La damigella
Da non confondere con il/la testimone, la presenza della damigella nel corteo nuziale risale all’antico Egitto e aveva un compito fondamentale: allontanare gli spiriti maligni ed evitare che si impadronissero dell’anima della sposa. Dalla damigella, quindi, dipendeva la buona riuscita della cerimonia. Una tradizione, dunque, tutta legata alla superstizione che prosegue come tale anche nell’antica Roma. Solo nel diciannovesimo secolo, e nel mondo anglosassone, cambia il ruolo della damigellache diventa più quello di protagonista della cerimonia partecipando ai preparativi della stessa.
Il lancio del riso
Le origini di quest’altra usanza sono tutte legate a leggende popolari di un tempo molto lontano, un gesto quello di lanciare chicchi di riso sulle teste degli sposi, di buon augurio, augurio soprattutto di prosperità, abbondanza e amore.
All’epoca dei romani era grano, e non riso, poiché per loro il grano era simbolo di fertilità e prosperità. È solo nel Medioevo che il grano fu sostituito dal riso, simbolicamente vicino alla fecondità del parto. In quell’epoca, infatti, si credeva che il lancio del riso aiutasse la donna a concepire figli e allontanasse dai futuri sposi gli spiriti maligni.
Una ipotesi accreditata di tale usanza, e che vede proprio il riso protagonista, si rifà alla tradizione cinese. Secondo un’antica leggenda, un genio buono, nel vedere i contadini affamati e stremati dopo una lunga carestia, si impietosì cosi tanto da sacrificare i propri denti, gettandoli in una palude. Dopo alcuni mesi, migliaia di piccole piante di riso germogliarono nell’acqua.
A questo si deve il detto Dove c’è riso, c’è abbondanza
la torta nuziale
Non è sempre esistita, non da sempre conclude il banchetto nuziale. In principio, infatti, c’era l’usanza piuttosto comune di ammucchiare biscotti e pasticcini portati dagli invitati in maniera tale da formare un cumulo, la cui altezza sarebbe dovuta corrispondere alla futura prosperità dei coniugi. È solo dopo il Seicento, e per merito della creatività di un cuoco francese, che si afferma come costruzione architettonica trionfale di matrice pasticcera trasformando la “montagna” sgraziata di dolci in un dolce glassato a più piani.
Ma l’odiernatorta di matrimonio sarebbe nata invece alla fine dell’Ottocento nei Paesi anglosassoni, mentre in Italia la tradizione della torta nuziale si afferma solo dagli anni Cinquanta del Novecento. Prima di tale data, i ricevimenti più prestigiosi, regali o di alta rappresentanza, terminavano infatti con un semplice dessert.
Il lancio del bouquet (e della giarrettiera)
Può essere considerato una evoluzione di una precedente tradizione francese del XIV secolo, quando si credeva che ottenere un pezzo del vestito della sposa portasse fortuna agli invitati.
Dai pezzi del vestito si è passati a donare agli invitati fiori d’arancio che simboleggiano richieste di matrimonio.
Il lancio del bouquet deriva poi da un’altra tradizione, quella che vuole che il bouquet debba passare per tre diverse mani: lo sposo lo dona alla sposa che a sua volta lo dona a una fanciulla non ancora sposata.
Dalla stessa tradizione francese, deriva anche l’uso di lanciare la giarrettiera che si vede per la prima volta nel XVII secolo e riservato solo agli invitati celibi. Il fortunato che si impossessava della giarrettiera la fissava al cappello come segno di buona sorte.