Narrativa recensioni

Recensione de “I Grifoni della Maremma” – Francesco Falconi

Recensione a cura di Donatella Palli

Di nuovo la Maremma e di nuovo una saga famigliare con forti rimandi biografici ma un po’ diversa..

Ve lo spiego con le parole dell’autore:

“Non desideravo scrivere solo una saga famigliare o un romanzo storico. Desideravo raccontare le incomprensioni tra moglie e marito, l’astio tra fratelli, l’incomunicabilità tra figli e genitori ,il tradimento nell’amicizia. Lui,unico vero protagonista in questo romanzo corale.Il nemico dentro che si annida nel buio .dell’anima. L’odio”

L’autore richiama nel titolo il simbolo della sua città natale: Il Grifone, che ricorda un animale maestoso e l’indole fiera dei Maremmani.

Roma marzo 2020, in piena quarantena, il piccolo Giacomo preso dalla noia ha saccheggiato la soffitta aprendo un baule che, da molto tempo, si trova lì abbandonato. Furioso suo padre Federico sta per picchiarlo ma arriva la madre Elena a redarguirlo.

Il loro rapporto si è incrinato, entrambi ne sono amareggiati.

Rimasto solo Federico realizza di non avere autocontrollo e si rende conto che la rabbia che non lo fa ragionare è “l’eredità che ci portiamo dietro come una condanna dal nonno al padre, dal padre al figlio “

Il baule violato è pieno di ricordi e contiene anche un quaderno con una copertina rossa con un titolo: Frammenti di vita. I&C .La storia della famiglia Innocenti e quella dei Coppola scritta dal padre Mario nel 2005.

Sono ricordi che partono dal 1944 quando Mario è un bambino di 8 anni e vive con la sua famiglia a Istia d’Ombrone, piccolo centro vicino a Grosseto. La guerra infuria e il fronte sta per passare da Grosseto. I giovani che non aderiscono alla repubblica di Salò vengono presi e fucilati. La famiglia Innocenti con un amico partigiano, Roberto e la sorella della mamma Santa, mezzadra, simpatizzante, teme la delazione di spie fasciste e decide di rifugiarsi nel podere di Santa a Poggiospecchio, vicino a Roccastrada. Le due sorelle litigano spesso: la mamma Italia è molto religiosa, la zia invece non è credente:

“È più facile bruciare per ordine del Führer che nell’inferno di Dio, te l’assicuro”

Giugno 1944. I tedeschi e i fascisti si abbandonano a ogni tipo di nefandezze: distruggono le fattorie dopo averle depredate, uccidono, stuprano le donne.

Durante una loro assenza, questo succede anche al podere di Poggiospecchio e zia Santa scompare. Nel frattempo gli Innocenti hanno nascosto un Russo fuggito da un campo di internamento sul Fiora. Il padre, Beppe, è contrario e litiga violentemente con Italia, sua moglie.

In effetti in tutto il romanzo assistiamo alla violenza di quest’uomo contro la moglie e i figli che cercano di scrollarsi di dosso l’atteggiamento di padre-padrone che non permette a nessuno di scegliere la propria vita.

Finita la guerra Beppe Innocenti continua a criticare aspramente qualsiasi iniziativa provenga dalla moglie o dai figli.La famiglia si è trasferita a Grosseto ma l’atmosfera di tensione non è cambiata.

“Era incredibile la sua innata volontà di distruggere tutto ciò che aveva attorno e disprezzare le piccole cose che, dopo gli anni difficili appena trascorsi, dovevamo invece apprezzare “

Nel dopoguerra questa terra si risveglia: “La Maremma non è più la matrona prostrata che chiede aiuto al Granduca Leopoldo II (…) Non siamo più il bambino morente di malaria. Adesso  siamo un nuovo popolo “

Mario vive male in famiglia ma non riesce a rivoltarsi preferisce stare vicino al piccolo Rodolfo, l’ultimo nato dei fratelli che soffre molto dell’indifferenza del padre e cerca di aiutarlo come aveva fatto Emireno, il suo fratello maggiore, con lui.

Uno spiraglio di luce per Mario sarà la conoscenza di un bibliotecario particolare ì: lo scrittore Luciano Bianciardi che con Carlo Cassola intende organizzare un bibliobus.

“Li avvicineremo e li educheremo (I Maremmani ) con letture, presentazioni e recensioni. Porteremo i libri a casa della gente, nei piccoli agglomerati rurali, nelle fattorie, nelle abitazioni coloniche “

Mario, conquistato dal loro entusiasmo, accetta di partecipare all’iniziativa e li segue di paese in paese.

Nel frattempo il lavoro si trova in Maremma grazie alla Montecatini: nella miniera di Ribolla si scava la lignite. I lavoratori sono pagati una miseria , muoiono di fibrosi polmonare o schiacciati dentro le cave. Il 4 maggio 1954 esplode la miniera  portandosi via tanti giovani tra i quali Oreste, un amico di famiglia. L’esperienza della miniera si conclude in quegli anni..

“Era la fine di un’epoca, adesso il turismo stava prendendo piede in tutta la costa, le campagne nell’entroterra venivano colonizzate dai marchi del vino.La Maremma amara stava ingiallendo come una foto consunta abbandonata in un cassetto”

Uno spiraglio di luce per Italia è invece la conoscenza della famiglia Coppola e in particolare di Carmela de Rosa, moglie di Ciro Coppola.  La signora, professoressa di Latino a Napoli, con un atto di vera sorellanza aiuterà Italia ad acquisire fiducia in sé e ad emanciparsi dal marito padrone.

Un’amicizia tra le due famiglie iniziata al mare  alla Torre della Trappola ,Principina a mare e poi proseguita con una loro visita a Napoli, risulta molto importante anche per Mario che si è innamorato della figlia : Rosa è l’amore della vita, bella, allegra e determinata .Mario, pur annotando le differenze tra le  due culture , ne è affascinato:

“Anche noi eravamo attaccati alla nostra terra, alla Maremma amara che ci aveva cresciuti nel suo grembo, ed eravamo sempre stati pronti a versare il sangue per difenderla ad ogni costo. Eppure, di nascosto, ci divertivamo anche a criticarla senza essere costruttivi, solo per il gusto di lamentarci ,a puntualizzare che tante cose nel Nord d’Italia funzionavano meglio, che c’era più lavoro (..) ci mancava l’attaccamento passionale dei napoletani , il loro amore viscerale , quella devozione che non ammetteva paragoni “

Italia ha preso in gestione un bar, è per lei la prima volta che riesce a realizzare qualcosa autonomamente. Pur mettendoci tanta passione le difficoltà arrivano e deve lasciare la conduzione all’amico Roberto anche se continuerà a lavorarci con l’aiuto dei familiari.

Gli anni sessanta ,dopo l’alluvione dell’Ombrone a Grosseto , in concomitanza con quella più famosa di Firenze, i fratelli sono cresciuti ma Mario è terrorizzato all’idea di sposarsi con Rosa e diventare un padre come il suo. Con la promulgazione della legge sul divorzio del dicembre ’70,  Carmela incoraggia Italia a divorziare da Beppe ma lei si rifiuta. Quegli anni sono contrassegnati da una dura lotta sociale :manifestazioni operaie, attacchi terroristici , il rapimento Moro del 16 marzo ’78 , sono tutti accadimenti che rendono difficile la quotidianità delle famiglie di allora.

Quando Mario si trova costretto a prendere delle decisioni , la sua insicurezza lo blocca e lo fa sentire un incapace, un perdente anche rispetto ai propri fratelli più coraggiosi e intraprendenti. Questa famiglia confusa e violenta che non l’ha mai incoraggiato, lo ha annichilito, non riesce ad appassionarsi a niente.

Di nuovo le parole dell’autore fanno chiarezza:

Ero convinto che tutti noi avessimo la necessità di essere compresi, di assaporare la bellezza della vita, di rifuggire dall’orrore della morte.Ma quando non sappiamo più ascoltare alziamo le barriere della rabbia (…) Ho il terrore di pronunciare quella parola sulla quale s’impernia la nostra storia : GUERRA.

Questo è un romanzo dove aleggia sempre la tensione maturata dalle incomprensioni, le inimicizie, le gelosie che non permettono il vivere sereno dei componenti della famiglia Innocenti.

Questi caratteri rancorosi e chiusi ben s’identificano con l’aspra bellezza della terra di Maremma.

Trama

Una saga familiare che racconta la parabola di due intere generazioni, seguendo le vicende di un’Italia dai mille volti, che cade ma sa rialzarsi. 1944, ultimi mesi prima della liberazione da parte degli Alleati. Mario Innocenti ha undici anni e vive con la madre Italia, il padre Beppe e il fratello maggiore Emireno nel cuore della Maremma. Conducono la vita semplice della gente povera durante il periodo di guerra. La situazione, però, non è destinata a rimanere tranquilla, dato il passaggio delle truppe tedesche e i numerosi rastrellamenti a cui è sottoposta la macchia. Anche la famiglia di Mario ne è vittima e Santa, sorella di Italia, improvvisamente scompare. Quando la guerra finisce, Beppe convince la famiglia a trasferirsi a Grosseto per aprire un bar in società con Roberto, detto il Tartaglione, l’amico partigiano con cui ha condiviso l’infanzia. Il desiderio di cambiamento è tanto, così come quello di ritornare a una vita piena che non sia solo sofferenza e sacrificio. Gli anni passano e un’estate gli Innocenti conoscono i Coppola, una famiglia di Napoli in vacanza nella riviera maremmana con la figlia Rosa. Sono molto distanti a livello sociale, culturale e ideologico, ma questo non impedisce a Rosa e Mario di instaurare quella che da subito sembra ben più di una semplice amicizia. Un romanzo tratto da una storia vera. Le vicissitudini di due famiglie agli antipodi che hanno lo stesso desiderio di rivalsa di un’Italia in pieno fermento politico e sociale.

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