Ebbene sì! Quella che oggi è considerata un’arma di seduzione femminile, è una invenzione nata ad appannaggio maschile e, per di più… militare.
Numerose fonti, infatti, riportano che per secoli i tacchi alti sono stati indossati come una forma di calzature da equitazione. Nacquero in Persia nel II secolo d.C e venivano usati dai soldati che, sui loro cavalli da combattimento, avevano nel tacco un modo per fissare la loro posizione nelle staffe per poter tirare le frecce in modo più efficace.
Successivamente, intorno al 1350 d.C., comparvero in Turchia e in Ungheria, per poi sbarcare in Europa nel 1599 (la presenza dei tacchi nei primi listini prezzi ne testimonia la loro diffusione) e gli aristocratici del periodo iniziarono a indossare (e ad amare!) le scarpe col tacco persiane poiché erano considerate audaci, maschili e perfette per affermare il loro status. Quando anche i normali cittadini iniziarono a indossare scarpe col tacco, gli aristocratici decisero di aumentare ancora di più l’altezza del tacco – come dimostrazione del loro status sociale.
Perfino il Re di Francia Luigi XIV di Borbone, noto come il Re Sole, indossava dei tacchi, rossi, per aumentare la sua altezza e addirittura emanò un editto che limitava i tacchi rossi ai membri della sua corte (le scarpe Christian Louboutin, dalla tipica suola rossa, sono state ispirate proprio a questa usanza del monarca!)
Secondo BBC News, i tacchi sono entrati nel mondo femminile per “mascolinizzare” gli abiti delle donne.
Al sorgere dell’illuminismo l’abito da uomo iniziò a diventare più “sobrio”, preferendo un tacco molto più basso e impilato. Nel 1740, gli uomini smisero del tutto di indossare i tacchi alti.