Emmeline Goulden in Pankhurst: potremmo definirla una donna di parole, perché solo con esse era in grado di legare a sé le persone, di toccare le loro emozioni.
Ma fu anche una donna di fatti concreti: leader del movimento delle Suffragette in Inghilterra, che si batté affinché il diritto di voto fosse concesso anche alle donne, nonchè fondatrice del Women’s Social and Political Union, che diverrà il cuore delle suffragette attiviste, un movimento oggi lodato e osannato, ma che all’epoca fu diffamato e attaccato.
Una organizzazione per sole donne, con un unico preciso obiettivo preciso: la lotta per il diritto al voto. Una lotta non violenta, basata su azioni dimostrative, manifestazioni, raccolte di firme, petizioni e anche su una rivista a stampa dal titolo “Votes for Women” per propagandare le idee del movimento.
La storia di Emmeline inizia in Inghilterra, dove nasce in un sobborgo di Manchester il 15 luglio 1858, da due attivisti.
All’età di 7 anni, si sentì dire dal padre “Se solo fossi un maschio!”: il padre sapeva che la nascita sotto un fiocco azzurro le avrebbe reso la vita meno dura. Infatti, nella società dell’epoca essere una donna era considerato una disgrazia, una malasorte, proprio perché alle donne era precluso l’accesso alle attività professionali normalmente riservate agli uomini.
Ma per Emmeline l’essere donna non fu mai un problema, anzi, ne fece un vero e proprio vessillo rivoluzionario, tant’è che per tutta la vita dichiarò di essere nata il 14 luglio, data della presa della Bastiglia a cui parteciparono molto attivamente anche le donne della Rivoluzione francese. E consacrò la sua vita a difendere i diritti delle donne.
A 20 anni Emmeline sposò l’avvocato Richard Pankhurst – con cui avrà 5 figli – che supportò la moglie nella sua lotta per i diritti femminili che portò avanti per tutta la vita.
Si incominciò dal chiedersi quale fosse il ruolo delle donne nella società e nella famiglia, se avessero diritto all’istruzione e alla libertà di scegliere un lavoro.
Seguirono incontri pubblici, petizioni, lettere, articoli e riviste a favore del suffragio femminile, ma tutto rimase inascoltato. Nel 1905 una delle figlia di Emmeline, Christabel Pankhurst, richiese il suffragio femminile alla convention del Partito Liberale di Manchester, portando con sé un cartello con quello che divenne lo slogan del WSPU: “Voto alle donne”.
Nel 1908 due suffragette si incatenarono al cancello di Via Downing, 10. E pochi mesi dopo ci fu la più grande marcia della storia a favore del suffragio femminile.
La lotta si faceva sempre più aspra. Dovette intervenire la polizia quando il movimento organizzò una protesta sotto l’edificio del Parlamento, a seguito della mancata approvazione di un disegno di legge per il suffragio femminile. E la lotta si fece sempre più dura. La figlia di Emmeline, Christabel Pankhurst, durante una riunione del Partito Liberale sputò contro un poliziotto e venne arrestata. In seguito altre due figlie vennero incarcerate durante una protesta fuori dal Parlamento. La stessa Emmeline venne arrestata nel 1908.
Appassionata, con una grande fiducia in sé stessa, assertiva, convinta che le sue lotte e il suo operato fossero giusti, fu arrestata diverse volte con l’accusa di minaccia all’ordine pubblico, dileggio delle autorità e violazione della proprietà privata; nel 1905 per aver chiesto, durante la riunione del partito liberale (considerato il maggior ostacolo ai suoi obiettivi) la discussione del diritto di voto alle donne, nel 1908 per aver cercato di fare irruzione nel Parlamento per presentare una risoluzione di protesta, subendo una condanna a sei settimane di carcere, e ben dodici volte solo tra il 1913 e il 1914, l’ultima, nel 1914 davanti a Buckingam Palace, mentre tentava di portare una petizione al re Giorgio V.
Eppure proprio gli arresti le fecero capire che potevano essere uno strumento per pubblicizzare la loro battaglia, combattuta anche con l’arma dello sciopero della fame, messo in atto proprio durante le detenzioni.
Le proteste del movimento divennero in qualche caso violente: durante le manifestazione le suffragette giunsero a rompere i vetri di finestre, appiccare incendi dolosi, sputare addosso ai poliziotti.
In uno dei suoi più celebri discorsi “Libertà o morte” disse:
Sentivamo di dover risvegliare il pubblico a tal punto che avrebbero detto al governo: è necessario dare il voto alle donne. Dovevamo ottenere l’interesse degli elettori, dovevamo ottenere l’attenzione degli interessi commerciali e degli interessi professionali, dovevamo convincere tutti gli uomini dediti al tempo libero (‘the men of leisure’) a chiedere al governo di alleggerire il peso di questa situazione e dare alle donne il voto. Ce l’abbiamo fatta; e lo stiamo facendo ogni giorno (‘We have done it; we are doing it every day’).
E rivendicando atti di sabotaggio e azioni a danno della quiete pubblica:
Forse ora potete capire perché noi donne abbiamo pensato che avremmo dovuto attaccare la cosa di maggior valore nella vita moderna per far svegliare queste e far capire che le donne volevano il voto, e che le cose sarebbero state molto scomode finché non lo avessero ottenuto, perché non è facendo stare a proprio agio le persone che si ottiene qualcosa nella vita pratica, ma mettendole a disagio. E questa è una semplice verità che tutti noi dobbiamo imparare.
Il discorso completo, in lingua originale, potete leggerlo qui
Con lo scoppio della Grande Guerra, quando migliaia di uomini furono chiamati alle armi, Emmeline convinse le suffraggete a sospendere la propria attività di protesta, in cambio ottenenne dal governo inglese il rilascio di tutte le detenute per i reati politici.
Emmeline Pankhurst morì a 70 anni, il 14 giugno 1928. Poche settimane dopo, il 2 luglio del 1928, il Parlamento britannico approvò il Representation of the People Act, la legge che estese il diritto di voto delle donne equiparandolo a quello degli uomini.
Per dovere di cronaca, specifichiamo che già dal 1918, in Gran Bretagna, potevano votare tutti gli uomini di età superiore ai 21 anni e tutte le donne di età superiore ai 30 anni. In seguito al provvedimento del 1928, poi, anche le donne d’età compresa tra i 21 e i 30 anni poterono recarsi alle urne.
Curiosità
Il termine “suffraggette” fu coniato nel 1906 dal giornalista Charles Hands che con questo termine si riferiva alle donne militanti. Prima infatti erano chiamate con il più neutro “suffragiste”.
Emmeline e le sue alleate accolsero questo termine come proprio: decisero di definirsi ‘suffragette’ proprio per differenziarsi dai gruppi più moderati.
La rivista Time nel 1999 dichiarò Emmeline Pankhurst una delle “persone più importanti del XX secolo”.
Helen Pankhurst, la bisnipote di Emmeline Pankhurst e nipote di Sylvia Pankhurst, lavora tuttora per i diritti delle donne ed insieme a sua figlia ha fondato “Olympic Suffragettes“.
Nel 1908, venne deciso lo schema dei colori che contraddistingueva le suffragette: viola, per la lealtà e la dignità, bianco per la purezza e verde per la speranza.
Era più frequente trovare questi colori sulle strisce che portavano lungo gli abiti spesso bianchi durante le manifestazioni, colore fresco e femminile, ma anche su bandiere, fiocchi, spille.
Libri
Da cui è stato tratto il film del 2015
Suffragette. Le donne che hanno cambiato il mondo, che vede Meryl Streep interpretare il ruolo di Emmeline Pankhurst