno di sottomissione. Nel 1897, in seguito a una supplica a re Umberto I di Savoia, la città ottenne una modifica allo stemma: la coda dei grifoni uscì dalle zampe ma rimase comunque bassa. Dopo più di un secolo una nuova modifica riporta le due code ritte in alto in segno di buon auspicio.

il gonfalone

“Drappo rettangolare di stoffa color rosso, terminante nella parte inferiore a tre bandoni a forma di vajo irregolare, il centrale più lungo riccamente ornato con ricami d’oro e caricato con un rettangolo di stoffa bianca, con al centro lo stemma della Provincia” (dal decreto di concessione, Regio Decreto del 31.01.1929 e Lettere Patenti del 12.9.1929)

Nel gonfalone della città di Genova il riferimento alle crociate è chiaro e palese; infatti, l’effige di San Giorgio spicca a cavallo protetto dallo scudo bianco con la croce rossa mentre la lancia sta per trafiggere il Drago. Nel 1190 il Santo divenne il protettore di Genova e l’immagine di San Giorgio poco sopra descritta è rappresentata anche nell’affresco nella facciata di Palazzo San Giorgio.
Il gonfalone è caratterizzato dalla scritta Genova che si innalza quasi trionfale sul riquadro centrale con la famosa croce rossa in campo bianco. Ai lati gli stemmi delle otto aree urbane della Genova del medioevo: San Lorenzo, Piazza Longa, Sozziglia, Portanuova, Borgo, Castello, Porta, Maccagnana.

la lanterna

Simbolo della città di Genova, la Lanterna, con i suoi 77 metri di altezza è il faro più alto del Mediterraneo. Secondo alcune fonti, la sua fondazione risale al 1128: raggiunse poi il suo aspetto definitivo nel 1543.

Simbolo della città di Genova, sita sul promontorio di Capo di Faro la Lanterna, con i suoi 77 metri di altezza, è il faro più alto del Mediterraneo, secondo in Europa. L’attuale costruzione risale al 1543, ma fin dal XII secolo esisteva una torre di struttura simile, nata come torre di guardia per annunciare l’arrivo di imbarcazioni sospette e divenuta nel tempo anche faro, sulla cui sommità si bruciavano fascine per segnalare ai naviganti l’accesso al porto. Nel 1326 vi si installò la prima lanterna ad olio di oliva, la cui luce era concentrata in un fascio grazie a cristalli trasparenti prodotti da maestri vetrai liguri e veneziani. La rappresentazione probabilmente più antica di questa prima Lanterna risale al 1371 e compare sulla copertina di un registro dell’autorità marittima del tempo conservata all’Archivio di Stato di Genova e restaurata nel 2017 grazie al contributo del Lions Club di Sampierdarena per il progetto Insieme per la Lanterna e Adotta un Documento.

Nel Quattrocento la torre fu adibita a prigione e custodì, tra gli altri, il re di Cipro. Agli inizi del Cinquecento fu edificata la fortezza della Briglia, voluta da Luigi XII per le truppe che presidiavano la città: i genovesi, insorti contro i francesi, la bombardarono, danneggiando anche la Lanterna, ridotta a “mezza torre”. Nel 1543 essa venne ricostruita e le antiche merlature furono sostituite. Da allora la Lanterna superò senza gravi conseguenze il bombardamento navale del Re Sole alla fine del Seicento, i combattimenti del 1746 dopo la rivolta di Portoria, i bombardamenti della seconda guerra mondiale, nonché innumerevoli momenti di intemperie naturali (fino a quando, nel 1778, non fu dotata di impianto parafulmine). In tempi più recenti la potenza del faro aumentò notevolmente, sia per l’introduzione di più moderni sistemi ottici (data 1840 il sistema rotante con lenti di Fresnel), sia per l’introduzione di nuovi combustibili: il gas di acetilene (1898), poi il petrolio pressurizzato (1905), fino all’elettrificazione del 1936.

Nel 2001 fu costruita la passeggiata che la collega con il resto della città: un percorso di circa 800 metri che regala una visione suggestiva sul porto di Genova e riprende l’antica strada di accesso da occidente, attraverso la Porta Nuova della Lanterna.

la cattedrale di san lorenzo

Impossibile non rimanere incantati di fronte alla maestosità della sua facciata a bande bianche e nere, alla torre campanaria che domina il centro storico, ai minuziosi dettagli che contribuiscono a rendere l’edificio un autentico gioiello architettonico. E’ la cattedrale di San Lorenzo, la chiesa più importante di Genova. 

Eretta intorno all’anno 1098 su una precedente basilica del V – VI secolo e ampliata nei secoli in forme solenni e preziose, la cattedrale intitolata a San Lorenzo Martire custodisce le ceneri del patrono della città San Giovanni Battista, giunte a Genova alla fine della Prima Crociata.

La Basilica di San Lorenzo diventa cattedrale a partire dal IX secolo, sostituendo la basilica dei Dodici Apostoli, dedicata nel VI secolo a San Siro, vescovo di Genova, che a quei tempi si trovava al di fuori dell’antico nucleo della città. 

Grazie al trasferimento della cattedrale e alla costruzione delle mura, la zona di San Lorenzo diventa il cuore della città che cresce e cambia: in una città senza piazze, il sagrato di San Lorenzo offre per tutto il medioevo un palcoscenico fondamentale per la vita politica e civile.

Papa Gelasio I la consacra a cattedrale nel 1118 e prende avvio la sua ricostruzione in forma di chiesa romanica, con fondi provenienti da tasse comunali e da imprese militari come le Crociate. Dal 1133 la chiesa ottiene il rango arcivescovile. 

Dopo l’incendio del 1296, l’edificio viene in parte restaurato e in parte ricostruito nelle forme dell’architettura gotica: tra il 1307 e il 1312 viene completata la maestosa facciata a bande bianche e nere, si affresca la confrofacciata e vengono rifatti i colonnati interni, con nuovi capitelli e l’aggiunta dei falsi matronei; come succede spesso a Genova, si preservano le strutture romaniche ancora in buono stato.

Tra il XIV e il XV secolo la cattedrale si arricchisce di nuovi altari e cappelle, fra cui la splendida cappella che conserva le ceneri di San Giovanni Battista, vero capolavoro di arte del Quattrocento, nella navata sinistra. 

Nell’anno 1455 viene costruita la piccola loggia sulla torre nord-est, in facciata, cui si aggiunge nel 1522 quella opposta, nelle forme tipiche dell’architettura manierista.

A metà Cinquecento, su ordine delle magistrature cittadine, l’architetto perugino Galeazzo Alessi riprogetta l’intero edificio, riuscendo però a far ricostruire solo copertura delle navate, pavimento, cupola e zona absidale. Ma per vedere finalmente conclusa l’opera del duomo occorrerà attendere il Seicento, con il tripudio di stucchi dorati dell’abside e degli affreschi tardo manieristi delle “Storie di San Lorenzo” di Lazzaro Tavarone.

Un restauro di fine Ottocento ha valorizzato le parti medievali che caratterizzano l’aspetto attuale della cattedrale.

Attorno al duomo dei genovesi e alle raffigurazioni in facciata circolano storie curiose e leggende affascinanti. Te ne sveliamo subito una: a imperitura memoria contro gli orrori della guerra, all’interno della cattedrale, nella navata destra, è presente la copia esatta di un ordigno inesploso. La granata fu sparata nel 1941 dalla flotta britannica nel corso di uno dei peggiori attacchi sferrati contro Genova durante la seconda guerra mondiale.

FONTI

http://www.ligurinelmondo.it/la-bandiera-di-genova/

https://smart.comune.genova.it/node/6341

https://www.visitgenoa.it/it/cattedrale-di-san-lorenzo_

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.