Articolo a cura di Roberto Orsi
Nel corso di questo mese di aprile abbiamo dedicato i nostri articoli di approfondimento storico alle tante congiure che nel corso degli anni hanno visto scorrere molto sangue.
La congiura dei Pazzi fu sicuramente una delle più famose del Rinascimento. Il feroce attacco portò all’uccisione di Giuliano de’ Medici e al ferimento di Lorenzo il Magnifico, senza tuttavia riuscire a indebolire il potere mediceo su Firenze, come era nei piani dei congiurati.
Il 26 aprile 1478, la famiglia dei Pazzi aiutata da quella dei Salviati, da Papa Sisto IV, dal re di Napoli e dal duca di Urbino, tentò di assassinare i fratelli Lorenzo e Giuliano de’ Medici per togliere loro l’egemonia economica e politica che detenevano sulla città.
Lorenzo, di Piero de’ Medici, detto il Magnifico fu signore di Firenze dal 1469 fino alla morte nel 1492, il terzo della dinastia Medici. È stato anche uno scrittore, poeta e umanista, nonché uno dei più importanti uomini politici del Rinascimento.
Giuliano de Medici nacque a Firenze il 28 ottobre 1453. Secondogenito maschio di Piero e Lucrezia Tornabuoni, era il fratello minore di Lorenzo.
I due erano davvero molto legati, nonostante i caratteri abbastanza diversi; furono educati insieme alla corte dei Medici e nel 1469 alla morte del padre, giovanissimi, divennero i nuovi signori della città.
Giuliano, si dice fosse un giovane bellissimo amante dei piaceri della vita e molto amato dal popolo. Lorenzo era tutto l’opposto: serio, probabilmente introverso, non troppo bello ma con un carattere e una personalità molto forti.
Lorenzo e Giuliano dovettero scontrarsi con invidie, sospetti e gelosie dovuti al loro potere, e subirono una terribile congiura che, per loro fortuna, riuscì solo in parte nel suo tragico intento.
In quel tempo papa Sisto IV si rese conto che il territorio del papato non era abbastanza vasto a garantire una forte egemonia sugli altri stati. Tra le sue mire vi è la Toscana che però si trovava sotto il dominio assoluto dei Medici. Il papa riuscì a ottenere l’alleanza con la Repubblica di Siena che temeva l’espansione fiorentina, con Ferrante d’Aragona re di Napoli, che non vedeva di buon occhio le simpatie dei Medici verso la corona francese la quale rivendicava diritti sul trono di Napoli, e con la famiglia dei Pazzi che avevano subito, a loro modo di vedere, torti economici e politici da parte di Lorenzo.
Si ordì una prima congiura, programmata per il 25 aprile 1478 durante un pranzo ufficiale organizzato per festeggiare l’elezione a cardinale di Raffaele Riario nipote di Sisto IV, presso la villa medicea di Fiesole a cui avrebbero partecipato anche i Pazzi. Alle vittime della congiura sarebbe stato servito cibo avvelenato durante il banchetto.
Giuliano fu costretto a rinunciare alla partecipazione per ragioni di salute e si decise, quindi, di rimandare al giorno successivo quando, alla messa della domenica di Pasqua, sarebbero stati presenti entrambi i fratelli.
Nemmeno la domenica, il 26 aprile 1478 Giuliano doveva essere presente, ma alcuni congiurati lo andarono a prendere a Palazzo Medici in via Larga con una banale scusa e in modo amichevole, per accompagnarlo in cattedrale.
Nel Duomo di Santa Maria in Fiore a Firenze il cardinale Raffaello Sansoni Riario della Rovere stava celebrando la messa in una chiesa stracolma di persone: aristocratici e semplici popolani, oltre ai congiurati il cui scopo era quello di togliere la vita a Lorenzo il Magnifico e a suo fratello minore Giuliano, padroni assoluti del potere.
Il momento concordato per l’attentato coincise con l’elevazione dell’ostia da parte del Cardinale, quando tutti si trovavano inginocchiati con il volto rivolto verso il basso. Un componente del gruppo dei congiurati, uno dei più facinorosi e audace di nome Berardo Bandini Baroncelli, con un’arma trafisse il petto di Giuliano che cadde a terra ferito. Francesco Pazzi infierì su di lui trafiggendolo ancora con la spada e uccidendolo. Giuliano esalò l’ultimo respiro alla giovanissima età di 25 anni.
Bandini si scagliò a quel punto contro Francesco Nori, fedele amico dei Medici, che cadde a sua volta nel tentativo di proteggere Lorenzo. Il Magnifico, ferito ad una spalla, si rifugiò nella sacrestia.
Passato il peggio, Lorenzo e i suoi fuggirono dal Duomo. Distrutto dal dolore per la perdita dell’amato fratello Giuliano, il Magnifico diede vita a una tremenda vendetta contro la famiglia dei Pazzi e tutti coloro coinvolti a vario titolo nella congiura.
La congiura, riuscita solo in parte, obbligò gli assassini a cercare l’appoggio e il sostegno del popolo di Firenze contro la famiglia de’ Medici.
Il popolo, quando apprese dell’accaduto, scese per le strade di Firenze al grido di “Palle, palle!”, il simbolo della Casata del Magnifico. Seguì una rapidissima e feroce repressione contro i cospiratori e i loro seguaci.
La repressione fu immediata e terribile, i cospiratori vennero impiccati senza alcun processo alle finestre del palazzo della Signoria e del Palazzo del Podestà. A poche ore dall’attentato i corpi di Francesco de’ Pazzi e Francesco Salviati, principali artefici della congiura, furono appesi fuori da Palazzo Vecchio.
Con il passare dei giorni i membri della famiglia Pazzi vennero rintracciati e messi a morte. La furia popolare si scatenò sui congiuranti e Lorenzo non fece nulla per sedarla.
Vennero anche fatti realizzare dipinti delle impiccagioni per immortalare visivamente la repressione. Bernardo Bandini che era riuscito a scappare a Costantinopoli, fu catturato, riportato a Firenze e impiccato in abiti turchi.
Papa Sisto IV scomunicò l’intera famiglia Medici con la bolla del 1 giugno 1478, perché durante la repressione vennero uccisi anche dei religiosi, primo fra tutti l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati. La scomunica offrì la totale remissione dei peccati a tutti coloro che avessero levato le armi contro Firenze. L’intento di Sisto IV di far cadere in disgrazia Lorenzo de’ Medici fallì, anzi, la congiura ebbe l’effetto contrario: quello di rafforzare il potere di Lorenzo su Firenze.
Il corpo di Jacopo de’ Pazzi venne sepolto in Santa Croce ma molti, persuasi dal pensiero che non si dovesse seppellire in terra consacrata un uomo macchiato di una così orribile colpa, decisero di riesumare il cadavere e seppellirlo fuori le mura. Un gruppo di ragazzi decise di infierire ancora sul cadavere di Jacopo: venne una seconda volta riesumato, portato davanti a Palazzo de’ Pazzi, martoriato e infine gettato nell’Arno.
Nel 1480, col sopraggiungere della minaccia ottomana, anche Sisto IV si convinse della necessità di porre fine alla guerra con Firenze, stipulando la pace. In segno di distensione Lorenzo inviò, nel 1481, alcuni dei più grandi artisti fiorentini come Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, il Ghirlandaio, a decorare la Cappella Sistina, fatta edificare dal papa della Rovere.
In ultimo, la propaganda medicea, dopo la congiura, si concentrò sull’addossare tutte le colpe sulla famiglia dei Pazzi, cercando di screditare le prove del coinvolgimento dei sovrani stranieri, in modo da non compromettere la stabilità della penisola.