Recensione a cura di Laura Pitzalis
Elizabeth Jane Cochran e Nellie Bly, due nomi che, sono sicura, la maggior parte delle persone non conosce, eppure è stata una donna straordinaria! Sì ho detto UNA perché i nomi sono della stessa persona, il secondo il suo pseudonimo con il quale firmava i suoi articoli. Fu, infatti, la prima donna a dedicarsi al giornalismo, quella che ha inventato le inchieste sotto copertura (tanto da fingersi pazza e farsi internare per dieci giorni nel manicomio di Blackwell’s Island a Manhattan), che fu un modello di emancipazione femminile, famosa per aver compiuto, da sola, il giro del mondo in 72 giorni, meno del tempo che servì a Phileas Fogg nel romanzo di Jules Verne.
Ah, ho dimenticato di dirvi che questa graziosa signorina è vissuta a cavallo tra 1800 e 1900, epoca vittoriana con una società maschilista, profondamente conservatrice, in un mondo scritto dagli uomini per gli uomini, dove il maschio padre di famiglia tutto può decidere e far subire, dove per le donne era difficile anche il solo avere dignità nei lavori più umili.
Eppure, in questo periodo di grandi discriminazioni, oppressioni, persecuzioni, è stata capace di portare a termine e realizzare progetti, imprese, condotte diverse, dissonanti e per questo moderne. Capace di alzare la testa quando tutti volevano che la tenesse bassa.
Una donna caparbia, che decise di fare a modo suo e non come gli altri avevano deciso per lei, lottando, vincendo, cadendo per poi rialzarsi per vincere di nuovo, sempre e comunque.
Volevano fare di me una sposa e una madre. Feci di me una donna, una giornalista, una pioniera. Volevano che restassi in silenzio. La mia voce fu un grido fuori dal coro.
A questo punto sorge spontanea la domanda: “Ma com’è che un personaggio come Bly sia rimasto sconosciuto ai più?”
Per molti secoli la Storia l’hanno fatta gli uomini, così come la Matematica, le Scienze, la Letteratura. In queste discipline però ci sono state molte donne che hanno dato il loro contributo anche piuttosto alto ma che sono rimaste “anonime” volutamente occultate dal contendente maschile. Per fortuna molte di loro, spesso grazie a un lavoro di ricerca e studio di documenti storici poi tradotti in carta stampata, stanno uscendo da quest’oblio.
Ė il caso di Nellie Bly, la cui vita è raccontata nell’emozionante libro di Melania Soriani “Bly”.
Ecco il valore che non viene mai celebrato. L’impronta silente delle donne, celata e oltraggiata dall’indifferenza. Troppo spesso dimenticata.
Non è solo una biografia perché la Soriani riesce a far emergere oltre all’energia, alla fermezza, all’audacia e alla passione che hanno animato le battaglie di una donna che diventerà una leggenda del femminismo quando ancora di questo non se ne parlava, la paura, la delusione, gli affetti, rendendola viva ai nostri occhi.
Ci racconta la vita agiata e spensierata di Elizabeth Jane Cochran, ragazzina ribelle e curiosa, attratta più dai giochi maschili, a caccia di lucertole o ranocchie, e dai libri. Un’infanzia presto segnata dalla morte del padre che cambierà drasticamente la sua vita. La situazione economica muterà negativamente perchè i loro beni, per una legge dell’epoca che non permetteva alle donne di gestire l’eredità, passano in mano ad un non troppo onesto tutore che li farà vivere in povertà. I pochi soldi e il dover sfamare i propri figli, porterà la madre di Elisabeth a un nuovo matrimonio che si rivelerà un incubo: il marito si rivela ben presto essere un ubriacone, spendaccione e violento.
Questa situazione renderà Elisabeth consapevole delle ingiustizie che le donne devono sopportare, del fatto che contassero poco o nulla, che non potevano usufruire della stessa libertà degli uomini.
La dote che ci viene consegnata al momento della nascita è come una pagina bianca sulla quale scriveremo la nostra storia. La mia, però, fu molto diversa da quella che era stata data ai miei fratelli. In un certo senso, era una pagina più sottile. Ho imparato in fretta e a mie spese non solo che una donna ottiene dalla vita la metà di ciò che desidera realmente, ma che farebbe meglio a farsela bastare.
Ma lei non ci sta, diventando una giovane ragazza piena d’iniziative che spronerà la madre a chiedere il divorzio, cosa a quei tempi ritenuta disonorevole, e che avrà il coraggio, a soli 13 anni!, di testimoniare contro il patrigno nell’udienza.
Fu, però, un articolo di un giornale di Pittsburgh, il “Dispatch Journal”, dal titolo “A cosa servono le ragazze” che diede una svolta all’esistenza di Elisabeth trasformandola in Nellie Bly.
Accesi il lume sul comodino e continuai a leggere l’articolo di Wilson. Lo stupore crebbe, riga dopo riga, e al termine di quel pezzo farneticante avrei voluto gridare di rabbia per la sfilza di pregiudizi che conteneva. La preoccupazione per la condizione di mia sorella si sommò all’indignazione e mi trasformò in una furia: fu così che decisi di rispondere al giornalista come meritava. E quella decisione mutò per sempre il mio destino.
Un romanzo appassionante scritto con uno stile narrativo elegante e fluido che riesce a coinvolgermi nella vita di Nellie Bly immergendomi in pagine che mi ricordano quelle della grande narrativa del ‘800.
Punto di forza di questo libro sono le descrizioni che mi fanno vivere in un’altra epoca: dettagli, minuziosità che mi permettono di visualizzare l’ambientazione, dagli arredi all’abbigliamento, dai mezzi di trasporto ai particolari architettonici del periodo. Il tutto scritto attraverso gli occhi, i pensieri e le azioni della stessa Bly. La Soriani, infatti, sceglie come tecnica narrativa “ l’Io narrante” che ci permette di procedere nella storia passo a passo con Nellie e sviluppare con lei un vero e proprio legame rendendo tutto molto naturale e reale.
Molto ben caratterizzati i personaggi soprattutto quelli femminili tra i quali ne spiccano tre che hanno contribuito in modo rilevante a far si che Elisabeth diventasse Nellie.
La madre e la splendida evoluzione del loro rapporto, prima come ostacolo alle sue iniziative, poi una delle sue più grandi sostenitrici.
Millie la governante di colore di Mansion Row,una seconda madre per Elisabeth, che mi ha ricordato la Mami di “Via col vento”. Anche i suoi ricordi sulla Guerra di secessione e sulla schiavitù parlano di diritti.
Promettetemi di essere felice, Miss Elizabeth, di vivere libera e fare solo ciò che riterrete più giusto per voi stessa. Promettetemelo. Non permettete mai che qualcuno offuschi la vostra stella ribelle.
Ma il vero “faro”, la mentore per Elisabeth fu, senza dubbio, Belinda Ghettisbury, a detta di molti “una donna ricca che non aveva saputo godersi la vita, e che non era riuscita a sposarsi a causa di quel suo temibile caratteraccio, poiché era solita dire quello che pensava nel momento stesso in cui lo pensava”.
Ha forgiato Elisabeth nel suo essere libera e a far valere i suoi diritti perché ha un passato segreto che si scoprirà alla sua morte. Naturalmente non vi svelo questo segreto, se volete saperlo dovete leggere il libro.
I personaggi maschili non sono tutti “orribili” come il fratello Albert e il patrigno Ford, accomunati dalla passione per l’alcol e dall’indole violenta, icone di come sia stata maschilista la società a quei tempi. Ve ne sono due, Erasmus Wilson, giornalista del Dispatch Journal e il suo direttore Madden che sono la “luce” in fondo al tunnel, quelli che capiscono che i tempi stanno cambiando e che determineranno pragmaticamente l’evoluzione dell’anatroccolo Elisabeth nel cigno Nellie.
Una storia “senza età” che fa riflettere, che, se eliminassimo le carrozze e le velette dei cappellini, potrebbe essere tranquillamente ambientato ai tempi nostri: le battaglie che Nellie Bly ha combattuto sono le nostre di oggi.
Un’ultima osservazione: Melania Soriani con il suo romanzo ci consegna un messaggio universale che va al di là dello spazio e del tempo, a prescindere dall’essere uomo o donna: se crediamo in un progetto e ci impegniamo con tutti noi stessi per realizzarlo, allora è sicuro che riusciremo a portarlo a termine. Non fermiamoci di fronte alle difficoltà ma lottiamo, sacrifichiamoci, rialziamoci dalle cadute e rincominciamo da capo, perché se ci s’impegna davvero ci potremo riuscire.
Non è stato semplice, ma nessuna conquista che possa dirsi tale lo è mai stata.
Trama
È una giornata di primavera del 1864 quando il giudice Cochran mostra orgoglioso ai propri figli il fagottino rosa della neonata Elizabeth. Il loro è un piccolo borgo di tranquillo benessere in Pennsylvania, dove i ruoli sociali seguono schemi quasi inviolabili, ma Pink – come viene soprannominata la bambina – si dimostra presto inquieta e ribelle, più attratta dalle scorribande dei fratelli maggiori che dalle bambole, e al tempo stesso incuriosita dalla ricca biblioteca paterna. Quando, durante un banchetto, conosce Miss Jennie Stentz – intraprendente fondatrice di un quotidiano locale – Elizabeth vive un vero e proprio colpo di fulmine: diventerà giornalista. Il destino ha però per lei altri amari, amarissimi piani. Costretta ad abbandonare gli amati studi, Elizabeth si trasferisce a Pittsburgh, dove nel tentativo di decifrare un mondo che non conosce diventa avida lettrice di giornali. Ha così la prova che le sue sensazioni sono fondate: le disparità di genere ci sono davvero, e sono più radicate che mai. Decide allora di passare all’azione, e scrive una lettera di denuncia con una voce così fuori dal coro da convincere il direttore del giornale a proporle una collaborazione, con lo pseudonimo di Nellie Bly. È l’inizio di un’appassionante storia, perché con la sua vita Elizabeth diventerà una figura leggendaria del femminismo ante litteram, pioniera delle pari opportunità in una società maschilista e profondamente conservatrice, ma anche l’inventrice del giornalismo sotto copertura, e un’avventuriera straordinaria, capace di compiere il Giro del Mondo in meno tempo del Phileas Fogg di Jules Verne. Melania Soriani ci racconta la storia vera e ancora poco nota di una donna eccezionale, mettendone in luce la forza e la fragilità, il coraggio e la tenacia che l’hanno portata a realizzare traguardi impensabili per i suoi tempi, dopo aver combattuto, più di cent’anni fa, le stesse battaglie che, purtroppo, ancora oggi non sono state completamente vinte.