Trama:
Silfrida è una giovane donna Gota, venduta come schiava dagli usurpatori dell’imperatore Teodosio e poi adottata da una coppia di romani che abita nei pressi di Verona, sulla via Postumia.
È timida e timorosa, la evitano tutti a causa della sua origine barbara, ma il Fato è in agguato e la sua vita verrà sconvolta per sempre. Il padre che credeva perduto è il temibile Alarico, a capo dell’orda di barbari che invade il nord Italia. Partirà alla sua ricerca accompagnata da Ghiveric, un giovane e valoroso guerriero goto. Ma i legionari romani sono sulle loro tracce, la battaglia del Tanaro incombe. Riusciranno i due giovani a coronare il loro sogno d’amore e ritrovare Alarico?
Recensione a cura di Donata Beretta
Romanzo storico e sentimentale, che Isabel Greenwood (pseudonimo scelto in questo caso dall’autrice Giovanna Barbieri) ambienta in un periodo storico ben preciso. Siamo nel 394 d.C., quando Alarico e i suoi Goti (di religione ariana) subiscono diverse perdite nella battaglia del Frigido, a fianco dell’Impero Romano e temono di essere assoggettati a Roma, perdendo in tal modo le loro autonomie.
La riduzione in schiavitù dei prigionieri di guerra è una pratica comune. Silfrida, figlia di Alarico, viene resa schiava da bambina; adottata poi da una famiglia romana, acquisisce gli usi e costumi romani e la nascente religione cristiana…ma lei è diversa…si sente diversa. Anche allora la “diversità” dettata dal colore chiaro della pelle e dei capelli destava soggezione. Silfrida ricorda le sue origini e la sua gente, così quando i Goti invadono l’Italia del Nord e Verona, ne rimane impaurita ma nel contempo affascinata. Riscopre la sua essenza; lei non è una schiava: è la bellissima figlia di un grande Capo, promessa sposa fin dalla nascita ad un valoroso guerriero, Ghiveric, che avrà il potere di risvegliare la sua mente e i suoi sensi. Silfrida crescerà, ritroverà il senso di appartenenza ad un popolo, non si sentirà più fuori posto. Ghiveric, così barbaro nella sua freddezza militare, è anche passionale e affascinante e aiuterà finalmente Silfrida a riscattarsi e ricordare chi lei sia.
“Nessuno l’ha mai guardata in quel modo, mai desiderata tanto.
Perché lui è l’unico uomo che potrà mai amare”
Questa nuova consapevolezza sarà essenziale nelle battaglie che dovranno affrontare prima di ricongiungersi al loro popolo. La guerra allora non era combattuta con armi a distanza, come oggi. Ghiveric e Silfrida e i loro amici saranno costretti a combattimenti corpo a corpo per difendere chi amano, con scene crude di assalti alle fattorie e ai villaggi.
Silfrida dapprima è paurosa, intimidita; lei ha sempre vissuto in una “taberna”, facendo la locandiera. Ora si ritrova in fuga, a cavallo, in un territorio a volte ostile, con un promesso sposo quasi sconosciuto ma che comunque, a modo suo, la rispetta e non le impone la sua presenza. E sarà lei, la schiava Gota riscattata, a salvare Ghiveric e farli riunire al padre Alarico che li aspetta in ansia.
Nella storia Silfrida non entra in contatto solo con Ghiveric: cresce con un fratello romano di nome Tullio, che si innamora della sorella adottiva e sente crescere dentro di sé la gelosia quando si accorge di dover competere con altri pretendenti; è un personaggio che mi risulta un po’ tiepido e poco incisivo. E’ pienamente figlio del suo tempo e ne risulta sottomesso alle regole: tuttavia alla fine sarà la sorella a prendere le decisioni più importanti e coraggiose.
Quasi sullo sfondo, come una nube temporalesca sempre in agguato senza mai rendersi veramente protagonista, c’è Lucio Septimio Festo, l’assoggettatore romano, bello, raffinato, famoso, che la guarda con occhi colmi di desiderio ma che non riuscirà a sottometterla.
Questo romanzo ha sicuramente nei suoi punti di forza la storicità; l’attenzione per gli usi e costumi romani è assoluta. I termini latini, che rendono l’atmosfera, sono numerosi e l’epoca romana viene resa benissimo nella descrizione dei luoghi (come le terme e l’arena), degli abiti, del cibo, ecc.…
La scrittrice inserisce numerose spiegazioni sulla storia dell’Impero Romano, in un’alternanza di fronti di lettura che lascia stupefatti. Anche la questione femminile all’epoca dei Romani è descritta in maniera delicata ma convinta.
La scrittura è scorrevole, mai pesante; sicuramente molto più legata al filone storico che sentimentale. Tuttavia i due temi, non semplici da svolgere in maniera equilibrata, risultano ben amalgamati. Troppa storia renderebbe il romanzo un trattato, troppa passione e sesso renderebbero il racconto eccessivo. Passione e guerra sono temi che hanno spesso convissuto nell’universo editoriale e nella vita reale: la capacità di trovare il giusto mix è indice di grande equilibrio narrativo.
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 632 KB
Lunghezza stampa: 225
Editore: Delos Digital (14 marzo 2017)
Venduto da:Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B06XJN7C63
Link: Silfrida, la schiava di Roma