Vogliamo dedicare questa domenica di metà maggio agli animali da compagnia, ovviamente storici! Ecco, dunque, un breve e non esaustivo elenco di alcuni celebri personaggi del passato e i loro rispettivi e stravaganti animali, non i classici cani e gatti, ma specie a dir poco non comuni da tenere in casa (o nella reggia).
Wolfang Amadeus Mozart, per alcuni anni si beò della compagnia di uno storno da lui stesso acquistato nel 1784; pare persino che alcune sue opere gli siano proprio state ispirate dai melodiosi versi del suo uccellino.
A Lorenzo il Magnifico, signore della Firenze rinascimentale, fu regalata una giraffa che però non ebbe gran fortuna nella sua bella corte rinascimentale: poco dopo il suo arrivo infatti, l’animale si incastrò nella stalla, si spezzò il collo e morì.
Restiamo in ambito mediceo: Papa Leone X (membro della potente famiglia dei Medici nonché l’ultimo non sacerdote ad essere incoronato papa), come regalo per la sua “incoronazione” ricevette un elefante bianco, di nome Annone; gli fu donato dal re Manuel I del Portogallo, che probabilmente lo aveva acquistato tramite il suo viceré in India (dove gli elefanti bianchi erano considerati sacri. Per lui fu costruito un recinto speciale vicino all’abitazione del Santo Padre e fu presentato durante le più importanti cerimonie a Roma. Sfortunatamente, Annone non si è adattato bene alla sua nuova casa; tre anni dopo il suo arrivo a Roma, si ammalò e alla sua dipartita fu sepolto nel Cortile del Belvedere; il Papa commissionò a Raffaello stesso un affresco commemorativo di Annone (ora, purtroppo, andato perduto).
Alla regina d’Inghilterra Elisabetta I, figlia di Enrico VIII ed Anna Bolena, fu regalata una piccola cavia proveniente dal Sud America, dove questi roditori erano considerati commestibili e regolarmente consumati a tavola, ma la sovrana la tenne per compagnia.
Lord Byron quando viveva al Trinity College di Cambridge aveva come animale da compagnia un… orso. Del resto, al College era proibito tenere cani…
Il console Licinius Muraena si dice che abbia amato le murene più di chiunque altro (è un caso, che il suo nome derivi dal pesce che allevava?); tenne circa 6000 di loro in apposite piscine nella sua proprietà; inusuale anche il tipo di cibo con cui le nutriva: schiavi vivi.
Per correttezza, tuttavia, dobbiamo anche dire che non tutte le fonti sono convinte dell’identità dei pesci da compagnia di Licinio come murene; alcuni sostengono che la parola “muraena” fosse originariamente applicata alla lampreda, ovvero vertebrati simili ad anguille con bocche simili a dischi per succhiare il sangue.
E che dire di Nerone? Si vocifera che l’unica creatura che l’imperatore romano abbia mai amato, era la sua tigre da compagnia. Nerone la vide per la prima volta come una bestia da combattimento nel Colloseum, dove fu colpito dalla sua ferocia e decise di tenerla come sua compagna personale. Per la tigre di nerone fu costruita una gabbia dorata per lei nei giardini del palazzo, ma non fu rinchiusa per tutto il tempo, a volte cenava persino con l’Imperatore a tavola, anche quando aveva ospiti! Ovviamente, chiunque abbia infastidito o irritato Nerone in qualche modo sarebbe finito a diventare il dessert per la sua tigrotta.
Virgilio, il poeta romano era molto legato alle… mosche. Costruì persino una statua in bronzo di una mosca che custodiva a lungo le Porte di Napoli, e si diceva che questa musca magica, mosca magica, avrebbe tenuto lontani dalla città i suoi fastidiosi avversari della vita reale fintanto che fosse rimasta intatta. La leggenda narra che le ossa di Virgilio, dopo la sua morte, proteggessero Napoli dagli aggressori, causandone l’attacco da parte di sciami di mosche.