Oggi il pon pon è un semplice dettaglio dei cappelli invernali, la sua è una funzione puramente ornamentale, e deve il suo successo alla Grande depressione: in tempi di crisi, il pon pon era un abbellimento assai economico e semplice.
Ma pensate davvero che sia così riduttiva la sua storia?
La parola pon pon deriva dal francese pompon e questo non è un caso. I soldati dell’esercito napoleonico, infatti, venivano equipaggiati con cappelli di lana, ognuno dotato di pon pon ma con colori diversi. A ogni colore, infatti, corrispondevano gradi e divisioni militari dei soldati. In questo modo, nelle battaglie come durante le campagne invernali, era possibile distinguere tutti i militari di fanteria dell’esercito comandato da Napoleone Bonaparte.
Un’altra storia, invece, racconta che i pon pon siano sì, sempre di derivazione francese, ma non legati alla fanteria, quanto ai marinai francesi. Sui loro berretti, infatti, furono applicate queste palline a mo’ di protezione. Spesso, infatti, le porte delle navi erano molto basse e per evitare che i marinai continuassero a batterci la testa vennero applicati dei pompon su ogni berretto.
Ci sono, poi, altre teorie che vorrebbero il pon pon molto molto più antico e risalente alla mitologia norrena.
Nel 1904, in Svezia, fu ritrovata una statuetta votiva raffigurante il dio vichingo Freyr (una delle più importanti divinità della mitologia norrena) che è rappresentato con un elmetto con alla sommità qualcosa di molto molto simile al pon pon,la cui presenza va ricercata nel naalbinding, un’antica tecnica di cucitura dei tessuti molto comune nei paesi scandinavi, tecnica che lasciava in vista le cuciture che venivano, appunto, coperte con, in questo caso, un pon pon.