Trama
Seattle. A volte basta poco, un profumo, le note di una canzone, una foto per far ritornare alla mente ricordi più o meno piacevoli del nostro passato. Henry, un cinese nato in America, durante una passeggiata si ritrova davanti all’ingresso dell’Hotel Panama, dove si sta svolgendo una conferenza stampa del nuovo proprietario, che annuncia il ritrovamento di alcuni suppellettili giapponesi risalenti alla seconda guerra mondiale. nella mente di Henry incomincia un turbinio di ricordi… da un lato piacevoli, come il tenero amore con Keiko, una compagna di scuola giapponese, anche lei nata in America, la sua amicizia con Sheldon, un musicista jazz di colore, e la signora Beatty, la cuoca della scuola che frequentava… dall’altro ricordi spiacevoli, come le recriminazioni razziali, le violenze da parte dei compagni bianchi di scuola, solo perché nato con gli occhi a mandorla, il coprifuoco, le ronde dei militari per tutta la città, il forte nazionalismo del padre che lotta per la Cina a distanza, costringendolo a portare un distintivo con la scritta “SONO CINESE” per poter essere distinto dai giapponesi e a parlare inglese anche in casa e non la sua lingua madre, odiando fortemente i giapponesi perché li ritiene responsabili delle torture subite dal suo popolo. E come se questo non bastasse tutti i giapponesi residenti a Seattle vengono deportati in un campo di concentramento, inclusa la famiglia di Keiko.
Recensione a cura di Mariagrazia Dicarlo
In ogni famiglia c’è almeno un membro che ha vissuto l’esperienza tragica di una guerra, non ha importanza quale sia (nella storia c’è l’imbarazzo di scelta, prima e seconda guerra mondiale, Kuwait, Kossovo, Pakistan, solo per citarne qualcuna dalla storia più o meno recente), perché in ogni caso è un evento che lascia il segno in chiunque. Solo per fare un esempio, io sono cresciuta con i racconti di mio nonno, del periodo in cui fu prigioniero durante la seconda guerra mondiale. Puntualmente, ogni volta che ripercorreva quei momenti con la memoria e li esprimeva a voce alta, i suoi occhi si riempivano di tristezza.
Per questo scommetto che per Jamie Ford, discendente di una famiglia cinese emigrata in America, non sia stato facile descrivere sentimenti, sensazioni ed esperienze vissute dal suo popolo in un periodo sicuramente molto complicato, durante il quale imperversavano restrizioni, discriminazioni razziali, violenze anche solo perché si è nati con gli occhi a mandorla. A mio parere però, l’autore è perfettamente riuscito nell’intento.
“Il gusto proibito dello zenzero”, anche se ambientato in un periodo tragico, è un libro in cui vengono messi in risalto alcuni valori che oggi spesso vengono dimenticati e in quel periodo erano quasi impossibili tra razze diverse: l’amicizia incondizionata di Sheldon e la solidarietà della signora Beatty, che prendono Harry sotto la loro ala protettiva, difendendolo dagli scherzi e dalle violenze subite dai compagni bianchi di scuola; l’amore tenero tra due adolescenti, che va oltre la differenza di razza, per il quale Henry è disposto a contravvenire all’ordine del padre di stare lontano dai giapponesi, e che lo spinge a cercare Keiko tra migliaia di persone, addiritura in luoghi in cui in cui non avrebbe dovuto cercarla.
Nonostante gli argomenti trattati, “Il gusto proibito dello zenzero” è una lettura scorrevole, coinvolgente, che provoca un turbinio di emozioni contrastanti: rabbia e tristezza, per ciò che è correlato alla guerra, morte, razzismo, la dura vita nei campi di concentramento; tenerezza pensando alla forza e determinazione con cui Henry e Keiko vivono il loro amore; infine la speranza un mondo migliore sia ancora possibile.
Un’altra cosa che mi ha colpito è il modo in cui il “presente” (quando Henry rievoca il periodo della guerra è il 1986) interagisce con il passato (a partire dal 1942 al 1945) e il modo in cui questi due livelli temporali siano legati e l’epoca passata influenzi quella presente.
Henry decide di condividere i suoi ricordi con Marty, suo figlio, e Samantha, la sua futura nuora, e questo comporta un riavvicinamento tra padre e figlio, allontanati a causa della malattia e successiva morte di Ethel, moglie e madre dei due.
Marty scopre molte cose sul conto di Henry, che fino a quel momento ignorava, a partire dal rapporto conflittuale tra suo padre e suo nonno, e i motivi che ne stanno alla base, avvenimenti della sua infanzia e della vita prima del matrimonio con Hethel.
Tutti argomenti che Henry non affronta mai volentieri…
Editore: Garzanti Libri
Data di pubblicazione: 12 aprile 2012
Lingua: Italiano
Dimensione libro: 20.6 x 3 x 14.2 cm 522 g
Peso: 522 g
Lunghezza: 372
ISBN-10: 8811682355
ISBN-13: 978-8811682356
Link d’acquisto: Il gusto proibito dello zenzero