Recensione a cura di Claudia Babudri
Dopo “Terra straniera”, primo capitolo de “Il Cavaliere errante”, di cui potete leggere la recensione qui, Giovanni Melappioni continua ad appassionarci con “La guerra di Guibert”, secondo tomo della saga dedicata all’omonimo protagonista reduce della crociata in Oriente voluta da Boemondo d’Altavilla.
Siamo agli inizi del XII secolo e, dopo essere approdato sulle coste adriatiche della Marca Anconitana, Guibert di Ademar affronterà le turbolenze e le incertezze politiche delle terre italiane corrispondenti alle odierne Marche. In questo secondo tomo, il protagonista dovrà destreggiarsi tra assedi, battaglie, amori e nemici, nella complessa situazione politica del territorio in cui giunge, minacciato da nemici su più fronti. In un contesto storico ben delineato ma dai contorni evanescenti, l’autore tesserà la trama della sua storia, in questa Marca divisa tra le rapaci pretese dei Vicari dell’Impero e le aspirazioni dei Liberi Comuni guidati dal mercenario Guibert in ardite battaglie al fine di destreggiarsi tra le manovre politiche dei Consoli e dei loro alleati.
“Sono Guibert, figlio di Ademar, il Grifone campeggia sul mio stendardo e sul mio scudo. Volete sapere fino a che punto mi spingerò, cosa sarà di tutto questo una volta che sarò uscito da Mons Causario? La vostra guerra è diventata la mia guerra, ho giurato di condurla fino in fondo contro i nemici che ci accomunano. Non mi fermerò finché non avrò ottenuto la vittoria e finché le forze mi sosterranno. Consiglierò, difenderò e lotterò per i miei amici come ho sempre fatto nella mia vita. Ecco chi avete di fronte a voi, non posso essere altro che questo.”
Di Guibert colpiscono l’ardore e la tenacia in quanto, al di là dell’essere mercenario, si rivela impavido, scaltro e saggio. “Possiedo solo il mio onore in questa terra.” dirà il Grifone “Non ho altro”. In realtà, benché soggetto ad un iniziale pregiudizio, egli si dimostrerà nobile e onesto, risultando concreto e intelligente, a modo suo morale, capace di stabilire regole severe: “Lo stupro, la vessazione, il furto e l’omicidio, all’interno di questa cerchia guerriera che si riconosce nel rosso e nel Grifone del suo stendardo, saranno puniti con la morte.”
Leggerne la storia, equivale a conoscere Guibert realmente in quanto l’autore descrive situazioni e personaggi così bene da sembrare di essere lì, al loro fianco. Di Guibert ho amato il suo modo di essere, apprezzandone, al di là del fare ruvido e concreto, la sensibilità, il suo essere pienamente guerriero e uomo al tempo stesso. Quando fuggitivo, nel buio della notte, si ritrova inaspettatamente solo con i suoi demoni, assistiamo ad un momento di altissima verità umana: Guibert invoca chi non c’è più per avere protezione.
“Mi sento così…solo.” ammetterà commosso il protagonista, consapevole di quella spaventosa debolezza, memore di una vita che l’ha fatto crescere troppo in fretta e che lo ha portato a perdere gli amici di un tempo. Al di là del guerriero coraggioso che si fionda in battaglia, al di là del trascinatore di uomini e del “nuovo Cesare” o del soldato rispettoso degli avi che evoca in battaglia, il lettore avrà il piacere di conoscere l’uomo Guibert, fatto di carne e di ossa, di gioie, dolori e sentimenti, amplificati dall’essere lontano da casa e da quella costante solitudine che ne attaglia sempre il cuore già martoriato dalla triste consapevolezza di una irraggiungibile speranza. Quindi, al di là della guerra sul campo di battaglia, Guibert è un personaggio in lotta in primis contro il destino e contro se stesso, vivendo in bilico tra sentimenti contrastanti, sofferente per un amore che pare irrealizzabile, tormentato dai fantasmi dei suoi errori e dalla paura di deludere nuovi amici. La descrizione dell’uomo al di là del guerriero è notevole ed apprezzabile da parte dell’autore il quale ha il merito di scandagliare l’animo umano del guerriero. Se la storia è spesso mancante di simili descrizioni, Melappioni attualizza e avvicina il personaggio alla nostra contemporanea umanità, rendendo Guibert un essere vivo, dall’essenza pulsante.
Se nell’intimità più profonda egli è un uomo che vive pienamente la propria esistenza sul filo della spada, sul campo di battaglia il Grifone è puro fuoco. È uno stratega perfetto, un leader nato, un uomo lungimirante e, sviste umane a parte, un epico guerriero che combatte nella mischia fino all’ultimo con tutte le risorse a disposizione. Infatti, oltre all’abilità bellica, dimostra di saper sapientemente usare l’intelletto per creare strategie mirate ad incutere timore nel nemico più truce. In effetti, la tattica dell’intimidazione e della paura poteva essere vincente in guerra se ben congeniata. Gli effetti psicologici di una strategia ai fini della vittoria sul campo, approfonditi da storici come Aldo A. Settia (Laterza, 2016), rappresentano una componente importante nelle dinamiche di guerra sin dai tempi di Cesare.
Un meritato apprezzamento va dunque all’autore per aver toccato con sapienza questa tematica, dando largo spazio alla descrizione della psicologia dei suoi personaggi. Sempre in relazione alla battaglia, ho trovato convincente anche l’aver rievocato la componente sonora della guerra. Quando si parla dell’avanzata degli Slavoni al servizio della “terribile” Zabulina, personaggio storico di cui si conosce solo il nome attraverso alcuni atti notarili, si accenna a melodie di guerra risuonanti con l’avanzata della soldataglia in arrivo.
La presenza della musica sui campi di battaglia è dato storicamente esatto in quanto, oltre alle voci umane e al collidere delle armi, ci si faceva guerra anche attraverso i canti dei soldati o l’eco di strumenti suonati con cui si “cercava di dominare su uno spazio il più possibile esteso” (Ph. Contamine, 1997). In merito al paesaggio medievale ho gradito l’accenno alle pievi. In epoca medievale, erano chiese aventi battistero, specializzate nella cura animarum, ovvero la somministrazione dei sacramenti, comparse nelle campagne durante l’Altomedioevo . Altro dettaglio degno di nota è il riferimento alla “schibezia da tavernaio” con il quale, storicamente, si indicava una “vivanda simile al carpione che si prepara ancor oggi, a base, appunto, di pesci messi a conservare in vino ed aceto dopo essere stati fritti nell’olio” (M. Montanari, 2022).
Con questo curioso termine si intendeva più genericamente un piatto di semplice preparazione, sempre pronto nelle taverne e nelle osterie, apprezzato specialmente dai viandanti bisognosi di un desco di veloce consumazione. Questi elementi, uniti all’efficace descrizione dei luoghi e degli scenari in cui si snodano le vicende, sapientemente descritte a fronte della consultazione delle fonti, rendono la ricostruzione storica effettuata dall’autore meticolosa e pregevole, pregna di una onestà intellettuale che ne riconosce e ne traccia il confine tra realtà e fantasia. Il tomo, vibrante per i toni epici e la scrittura accattivante e coinvolgente, è corredato di mappa e note esplicative utili al lettore per ampliare la conoscenza su elementi, personaggi e situazioni storiche citate nell’opera. Insomma, con Giovanni Melappioni il Medioevo diventa una avventura straordinaria vissuta tra “donne, cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie e le audaci imprese” degne dell’epica più sublime.
Trama
Nelle terre della Marca imperversa la guerra lanciata dai Liberi Comuni contro i Vicari dell’Impero. Il cavaliere errante Guibert, ora comandante delle forze di Civitas Nova, è chiamato a guidare gli uomini in ardite battaglie e a destreggiarsi tra le manovre politiche dei Consoli e dei loro alleati.
Una seconda, non meno impegnativa prova, è quella lanciatagli dal proprio cuore, dilaniato tra l’affetto per Bianca e lo stordimento causato da Rubina, la giovane nobile di Mons Causario che lo disprezza come un comune mercenario, ma nei cui occhi Guibert vede la felicità di un sereno approdo. A peggiorare le cose, l’arrivo dello spietato capitano di ventura conosciuto come Lama Nera rischia di scombinare ogni piano e di porre fine alla ribellione dei Comuni. Guibert dovrà espugnare fortezze, ricacciare predoni venuti dal mare, scoprire chi finanzia l’esercito al soldo
dei Vicari e, circondato da pochi, fidati amici, guardarsi le spalle dai molti nemici interni ed esterni che vorrebbero la sua vita.
Sono nato nel 1980 a Civitanova Marche (MC), dove ancora oggi vivo con moglie, figli, cinque gatti e quattro cani. Sono uno studioso di storia militare, con particolare interesse per la Roma repubblicana, l’epoca medievale, l’età napoleonica e la Seconda Guerra Mondiale. Ho abbinato la passione per la ricerca con quella per la scrittura, dedicandomi alla stesura di romanzi e racconti caratterizzati da una grandissima attendibilità storica. Attualmente sono impegnato nella stesura di un manifesto per la narrativa “storica epica-avventurosa”, una rielaborazione della letteratura cavalleresca medievale con particolare cura della ricostruzione filologica del periodo e alla scrittura che deve essere moderna e coinvolgente. Hemingway, Tolkien e i Led Zeppelin costituiscono il mio pantheon religioso. Raccontare la storia la mia passione. Nel 2011 ho pubblicato il mio primo romanzo storico, L’ultima Offensiva con Lulu.com e nel 2013 il racconto lungo in ebook “Lo spettro di Ney” con Amazon. Nell’aprile 2014 ho vinto il mio primo premio letterario nella competizione “Racconti da biblioteca” organizzato dall’Aib (Associazione Italiana Biblioteche) con il racconto Un lavoro semplice, pubblicato in antologia digitale. Sono stato poi invitato a scrivere due incipit d’autore per la successiva edizione. A luglio dello stesso anno la grande svolta. Mi sono aggiudicato il secondo posto al premio Rai La Giara con il romanzo Missione d’onore, pubblicato poi da Rai Eri ad aprile 2015. Sull’onda del successo letterario, nell’agosto del 2014 ho pubblicato la seconda edizione de L’ultima offensiva, contenente il racconto “Fino alle mura di Babilonia”, rilasciato poi separatamente anche in ebook nel novembre dello stesso anno. Un mio racconto, dal titolo Un regalo onesto compare nel dicembre 2014 nell’antologia “Storie in città” del comune di Civitanova Marche. Il racconto Insieme viene selezionato attraverso concorso per l’edizione 2015 dell’antologia. Nel 2016 mi classifico al terzo posto al “Premio nazionale Anpi Parole resistenti” con il racconto Il ritorno. Nel 2016 inizia l’avventura letteraria medievale. Forgiati dalla spada è il primo della saga Il Giglio e il Grifone edito da Meridiano Zero. Il secondo volume della saga, Temprati dal destino è stato pubblicato a ottobre 2017, sempre per Meridiano Zero. Nel 2018 ho pubblicato due racconti in ebook: Il torneo, d’ambientazione medievale, e L’aquila di Teutoburgo, ambientato in epoca romana. Quest’ultimo lavoro sperimentale in un’epoca da me mai approfondita, in previsione di un altro progetto che si sta realizzando dalla fine del 2020. Il canto della vendetta, ultimo capitolo della saga Il Giglio e il Grifone segna il mio ritorno all’idea di “editoria a Km 0”. Pubblico il testo in ebook a dicembre 2018 e in edizione cartacea a febbraio 2019 senza intermediazioni editoriali. A ottobre 2019 ho pubblicato uno spin off della saga Il GIglio e il Grifone dedicato alla figura di Ademar, il padre di Guibert, giovane protagonista dei libri precedenti del ciclo medievale. Il titolo è Il cavaliere del Leone, una moderna rivisitazione di chanson de geste. Ormai certo della strada intrapresa, libero da vincoli contrattuali, ho iniziato un percorso di studio e rielaborazione della letteratura epica medievale, fondendo gli stilemi del genere con quelli della moderna scrittura narrativa. Romanzi di avventura storica, o epica storica, è la definizione che preferisco della mia produzione letteraria recente. A ottobre 2020 ha inizio, inoltre, una serie ambientata nella Roma repubblicana. Attraverso il protagonista, Marco Levinio, mi prefiggo di raccontare la Seconda Guerra Punica da un punto di vista meno noto. Il primo romanzo è intitolato “Cammino di gloria” mentre la saga ha l’evocativo nome di Milites. A marzo 2021 ritorno al Medioevo con quello che reputo il mio romanzo più sentito, “Terra straniera”, della saga epica Il cavaliere errante. Una storia ambientata nel XII in Italia, nelle mie terre. Un’avventura di ampio respiro durante il cruciale periodo di nascita dei primi Liberi Comuni. A dicembre 2021 ho pubblicato il secondo romanzo della serie Milites, dal titolo “Il destino del Legionario”. Questa volta il protagonista si troverà faccia a faccia niente meno che con il geniale Annibale. Per supportare il mio lavoro, non avendo più editori e dovendo essere io stesso promotore di me stesso, ho creato nel 2016 la fortunatissima pagina facebook Giovanni Melappioni – Raccontare la storia dove è possibili rimanere sempre aggiornati sulle novità e, soprattutto, valutare la profondità delle ricerche storiche che sono alla base dei miei romanzi grazie ai post quotidiani di curiosità storiche.