Recensione a cura di Roberto Orsi
Chiara Albertini, partendo dalla tesi di laurea in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna, propone questo libro di 140 pagine in cui racconta al lettore il mondo medievale visto con gli occhi di Ellis Peters.
Sicuramente avrete sentito parlare di questa autrice, soprattutto per quanto riguarda la serie delle cronache di Fratello Cadfael, monaco erborista gallese all’interno dell’abbazia di Shrewsbury. Attraverso l’analisi dei romanzi scritti dalla Peters, nata proprio nella contea inglese dello Shropshire dove si svolgono le avventure di Cadfael, Chiara Albertini ridisegna i contorni sociali, politici ed economici del XIII secolo.
“Le “Brother Cadfael’s Chronicles” (titolo della serie in lingua inglese) si inseriscono all’interno del genere letterario “poliziesco”, poiché racchiudono in sé elementi e costanti dal punto di vista tematico, strutturale e stilistico propri di tale genere.”
Il lavoro di Chiara Albertini si compone di diverse fasi: in primo luogo circoscrive le opere della Peters nell’ambito poliziesco analizzando le analogie con questa tipologia di letteratura. Successivamente analizza i riferimenti storici presenti all’interno dei vari romanzi, che donano quel tocco riconoscibile e tangibile alle cronache, lasciando l’impronta indelebile dell’autrice inglese.
In seguito, si passa all’analisi del ruolo del detective e del delitto all’interno della società medievale, per finire con una breve analisi dei punti in comune tra i romanzi e le loro trasposizioni cinematografiche avvenute negli anni.
I romanzi delle Cronache di Fratello Cadfael si inseriscono in quel genere molto ampio di letteratura giallo poliziesca traslata in un’epoca passata, come quella medievale. Chiara Albertini esamina in modo dettagliato tutti i riferimenti storici che Ellis Peter ha disseminato all’interno delle vicende raccontate. Partendo da uno o più delitti in cui Fratello Cadfael è impegnato nella risoluzione e l’individuazione del colpevole, affronta i temi più diversi: la venerazione delle reliquie, vere e proprie fonti di guadagno e prestigio per le abbazie dell’epoca; usanze e tradizioni in ambito monastico e contadino; leggi medievali applicate per la gestione dei territori, tra tradizioni e innovazioni; il ruolo della donna nella società medievale; il contrasto tra fede e ragione, una “diatriba” sempre attuale che perpetua nel corso dei secoli; il concetto di colpa e giustizia, accusa e perdono, temi di grande attualità sempre difficili da sviscerare e interpretare.
L’autrice si sofferma, inoltre, sul metodo di indagine attuato da fratello Cadfael nei venti romanzi scritti dalla Peters. Il monaco si avvale della cosiddetta abduzione.
“Il procedimento è quello inverso della dimostrazione, perché non va dall’alto e dal prima, bensì dal basso e dal dopo, raccogliendo segni e testimonianze, esaminando con cura indizi e tracce, per scoprirne le premesse, procedendo a ritroso attraverso un’indagine che mira a ripercorrere il cammino da ciò che è rimasto a ciò che può averlo determinato”
Dall’esame dei fatti oggettivi, della situazione sulla scena del delitto, chi indaga procede a ritroso cercando dettagli che possano fare luce sulla vicenda. Si intrecciano i rapporti della vittima, si analizzano le connessioni con le persone che la frequentavano in vita e si originano ipotesi di quanto è avvenuto.
Fratello Cadfael, presentato come monaco erborista nell’abbazia di Shrewsbury, ha in realtà un passato che lo ha visto impegnato come cavaliere nelle crociate in Terra Santa. Questa sua precedente formazione ed esperienza di vita lo rende distinto e distinguibile dal resto della comunità monastica in cui ora trascorre il suo tempo. La concezione di giustizia propria di Cadfael non collima sempre con quanto imposto dalla dottrina legislativa del tempo. Il suo doppio ruolo di cavaliere e monaco (come, in fondo, erano gli stessi Templari) lo rende un personaggio stimato e stimabile con un approccio agli avvenimenti più razionale. L’intuito che lo contraddistingue, unito a una profonda conoscenza dell’animo umano e delle scienze, lo rendono un investigatore a tutto tondo capace di trovare la soluzione dove gli altri non vedono.
L’analisi delle avventure di Fratello Cadfael permette a Chiara Albertini di indicare quelle similitudini tra il mondo medievale, così come voluto da Ellis Peter, e il mondo moderno (l’autrice è nata nel 1913 e le cronache sono state scritte dal 1977 al 1994, in un’epoca di grande cambiamento).
“Attraverso l’ambientazione di vicende delittuose in epoche e civiltà passate, Peters pone una certa distanza dalla materia rappresentata e, mentre intrattiene e coinvolge i propri lettori con stimolanti misteri e intrigante razionalità, porta in vita un mondo che, da una parte, è differente da quello moderno, dall’altra, tuttavia, in modi significativi, non è né migliore né peggiore rispetto a quest’ultimo”.
I diversi aspetti presi in causa nel libro sono sviscerati in modo chiaro e diretto, quindi comprensibili e godibili da ogni genere di lettore che non si troverà davanti a un saggio nozionistico che potrebbe alla lunga annoiare. Ogni passaggio descritto da Chiara Albertini è accompagnato da spezzoni dei romanzi di Ellis Peters, a supporto delle tesi enunciate.
Inoltre, le citazioni dai romanzi sono riportate in doppia lingua inglese e italiana, permettendo anche una sorta di esercizio linguistico ai lettori più virtuosi.
Un lavoro che per gli appassionati di Ellis Peters e per coloro che, in generale, amano il medioevo, regala spunti davvero interessanti di approfondimento e dettagli utili alla comprensione di un periodo decisamente affascinante.
PRO
L’analisi del contesto medievale attraverso la “rilettura” di romanzi storici permette di apprezzare ancor di più questo genere letterario, sottolineandone la forte connotazione educativa e culturale
CONTRO
Aver già letto le cronache di Fratello Cadfael consente sicuramente una maggior godibilità di alcuni passaggi del testo per avere un quadro di riferimento più preciso su quanto riportato dall’autrice.
Trama
Il libro – come Chiara Albertini sottolinea nella sua prefazione – si propone come un’approfondita analisi critica di Ellis Peters (pseudonimo di Edith Mary Pargeter), una scrittrice inglese del ‘900 la cui produzione letteraria ha riscosso un enorme successo nel campo del poliziesco, precisamente nel filone del «giallo storico»: un risultato motivato dal fascino che promana dal «mondo» medievale magistralmente evocato dalla scrittrice. Sulla sua opera, Chiara Albertini propone un saggio ricco di riferimenti e di richiami, di ordine storico e letterario, movendosi dai generali orizzonti del «giallo storico» alla bellezza dei singoli romanzi: uno studio brillante, denso di richiami alle stesse pagine della Peters, qui largamente citate, e capace di sollecitare negli appassionati del genere e della “bella scrittura” la ricerca di romanzi come questi, capaci di così coinvolgenti fascinazioni [Roberto Casalini].