Recensione a cura di Roberto Orsi
“Questo è il mio figlio, il mio diletto, colui nel quale mi sono compiaciuto”.
Yeshua. Gesù. Da dove partire per recensire un romanzo che racconta la Storia dei primi anni di vita di un personaggio così importante quanto difficile da affrontare? Se esistono diversi romanzi legati al periodo finale dell’esistenza di Gesù, gli insegnamenti, i miracoli, la Passione, la morte e la resurrezione, possiamo affermare che gli anni iniziali della sua esistenza terrena sono sicuramente meno battuti in letteratura.
Luca Arnaù, al suo esordio con la casa editrice AltreVoci Edizioni, promotrice del Review Party in corso in questi giorni sul web, si discosta dalla narrazione dei suoi primi due thriller storici, spostandosi temporalmente e geograficamente. Dalla Firenze rinascimentale di Leonardo Da Vinci, alla Giudea dei primi anni dell’era cristiana. O meglio, come indicato all’inizio del romanzo, all’anno 3758 dalla Creazione del Mondo, secondo il metodo di datazione utilizzato dagli ebrei.
L’anno zero per i Cristiani: l’anno della nascita di Gesù. L’autore si cimenta nel racconto romanzato ma, allo stesso tempo, scevro da ogni interpretazione religiosa delle vicende che conosciamo grazie ai Vangeli canonici.
È l’epoca della dominazione romana sulle terre di Giudea. L’impero di Ottaviano Augusto si estende in tutto il Mediterraneo, Erode il Grande è il re sotto il Protettorato Romano. Le vicende si snodano lungo la prima parte della vita di Yeshua: dalla nascita fino all’inizio della sua vera e propria opera di ministero pubblico. Arnaù intreccia sapientemente le fonti storiche a quelle religiose e mette in ordine gli avvenimenti raccontandoci episodi quali: l’eccidio degli innocenti voluto da Re Erode, la nascita di Gesù e la venuta dei Re Magi, l’incontro con Giovanni Battista.
“Nonostante siano passati da allora tanti anni e io sia ormai giunto alla fine della mia vita terrena, ho ancora molta confusione dentro in merito al significato di quanto è accaduto Ma la mia mente è lucida, ricordo ogni cosa come se fosse ieri”
Attraverso lo stratagemma letterario del racconto postumo da parte di Daniel ben Aaron che le visse in prima persona al fianco di Yeshua, le storie dei personaggi scorrono parallele: Gesù, ancora ignaro del ruolo che sarà chiamato a ricoprire quale Prescelto, cresce in una terra difficile, dove il conquistatore romano deve fronteggiare la ribellione dei gruppi più estremi come quello degli zeloti, guidati da personaggi del calibro di Bar-abbâ, salvato da morte certa dai suoi commilitoni. Scampato alla morte il ribelle zelota diventa nemico giurato dei generali romani di stanza in Medioriente come Decio Furio Salario o il legato Publio Sulpicio Quirino, impegnati nel mantenere l’ordine in una delle province dell’Impero più difficili da governare.
L’autore inquadra il contesto storico di riferimento con le vicende del mondo romano e quello ebraico in forte contrasto: la ribellione dei gruppi di dissidenti si scontra con la repressione nel sangue da parte degli eserciti romani.
“Un angelo è venuto a trovarmi! So che è difficile, ma devi credermi! Mi ha detto che sono stata scelta per essere la madre del Messia…”
L’impostazione narrativa vuole risultare una “rivisitazione”, passatemi il termine, delle storie che ci hanno insegnato fin dai primi anni del catechismo. Un’idea sicuramente ambiziosa che Arnaù affronta con delicatezza, senza trascendere verso alcuna delle parti in causa, inserendo elementi storici alternati alle tradizioni, ai riti e la terminologia più specifica dell’ebraismo. Un popolo che aspettava il suo Messia, in grado di salvarlo dalla dominazione dello straniero.
“Un Mashiach in grado di salvare il suo popolo? Magari era proprio quello annunciato dalle scritture, ma troppi – tra i potenti di Giudea – avrebbero avuto più da perdere che da guadagnare se fosse arrivato davvero.”
Si assiste alla crescita di Yeshua e alla sua evoluzione caratteriale: dai giochi con i coetanei ai primi insegnamenti nella Casa della Parola, considerato dal rabbi Azaria tra gli studenti più brillanti e promettenti. Un ragazzo diverso dagli altri che ben presto assume un atteggiamento particolare nei confronti del mondo. I suoi pensieri sono profondi, la forza di volontà e la fede crescono con il passare del tempo. Già in giovane età è capace di sacrifici e prove di forza che sorprendono. Le tentazioni del Maligno, Satan, non tardano a presentarsi:
“Chi ti obbliga a fare quello che vuoi fare? Vale la pena di buttare via la propria esistenza cosi? Tanto finirà male. E tu lo sai benissimo. Non servirà a nulla, gli uomini continueranno a vivere come prima… e tu avrai sofferto per niente. Pensaci Yeshua.”
L’utilizzo di termini ebraici è molto diffuso lungo tutta la narrazione, a partire dal Nome di Dio, letteralmente indicato con la parola “HaShem”. Il breve glossario a fine romanzo aiuta per certe parole non tradotte direttamente nel testo. Un progetto ambizioso quello di Luca Arnaù e AltreVoci Edizioni, di non semplice realizzazione, affrontato con il giusto compromesso tra storia e tradizione, con alle spalle una ricerca storica minuziosa e dettagliata. Il lettore conosce prima l’Uomo del Messia, il contesto socio politico del periodo con le sue contraddizioni e le differenze culturali, ma con un il fascino di un’era di transizione e grande cambiamento.
Trama
Anno 3758 dalla Creazione del Mondo. L’avverarsi di un’antica profezia accresce l’odio in Giudea, una terra attraversata dalla violenza, dove gruppi di fanatici combattono l’invasore. In una regione in tumulto, il sentimento antiromano cresce di giorno in giorno. La reazione di Roma non tarda e Decio Furio Salario, soprannominato “il Macellaio”, con i suoi legionari si abbatte sulla popolazione con la forza di una tempesta, lasciando una scia di morte senza precedenti. Il giovane Daniel e suo padre Aaron tornano a casa dopo aver assistito alla nascita di Yeshua in una grotta a Beit Lechem e trovano il paese messo a ferro e fuoco e la popolazione massacrata nella sinagoga. Fuori dalle mura di Gerico, un gruppo di rivoltosi salva il giovane Bar-abbâ dalla crocifissione e lo zelota diventa il nemico giurato del comandante romano. Anche Aaron decide di unirsi alla rivolta, ma prima affida il destino di Daniel a Yosef, il padre di Yeshua. I due diventano così fratelli. All’ombra delle croci, tra battaglie e duelli all’ultimo sangue, Yeshua di Nazareth vive la sua vita con determinazione, affrontando ogni sfida con la forza della fede e delle antiche profezie. Attraverso la sua personalità carismatica e il suo coraggio, diventa il Prescelto, l’eletto atteso da tutti gli ebrei, l’eroe per le masse che cercano la liberazione contro l’invasore romano. Sarà proprio Daniel a raccontare la vita di Yeshua come nessuno ha mai fatto prima.