Dopo aver affrontato i primi viaggi via terra e via mare oggi decolliamo per raccontarvi le prime esperienze di volo e una breve storia dell’aeronautica civile.
La prima volta in volo
Dopo la costruzione dei dirigibili Zeppelin nei primi anni del ‘900, che presero il nome dal suo ideatore Ferdinand Von Zeppelin, la data che convenzionalmente viene riconosciuta come quella della nascita del trasporto aereo è il 17 dicembre 1903. In quella storica giornata i fratelli Wilbur e Orville Wright, ingegneri e inventori di origine statunitense, fecero volare per la prima volta una macchina rudimentale per alcune centinaia di metri in quattro diversi tentativi. Orville descrisse così l’ultimo volo di quel giorno indimenticabile:
Wilbur decollò per il quarto e ultimo volo verso le ore 12. Le prime centinaia di piedi furono tutte un su e giù, come nei voli precedenti, ma dopo aver coperto trecento piedi [circa 90 metri] la macchina tornò sotto controllo. I successivi quattro o cinquecento piedi vennero percorsi con solo qualche piccola oscillazione. Tuttavia, coperti circa ottocento piedi, la macchina cominciò a beccheggiare di nuovo, e, picchiando improvvisamente, colpì il suolo. La distanza coperta in volo fu misurata in 852 piedi [260 metri]; il tempo di volo era stato di 59 secondi. La struttura dell’equilibratore era gravemente danneggiata, ma la parte principale del velivolo non aveva subito alcun danno. Stimammo che avrebbe potuto essere rimesso in condizione di volare in un giorno o due.»
Ha così inizio la storia dell’aviazione che da quel momento vede sviluppare sempre nuove tecnologie e grazie anche alla conversione dei mezzi militari, soprattutto negli anni che seguono i due conflitti mondiali, compie un poderoso balzo in avanti.
Nel 1917, la United States Postal Services istituisce il primo servizio aeropostale del mondo. Nell’agosto 1919 viene poi effettuato il primo trasporto merci con un bombardiere militare convertito al cargo. Ma solo negli anni ’50, con la conversione di aerei militari al settore cargo, ha inizio un poderoso sviluppo dell’aviazione che consente la nascita di un vero e proprio mercato aereo delle merci.
Il primo volo internazionale
Sono le ore 9:10 del 25 agosto 1919 quando il comandante E.H. “Bill” Lawford fa decollare un biposto De Havilland DH 4A, della compagnia Air Transport and Travel (l’odierna British Airways) da Hounslow Heath Aerodrome (campo d’erba vicino a Londra-Heathrow) con destinazione Parigi-Le Bourget. Si tratta di un volo di 347 chilometri in linea d’aria affrontati in due ore e mezza. A bordo un unico passeggero: il signor George Stevenson-Reece, giornalista dell’Evening Standard. Con lui diversi quotidiani, alcune lettere, vasetti di crema rappresa per un ristorante parigino, un gallo cedrone per l’ambasciatore britannico in Francia e del pellame.
Per il sig. Stevenson-Reece fu un viaggio “toccata e fuga” visto che tornò da Parigi il giorno stesso.
il primo giro del mondo in solitaria
Fu Francesco De Pinedo l’aviatore italiano che per primo si cimentò nel giro de mondo in solitaria. Fra le sue imprese è d’obbligo ricordare il Raid, di circa 55mila chilometri, che gli permise di collegare l’Italia con l’Australia e il Giappone con decollo il 20 aprile 1925 da Sesto Calende e rientro a Roma, con l’ammaraggio sul Tevere il 7 novembre 1925, con cui si guadagnò il grado di Colonnello e il titolo di Marchese.
Un’altra memorabile impresa di De Pinedo fu il Raid delle due Americhe, a bordo del “Santa Maria”, idrovolante S.I.A.I. Marchetti S.55 in compagnia del Capitano Carlo del Prete e del Sergente motorista Vitale Zacchetti. Il decollo avvenne il 13 febbraio 1927 da Cagliari e dopo aver percorso oltre 43.000 chilometri in poco meno di 280 ore, con 44 ammaraggi lungo le tappe del percorso, il volo si concluse a Roma il 16 giugno.
Ancora oggi sul fiume Tevere uno scalo è dedicato a Francesco De Pinedo.
Il primo volo intercontinentale
La prima traversata dell’Oceano Atlantico con passeggeri, senza scali da un continente all’altro, avvenne nel 1927. Fu Charles A. Lindbergh a partire da New York con arrivo a Parigi. Fu un volo di oltre 33 ore, di certo non una passeggiata.
Lindbergh persuase nove uomini d’affari di St. Louis, Missouri, a finanziargli la costruzione di un monoplano in grado di volare da New York a Parigi. Ciò che lo spinse a tentare la traversata fu il premio da 25 mila dollari che l’imprenditore di origini francesi Raymond Orteig offrì al primo aviatore che avesse percorso quella tratta, in un senso o nell’altro. L’aereo, battezzato Spirit of St. Louis in onore della città dei suoi finanziatori, fu completato il 28 aprile 1927. Lindbergh partì il 20 maggio 1927 da Roosevelt Field, Long Island: dopo 33 ore, 30 minuti e 29 secondi atterrò in Francia, all’areoporto di Le Bourget. E il suo nome entrò nella storia.
I primi voli intercontinentali di linea, aperti al pubblico, arrivarono però molto più tardi, esattamente nel 1959. Il costo era ancora proibitivo e volare era considerata una esperienza di lusso. Alcuni, pur di evitare lunghissimi tragitti via mare e provare l’ebbrezza del volo, arrivarono anche a indebitarsi fortemente.
Il primo volo di linea italiano
In Italia la data che segna l’avvio dei voli di linea nazionali è quella del 1° aprile 1926. Fu una giornata storica non solo per la città di Torino, ma per l’Italia intera: incominciava infatti, per iniziativa della triestina SISA (Società Italiana Servizi Aerei) dei fratelli Andrea e Callisto COSULICH, l’attività aerea commerciale italiana con il primo collegamento regolare fra Torino-Pavia-Venezia-Trieste servito dall’idrovolante CANT 10 Ter del Cantiere Navale Triestino.
L’idrovolante CANT 10 poteva portare quattro passeggeri oltre ai due membri dell’equipaggio (un pilota e un motorista, a volte sostituito da un secondo pilota) e 50 chili di posta.
Pochi giorni prima dell’inaugurazione ufficiale, il 28 marzo 1926, venne effettuato un volo di prova trasportando posta, giornali e, come primi passeggeri, alcuni giornalisti.
Il 1° aprile due coppie di idrovolanti eseguirono la tratta Trieste-Torino e viceversa, con le programmate soste nelle città di Venezia e Pavia. Sulla cronaca del tempo si legge che la partenza dall’idroscalo galleggiante posizionato alla base del Molo Audace nel bacino di San Giorgio fu impossibile a causa di raffiche di vento tra i 60 e 70 chilometri all’ora. L’ipotesi di un rinvio non venne neppure presa in considerazione, c’era di mezzo il buon nome dei Cosulich e di Trieste. Si decise allora di far decollare gli apparecchi dalla tranquilla Portorose, protetta dal vento grazie ai colli circostanti.
A Torino gli aerei decollavano dal fiume Po, nel tratto compreso tra il ponte Isabella e il ponte Umberto.
Dopo questo volo inaugurale, iniziò il collegamento regolare (tre giorni alla settimana) con partenze sincronizzate – da Torino e da Trieste – alle 11,00 con arrivo alle 16,10. Ogni volo prevedeva uno scalo a Pavia e uno a Venezia, con una fermata di circa mezz’ora prima della partenza per la tappa successiva.