Quante volte abbiamo pronunciato questa frase? Quando torniamo a casa dopo lungo tempo, o dopo una giornata frenetica trascorsa fuori, o anche quando siamo tornati da un paese estero e ci ritroviamo nelle abitudini tutte italiane: “Casa dolce casa”, sta intendere che, anche se ci sono altre destinazioni, altri luoghi, che valgono la pena, non saranno mai pari ai piaceri che offre la propria casa.
Chi ha coniato questa espressione?
Proviene dall’operetta del 1823 Clari, or the Maid of Milan (Clari, ovvero la serva di Milano) e fu composta dal poeta e drammaturgo americano John Howard Payne, musicata poi dall’inglese Henry Bishop.
La canzone da allora è stata citata in innumerevoli opere e film: dalla Anna Bolena di Gaetano Donizetti del 1830 ai film Disney come Il mago di Oz e Lilli il vagabondo, passando per il film del 1944 Arsenico e vecchi merletti.
Pare che durante la Guerra di secessione americana, l’esecuzione di questo brano fu vietata negli accampamenti, poiché la si riteneva uno stimolo, per i soldati, a disertare per tornare a casa.
Dal lontano 1823, questa espressione resiste al tempo e nel tempo. La Storia ci accompagna anche laddove non lo immaginiamo.