Recensione a cura di Luigia Amico
La F.E.B., Força Expedicionária Brasileira (Forza di spedizione brasiliana) sbarcò a Napoli il 16 luglio 1944 guidata dal generale João Batista Mascarenhas. Arrivarono in Italia con l’intenzione di liberare il territorio dalla presenza infestante dei nazisti e operarono sull’Appennino tosco-emiliano per tutta la durata dell’inverno del 1944-45. Dette divisioni nacquero da una costola dell’esercito brasiliano ma erano prive di ogni forma basilare di addestramento ed equipaggiamento.
“il quattordici settembre 1944 arrivando da sud, superarono la prima fascia costiera, costituita da dune sabbiose e macchia mediterranea. Grazie al cielo terso, trasparente, videro il mare. Le isole dell’Arcipelago toscano sembravano tanto vicine da poterle toccare…”
“Il cobra fuma la pipa”, frase che dà il titolo al romanzo, era il loro grido di battaglia: secondo molte voci sarebbe stato più semplice vedere un serpente fumare una pipa che brasiliani combattere in Europa, eppure loro erano lì, pronti ad esultare per le loro vittorie.
“Ci furono tanti racconti sul cobra che fuma […] ai soldati il serpente che fuma piaceva molto, lo ripetevano tutte le volte che potevano essere allegri. Certo in Brasile non c’erano cobra. Nella loro lingua il cobra è il serrpente.”
Sono vicende poco note, quasi finite nel dimenticatoio; eppure, sono avvenimenti anch’essi importanti che hanno fatto la Storia. Marisa Piccioli, con il suo libro edito da Giovane Holden edizioni, riporta alla luce un tagliato storico in cui uomini e ragazzi, spinti da ideali e senso di patriottismo, sfidano le maldicenze e le difficoltà per combattere in e per la patria che ha visto nascere e crescere i loro avi.
“Il cobra che fuma la pipa, il grido di battaglia della F.E.B. divenne un simbolo di identificazione. A cobra esta fumando era un motivo di orgoglio di cui i pracinhas andarono fieri. Anche Mascarenhas portava sul braccio un distintivo con il serpente, divenuto insegna della F.E.B.”
In questo contesto storico descritto con minuzia di particolari e preparazione, i personaggi muovono passi decisi, la realtà storica si annoda con la fantasia creando una narrazione interessante per alcuni punti di vista e avvincente per altri.
La scomparsa misteriosa di Elisa è l’imput che dà il via a ricerche ed indagini che vedono protagonisti il tenente Manuel Amèrico de Almeida e Lina, sorella di Elisa. In un susseguirsi di supposizioni, ragionamenti e ricerca di indizi seppur labili; i giovani ragazzi dovranno ricostruire gli ultimi movimenti e spostamenti della donna intenzionata a voler raggiungere il fidanzato pronto ad unirsi alle forze partigiane.
Finzione e realtà sono ben incorporati nel romanzo, il quadro storico è ben delineato e, cosa molto importante, chiaro soprattutto per chi non ha familiarità con l’argomento. I personaggi si alternano sulle scene con dinamismo ma ho trovato una consistenza flebile per quanto riguarda la loro caratterizzazione, una maggiore analisi psicologica, emotiva ed emozionale li avrebbe resi, a mio avviso, vividi e realistici.
È sicuramente una lettura che permette di approfondire aspetti storici degni di nota e che invoglia ad effettuare ricerche per soddisfare la curiosità che Marisa Piccioli riesce a stuzzicare.
Trama
Tra le infinite storie della Seconda guerra mondiale, poche sono avvincenti come quelle del contingente brasiliano in Italia, la cosiddetta FEB. Nel 1944, migliaia di giovani soldati attraversarono l’Atlantico senza neppure sapere con precisione quale sarebbe stata la loro destinazione. Del resto, si diceva in maniera proverbiale, era più facile vedere un cobra fumare la pipa che dei militari brasiliani combattere in Europa. E invece, la divisione del generale Mascarenhas de Morais arrivò in Italia, e sebbene priva di un addestramento adeguato, seppe farsi molto onore sconfiggendo i nazisti sui campi di battaglia della Linea Gotica e contribuendo così alla Liberazione di importanti territori della Toscana. La loro storia incredibile si intrecciò proprio con quella della città di Pistoia, che di per sé visse una vicenda bellica particolare. Liberata già nel 1944, sul suo vasto territorio montuoso continuarono a muoversi diverse fazioni, nel sanguinoso quadro di guerra civile che attanagliò l’Italia. È questa la particolarissima cornice che racchiude le pagine di questo romanzo incalzante e vorticoso. In un inverno in cui ancora infuria spietato il conflitto, ogni cosa appare fragile, confusa, pericolosa. In un caos spesso fatale, amici e nemici si mescolano, fratelli e avversari condividono le stesse strade. Ogni passo nasconde un’insidia, e la vita di un individuo è sempre appesa a un filo sottile. Ragazzi italiani e soldati brasiliani mescolano i loro destini in una storia di amicizia, di tradimento e di speranza per un domani migliore.