Articolo a cura di Patrizia Torsini
Correva l’anno 2012, due lustri fa, e da un paio d’anni frequentavo saltuariamente l’ambiente culturale dell’ISI Florence, un istituto internazionale per studenti americani. Mi capitava di salire l’imponente scalinata interna del Palazzo Rucellai, in via della Vigna Nuova, per assistere alle presentazioni di libri che venivano organizzate nella sede dell’istituto. Chiaramente avevo ben poco a che fare con gli studenti, ma in queste occasioni la platea di spettatori si rimpolpava di amanti della letteratura di ogni specie e genere. L’amico Stefano Baldassarri, Program Director dell’istituto, la prima volta mi aveva invitato ad un evento organizzato per lo scrittore Alessandro Veronesi di cui sapeva che ero un’ammiratrice. Da allora ero mancata poche volte a questi eventi ed ora mi trovavo in mano una pubblicazione sobria, ma veramente interessante: il COMMENTARIO DELLA CONGIURA DEI PAZZI di Angelo Poliziano curata da Leandro Perini. Editore Firenze University Press. Traduzione di Sara Donegà.
Sembra strano ma c’era bisogno della traduzione, poiché il testo originale del Poliziano, sua unica opera storica, è stato redatto in latino, pertanto chi volesse approfondire si ritroverebbe il testo latino a sinistra ed il testo italiano a destra.
Per capire meglio il momento storico ed i vari avvicendamenti di quel periodo vi elenco i fatti più importanti in una cronologia molto schematica:
- 1449 Nascita di Lorenzo il Magnifico
- 1453 Nascita di Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo
- 1453 A Montepulciano nasce Angelo Ambrogini detto il Poliziano
- 1464 Morte di Cosimo de’ Medici
- 1464-1469 Poliziano, vivendo miseramente, fa parte di una compagnia di dottrina per la quale scrive rime religiose.
- 1469 Il “popolano” Lorenzo de’ Medici sposa l’aristocratica Clarice Orsini.
- 1469 Poliziano inizia a frequentare lo Studio fiorentino e traduce dal greco al latino il libro dell’Iliade di Omero, dedicandolo a Lorenzo
- 1469 Lorenzo fa creare un Gran Consiglio ristretto per controllare il Consiglio dei Cento
- 1470 Viene chiusa a Venezia la filiale del Banco Medici
- 1472 Poliziano traduce il III libro dell’Iliade
- 1472 Lorenzo chiede a papa Sisto IV di nominare il fratello Giuliano cardinale
- 1473 I Pazzi occupano l’ufficio della Depositeria apostolica sostituendo il banco di Lorenzo il Magnifico che aveva negato a Sisto IV una garanzia di 30.000 ducati
- 1473 Poliziano offre a Lorenzo la traduzione latina del primo libro dell’Iliade. Entra nella casa di Lorenzo con le mansioni di cancelliere privato.
- 1475 Poliziano diventa precettore di Piero, figlio di Lorenzo
- 1475-1478 Poliziano compone le Stanze per la giostra di M. Giuliano de’ Medici, protagonisti Giuliano de’ Medici e Simonetta Cattani-Vespucci
- 1476 Uccisione a Milano del duca Galeazzo Maria Sforza
- 1477 Lorenzo fa approvare la legge De testamentis che sottraeva alla famiglia Pazzi la cospicua eredità Borromei segnando il punto di rottura della famiglia Pazzi con Lorenzo.
- 1478 La congiura dei Pazzi (26 aprile). Progettata per essere eseguita “in chiesa o a gioco di carte o a nozze”, viene attuata in Santa Reparata, cattedrale di Firenze. Giuliano de’ Medici cade trafitto da 19 coltellate.
- 1478 Lorenzo, sfugge ai pugnali dei Pazzi.
- 1478 Giovanni Battista da Montesecco rilascia una confessione dove racconta l’organizzazione della congiura chiamando in causa Sisto IV.
- 1478 Sisto IV lancia la scomunica contro Lorenzo de’ Medici.
Tutti questi avvenimenti sono preludio alla storia che il Poliziano ci racconta nel suo commentario e che io cercherò di riassumere sinteticamente.
“Il Poliziano comincia a descrivere la situazione dicendo che lo stato della città era tale che tutti gli uomini “dabbene” erano schierati con Lorenzo e Giuliano de’ Medici, mentre soltanto la famiglia dei Pazzi e alcuni dei Salviati avevano iniziato ad opporsi al regime vigente.
La famiglia dei Pazzi era odiata anche dal popolino poiché erano avarissimi ed arroganti, soprattutto il capofamiglia Jacopo Pazzi che passava giorno e notte a giocare. In preda all’ira, quando perdeva, bestemmiava e scagliava addosso a chi si trovasse vicino qualsiasi oggetto che gli capitasse a portata di mano. Come indizio di fragilità nervosa tentennava continuamente il capo e non teneva mai fermi occhi, bocca e mani. Combattuto fra due comportamenti estremi, l’avarizia e lo sperpero ingiustificato, Jacopo distrusse completamente la casa paterna ed iniziò ad edificarne una nuova, salvo poi non assolvere ai pagamenti degli operai a giornata.
Per tali comportamenti era odiato da tutti escluso che dai suoi familiari che speravano nella sua eredità poiché Jacopo non aveva un erede legittimo.
Da tempo il Salviati, Jacopo Pazzi ed il nipote Francesco avevano maturato la decisione di uccidere Lorenzo e Giuliano e tutti insieme si ritrovarono nella villa fuori città, chiamata Montughi, per ordire il complotto.
Finalmente il 26 aprile 1478, in occasione della presenza a Firenze del cardinale Raffaello Riario, un gruppo di congiurati sono alla ricerca di Lorenzo e Giuliano e vengono a sapere che sono in Santa Reparata. Qui, durante la messa, viene dato il segnale per attaccare i Medici. Giuliano viene trafitto al petto e finito con una sequenza di pugnalate, Lorenzo, nonostante una ferita al collo, riesce a respingere gli attacchi e a dirigersi verso la Sacrestia per mettersi in salvo.
Nel frattempo Jacopo Pazzi, cosciente che la congiura non è andata a buon fine e che, comunque, si è reso colpevole della morte di Giuliano cerca di salvarsi fuggendo e si dirige alla porta “alla Croce” e da lì fugge dalla città.
Il popolo, che è dalla parte dei Medici, chiede che gli scellerati che hanno messo in atto la congiura vengano mandati a morte. Vengono impiccati uno dopo l’altro e i loro cadaveri straziati. Viene catturato anche Jacopo Pazzi e giustiziato a sua volta.
Pochi giorni dopo cominciarono piogge incessanti e improvvisamente dalla campagna arrivarono molti uomini protestando per la scelta scellerata della sepoltura del corpo di Jacopo Pazzi in terra consacrata. Secondo molte superstizioni questo abominio era la causa delle piogge dannose alla crescita del frumento e di conseguenza i contadini estrassero il cadavere dal luogo di sepoltura e lo seppellirono nuovamente fuori città.
Il giorno successivo un gruppo di fanciulli, emulando gli adulti, disseppellì il cadavere e con la corda usata per l’impiccagione lo legarono nuovamente trascinandolo per tutta la città sbeffeggiandolo e portandolo fino di fronte alla sua porta di casa. Qui utilizzeranno la sua testa come batacchio per bussare. Successivamente lo gettarono direttamente in Arno. Ma il corpo galleggiava e una moltitudine di contadini lo seguì nella discesa a valle ricoprendolo di insulti.”
Come vedete il racconto del Poliziano riporta momenti truci della Signoria di Firenze e descrive l’efferatezza del grave misfatto, ma anche la reazione rabbiosa del popolo che si vendica sul corpo inerme del principale colpevole della congiura.
Nella pubblicazione è riportato una parte del diario di un anonimo relativo allo stesso periodo della congiura, ma qui si aggiunge che il cadavere galleggiante venne seguito lungo il percorso e che all’altezza di Brozzi altri fanciulli riuscirono a tirarlo fuori dall’acqua, lo impiccarono ad un salice e lo bastonarono rigettandolo poi velocemente in Arno perché puzzava (putiva). Si raccontò che fu visto passare sotto i ponti di Pisa galleggiando in bella vista.
Quindi una descrizione a tinte forti e soprattutto redatta in un volgare che caratterizza la storia riportandoci lontano nel tempo. Lontano più di cinque secoli fa.