Letture condivise

Commenti alla lettura condivisa di Febbraio: “Guerra senza confini” di Kate Mosse

La lettura condivisa di Febbraio sul nostro gruppo Facebook “Thriller Storici e Dintorni” non ha convinto pienamente i lettori, almeno non tutti allo stesso modo. Grazie a tutti come sempre per la partecipazione. Ecco i commenti di chi ha letto il libro!

Alessandra Ottaviano

Il romanzo ripercorre le violente guerre di religione che sconvolsero la Francia della seconda metà del ‘500, il tema centrale sono proprio le insanabili contese tra cattolici e ugonotti. La pace sarebbe giunta con un matrimonio studiato a tavolino dalle scaltre Caterina de Medici, regina di Francia e Giovanna D’Albret, regina di Navarra. Una unione destinata a segnare l’alleanza tra la corona cattolica e la Navarra protestante e dare vita a una pacifica convivenza.

Ma proprio con l’occasione dei festeggiamenti dello sposalizio tra Margherita di Valois ed Enrico IV di Navarra, si ritrovano a Parigi gli esponenti delle due fazioni belligeranti, scatenando il cruento massacro della notte di San Bartolomeo, dove furono trucidate migliaia di persone.

La famiglia di Minou Joubert si trova, suo malgrado, coinvolta in questi tragici avvenimenti, e al culmine di diverse disgrazie si ritrova esiliata ad Amsterdam, oltre che in continua lotta con un potente nemico della sua famiglia: il cardinale Vidal, confessore errante del duca di Guisa, che persegue progetti “poco cristiani”.

L’autrice è brava a imbastire una trama avvincente che intreccia personaggi storici a personaggi fittizi, attraverso segreti perduti, omicidi, tradimenti e reliquie rubate, spaziando tra la Linguadoca, Parigi, Chartes e Amsterdam. A mio avviso il punto di forza del romanzo è proprio l’interazione dei protagonisti con gli accadimenti storici narrati con accuratezza.

Kate Mosse interpreta le atmosfere che si respiravano: le speranze di giungere a una pace attraverso quel matrimonio che vengono poi disattese, e il caos e l’angoscia dei massacri che ne conseguirono. Con una scrittura scorrevole rende bene la lotta per sopravvivere ai tumulti della storia.

“L’umanità desidera costantemente essere ingannata. Tutti gli uomini sono degli stolti. Le parole giuste pronunciate in una preghiera, abbastanza monete date durante la questua, l’adorazione di una reliquia investita dal potere di trasformare vite misere e indegne.”

Laura Pitzalis

Per me un romanzo in modalità “diesel”, inizia in sordina, caotico e dispersivo confondendomi e disorientandomi, per poi piano piano prendere velocità e allora ti cattura e ti coinvolge.

Lo stile narrativo fluido rende la lettura veloce e piacevole anche se in alcuni punti il dilungarsi più del dovuto in descrizioni dei luoghi la rallenta risultando un po’ pesante.

Un libro storico ma anche d’avventura con rancori e odi repressi, tradimenti e segreti, reliquie rubate e ostilità religiose, brama di potere e intrighi, crudeltà spietata e follia.

I personaggi, tutti di fantasia, sono molti e variegati. Inizialmente ho avuto difficoltà a ricordare chi fossero, con quei nomi così difficili da memorizzare! Ho ritenuto, per questo, molto utile all’inizio del libro, l’elenco dei protagonisti con i rispettivi legami familiari.

Due sono gli aspetti del romanzo che mi hanno lasciato perplessa. Primo i protagonisti, poco caratterizzati psicologicamente e troppo dicotomici, senza alcuna sfumatura: o buoni, gli ugonotti, o cattivi, i cattolici. I primi quasi tutti d’animo gentile e vittime sacrificali, i secondi feroci persecutori dalla crudeltà inumana.

Il secondo è il “Prologo”: non ho capito che legame abbia con il romanzo, un’ambientazione sudafricana incomprensibile se non come “trailer” di un possibile “sequel”. Non so a voi ma a me ha infastidito.

Ciononostante, il romanzo mi ha interessato per i suoi risvolti storici, e qui dobbiamo dare atto alla Mosse di essere riuscita ad amalgamare egregiamente la realtà alla finzione. Ho trovato splendide le pagine che descrivono il massacro avvenuto a Parigi la notte di San Bartolomeo, tra il 23 e 24 agosto del 1572, quando numerosissimi protestanti furono trucidati dalle milizie cattoliche. O quelle della “Alteratie” , il colpo di stato che, ad Amsterdam, depose il governo cattolico in favore di uno protestante senza provocare vittime. Ho percepito l’angoscia, la paura e il caos di quei drammatici momenti.

Altro punto favorevole del libro, la “Nota Storica”, dove l’autrice ci espone il quadro storico delle guerre di religione, iniziate il 1° marzo 1562 con la strage degli ugonotti commessa a Wassy dall’esercito cattolico di Francesco duca di Guisa, e concluse il 13 aprile 1598 con l’editto di Nantes emanato dall’ex re protestante Enrico IV di Navarra.

www.eresie.it - Calvinismo e Ugonotti

Roberto Orsi

Un romanzo storico che mi è piaciuto molto dal punto di vista dell’ambientazione storica. Le guerre di religione tra ugonotti e cattolici nell’Europa del XVI Secolo, nei territori della Francia e dei Paesi Bassi, sono il contesto storico di riferimento. Spargimenti di sangue, agguati, lotte intestine nelle grandi città di Parigi e Amsterdam così come nelle piccole cittadine di Carcassonne e Puivert, rendono bene l’idea dell’ambientazione in cui si muovono i protagonisti. E nell’ambito di queste “Guerre senza confini” la questione religiosa con la caccia alle reliquie cristiane, la riforma voluta dagli ugonotti e calvinisti, in un momento di frenesia sociale molto importante. Le vicende che travolgono la vita della famiglia Reydon-Joubert con Piet e Marguerite (Minou), castellani di Puivert, protestanti ugonotti, vengono raccontate dall’autrice in un crescendo di emozioni, ansie, paure e dolore come solo un conflitto può dare. Nella drammaticità degli eventi, Minou e Piet trovano la forza per andare avanti e combattere per gli ideali in cui credono. Come già sottolineato in altro commento, la narrazione sembra voler parteggiare per la fazione ugonotta, descritta principalmente come quella vessata e ingiustamente colpita dall’ala cattolica. Ho molto apprezzato le descrizioni degli avvenimenti realmente accaduti, nei quali l’autrice non si dilunga troppo garantendo il giusto mix tra finzione narrativa e istruzione storica. Probabilmente, il fatto che si tratti del secondo capitolo di una trilogia non ha aiutato chi non ha letto il primo libro “La città dei labirinti senza fine” ambientato circa 10 anni prima con gli stessi protagonisti, all’inizio del conflitto religioso.

Valentina  Ferrari

Una lettura sufficientemente gradevole ma che non mi ha entusiasmata. Ho apprezzato il contesto storico, perché l’argomento delle guerre di religione e della guerra d’indipendenza delle Province Unite, poi Paesi Bassi, mi interessa. Ho trovato i personaggi piuttosto piatti, divisi tra buoni e cattivi; alcuni non sono riuscita bene ad inquadrarli, per esempio Vidal, complice il fatto di non aver letto il primo volume. Il prologo, con una vicenda ambientata secoli dopo e non chiaramente collegata con il resto dei fatti, mi ha confusa e purtroppo non mi ha fatto venire voglia di chiarirmi le idee leggendo il terzo volume. Grazie ai lettori di questa condivisa per gli approfondimenti che hanno postato, sempre interessanti e arricchenti.

Martina Sartor

Per la mia mania delle cronologie, avrei preferito aver letto il precedente “La città dei labirinti senza fine”, prima di questo. Infatti “Guerra senza confine” è il secondo volume di una trilogia che parte dal periodo storico delle guerre di religione fra cattolici e ugonotti ed è ambientato fra la Francia e Amsterdam. I collegamenti col primo volume sono abbastanza facilmente ricostruibili dai cenni fatti nel romanzo, anche se all’inizio ho avuto una certa difficoltà nel collocare fatti e personaggi. Ma anche la sola lettura della trama del primo volume è di aiuto in questo.

La storia di Minou Joubert e della sua famiglia riparte alla vigilia del matrimonio fra Margherita di Valois ed Enrico di Navarra, matrimonio combinato per cercare di riunificare cattolici ed ugonotti in Francia. Ma la famigerata notte di San Bartolomeo sconvolgerà la Francia intera e anche la famiglia di Minou, che dovrà faticare non poco per ritrovare la serenità e la pace minacciate dall’eterno antagonista Vidal, che nasconde oscuri segreti.

E’ stato molto interessante e coinvolgente ripercorrere la storia delle guerre di religione attraverso le storie di personaggi descritti in modo vivido, le cui vicende personali riescono a rendere al meglio le difficoltà che sia l’una che l’altra parte hanno attraversato in quel periodo. Anche i personaggi storici realmente esisiti diventano vivi e palpitanti davanti ai nostri occhi: l’ammiraglio Coligny; Enrico di Navarra; il duca di Guisa; Caterina de’ Medici, che non compare in prima persona ma che rimane sullo sfondo, oscura e grandiosa figura di una donna che è stata moglie di un re e madre di altri tre.

Rimane ancora poco chiara la funzione del Prologo,ma probabilmente tutto si chiarirà nel terzo volume della trilogia.

Claudia Albizzati

La storia segue la famiglia Joubert e la saga delle loro vite. La famiglia si è stabilita nel sud della Francia nella loro bellissima tenuta. Fanno piani per partecipare al matrimonio di Enrico, re ugonotto di Navarra e della cattolica Marguerite de Valois. Si spera che questo matrimonio stabilisca un’alleanza pacifica tra ugonotti e sostenitori cattolici. Il matrimonio si svolge come previsto. Mentre è a Parigi, una donna misteriosa contatta Piet e la famiglia si rende conto di essere di nuovo nel mirino di Vidal. Prima che se ne vadano, Marta (la figlia di Piet e Minou) scompare durante il massacro del giorno di San Bartolomeo. La cercano ovunque, ma alla fine non hanno altra scelta che lasciarla indietro. Incerta se Marta sia viva o morta, la famiglia fugge ad Amsterdam, poiché questo è l’unico modo per salvarsi la vita. A loro insaputa, il fratello di Minou muore nel massacro. La loro famiglia è molto cambiata quando si stabiliscono ad Amsterdam. La famiglia viene nuovamente coinvolta nelle guerre di religione e Piet è al centro del passaggio del potere da cattolico a protestante ad Amsterdam.

Non scriverò il finale ma un commento molto personale. Quando Minou insieme a Piet lascia Parigi, senza continuare a cercare Marta ho chiuso il libro e non sono riuscita ad aprirlo per due giorni. Non potevo credere che Minou, che sentiva nel cuore che la figlia era ancora viva, la “lasciasse” sola a Parigi. Mi sono imposta di continuare a leggere per sapere. Sono contenta di averlo fatto.

Notte di san Bartolomeo, come andò davvero – Cristianesimo Cattolico

Daniela Castagnino

Anche se non ho letto il primo capitolo della trilogia, dopo un inizio esitante, sono riuscita a proseguire tranquillamente nella lettura del libro.

Il romanzo è ambientato nel tormentato periodo delle guerre di religione tra cattolici ed ugonotti, è suddiviso in quattro parti che attraverso dodici anni ci portano dalla Linguadoca ad Amsterdam passando per Parigi e Chartres.

Le descrizioni storiche sono accurate e le vicende si susseguono con un ritmo incalzante che tiene sempre alta l’attenzione. La trama intreccia perfettamente le vicende dei personaggi con i fatti realmente accaduti.

La narrazione scorre molto bene ed immerge il lettore nella realtà dell’epoca coinvolgendo e facendo emozionare. Un bel romanzo a cui non manca proprio nulla: guerre, tradimenti, amicizie e passioni.

Penso proprio che leggerò anche il primo volume “La città dei labirinti senza fine”.

Marina Viganò

Ecco il mio contributo: secondo libro di questa autrice che leggo e secondo libro di questa serie. Come per il precedente mi son piaciute le descrizioni dei luoghi e anche delle vicende storiche narrate. Purtroppo il tema delle guerre di religione, anche se son passati tanti secoli, è ancora attuale.

Donatella Palli

Questo romanzo mi è piaciuto. Come hanno già scritto altri, dopo un po’ di smarrimento dovuto al fatto che è il secondo di una saga, sono entrata nella trama e le vicende della famiglia di Minou e Piet mi hanno coinvolta a tal punto che dovevo arrivare, il prima possibile , alla fine.

Il contesto storico del romanzo è quello delle guerre di religione tra cattolici ed ugonotti e, pur avendole studiate, il riviverle nella violenza di ogni giorno, quando la folla si scatena

In una brutalità disumana è qualcosa che atterrisce e purtroppo fa pensare che sia sempre terribilmente attuale. È evidente la presa di posizione dell’autrice per la chiesa riformata: sono soprattutto gli ugonotti, i sopravvissuti alla notte di San Bartolomeo, i buoni ma in fondo poco importa. Non ci troviamo di fronte a un saggio storico ma a un romanzo.

Maria Bellus

Una lettura con un inizio lento forse causato dalla mancata lettura del primo romanzo, in realtà poi tutto scorre veloce in modo piacevole. Lo sfondo storico delle Guerre di religione, la lotta fratricida tra protestanti e cattolici, il matrimonio combinato per cercare una riconciliazione tra cattolici e protestanti tra Margherita di Valois ed Enrico IV di Navarra futuro re di Francia, la terribile strage della notte di San Bartolomeo fanno da cornice alle vicende personali della famiglia di Minou. Cospirazioni, intrighi, segreti condiscono in un modo emozionante il romanzo fino alla fine.

Chi erano gli ugonotti? - Focus.it

Matilde Titone

Carino. Si legge bene, è avvincente e tratta un argomento che oltre ad essere interessante dal punto di vista storico: le guerre di religione, fa riflettere su come ci si faccia la guerra per difendere un credo dietro cui si nascondono interessi di potere ed economici. Mentre le famiglie “comuni” come quella di Piet e Minou credono seriamente nei loro principi., i potenti sfruttano la fede per muovere pedine sullo scacchiere internazionale mi sembra di essere oggi). ho voluto vederci questo: il non senso della guerra, dell’uccidere uomini altri uomini per forme diverse di adesione ad una stessa religione. Cattolici contro ugonotti… Strage di S. Bartolomeo, compravendita di reliquie, intrighi di corte, vita familiare dove si è divisi per culto ma rispettosi gli uni degli altri. Come dovrebbe essere ma non è. Per il resto mi permetto di definirlo un foilleton carino, a tratti comico, soprattutto in certi momenti mi è sembrato uno di quei film americani dove un uomo contro tutti vince e Minou sembra una moderna wonder wooman… ma leggibile, un entertainment piacevole. Niente di più…

Maria Marques

Francia, 1572, il regno è dilaniato da anni di guerre di religione. Una speranza di trovare la pace, si riaccende, legandola a un matrimonio tra la figlia della regina vedova, Margot e Enrico, il figlio Giovanna d’Albret reginandi Navarra. Attraverso l’unione di Margot cattolica e Enrico ugonotto, sembrerebbe potersi instaurare finalmente un equilibrio che porti alla pacifica convivenza tra i sudditi che professano una religione diversa. In questo quadro storico, si inserisce o meglio, la autrice riprende le vicende di Minou Joubert e Piet Reydon, già protagonisti del libro precedente a questo che, invitati al matrimonio, lasceranno il sud della Francia per giungere a Parigi ed essere coinvolti nella terribile notte di San Bartolomeo, in cui migliaia di ugonotti vennero trucidati.

Il libro si legge rapidamente, scorrevole, avvincente in alcune pagine, mentre in altre a mio avviso la trama rallenta e diventa un poco noiosa.

Kate Mosse, l’autrice, riesce ad amalgamare personaggi storici e no facendoli interagire in modo fluido e ricreando il tessuto sociale e storico dell’epoca. Quello che certamente mi ha lasciato un poco perplessa è stato l’inizio del romanzo che si apre con un balzo temporale in avanti rispetto al periodo della vicenda narrata. Qualche difficoltà nel non aver letto il volume precedente, l’ho riscontrata più che altro per chiarire le posizioni di alcuni personaggi, il cui agire non risulta del tutto chiaro. Romanzo storico e d’avventura, con uno stile ben curato, un buon intreccio di situazioni, ambientato in uno dei periodi storici che preferisco, tuttavia non mi ha convinto completamente perché i personaggi che la autrice fa muovere tra le pagine, e sono molti, non hanno saputo coinvolgermi particolarmente.

Raffaellina di Palma

Francia 1572. Il tema che costituisce l’aspetto principale di “Guerra senza confini” sono le violente guerre di religioni che per dieci anni imperversarono in tutta la Francia, nella seconda metà del Cinquecento. Gli amici diventarono nemici scatenando una feroce caccia all’uomo che, dalle prime scaramucce si tramutò in una delle stragi più sanguinose della storia, che dilaniò il Paese. Una serie di conflitti iniziati il primo marzo 1562, che esplosero dopo anni di tensioni. L’episodio tristemente famoso fu il massacro della notte di San Bartolomeo che viene descritto in maniera cruenta. La strage che si consumò nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572 fu perpetrata dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti. Caterina de’ Medici e Giovanna d’Albret negoziarono il matrimonio con Enrico, re ugonotto della Navarra e Margot, cattolica. Un’unione che fece accendere la speranza di vedere la Francia di nuovo riunita: una pace che non diede garanzie di continuità; infatti, le prime avvisaglie si ebbero proprio alla vigilia di quelle nozze. Quando Minou Joubert e Piet Reydin arrivarono, dopo un lungo viaggio da Puivert, Linguadoca, a Parigi per le nozze regali, non potevano immaginare quello che li aspettava. Nubi nere stavano per abbattersi su di loro. Nessuno poteva sapere quanto sarebbe stato alto il costo da pagare per la pace. Eventi tumultuosi si abbatterono su quelle province cambiando violentemente la vita di quelle popolazioni, capovolgendo anche il destino di quelle terre. L’autrice, Kate Mosse, ci racconta i protagonisti come persone semplici, non eroi o eroine. Ci espone il contesto in cui vivevano, ma che loro malgrado, vennero coinvolti nel gioco dei potenti. A una doviziosa ricerca unisce la sua fantasia: fa percepire, senza nulla togliere alla storia. Il contesto storico mi è piaciuto; molto interessante. Sono stata coinvolta da quegli uomini e quelle donne che lottarono per vivere e sopravvivere sullo sfondo di scontri e guerre religiose. In nome di queste si torturava, si perseguitava, si innalzavano roghi; ideologie e religioni nascondevano ferite destinate a “infettare” i popoli in profondità assumendo, ancora e sempre, il volto primitivo della legge del più forte. Non mi è piaciuto il rapporto tra i due protagonisti, troppo scontato che ha reso quella parte della storia un po’ macchinosa..

LA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO - PressReader

Costanza Marzucchi

Questo libro è il secondo capitolo di una serie di romanzi ambientati nel periodo delle guerre di religione e per tale motivo potrebbe generare qualche remora da parte di chi, come me, non ha letto il primo libro della saga. In realtà, tale esitazione non ha ragion d’essere. La casa editrice ha predisposto un’ottima introduzione ed un elenco di personaggi che consentono al lettore di seguire la storia senza particolari difficoltà. Ho amato molto questa lettura, che ha il pregio di avere una traduzione scorrevole, una trama avvincente e piena di colpi di scena. I personaggi, già presenti nel primo libro, non sono tratteggiati con lo stesso grado di approfondimento di un libro autoconclusivo, ma risultano comunque accattivanti in ogni loro caratterizzazione. In sintesi, ho apprezzato ogni aspetto della lettura che unisce suspence, sentimenti, avventura e, ovviamente, una cornice storica di rilievo.

Luisa Rigamonti

Le vicende di Piet, di Minou e della loro famiglia si snodano a partire dal 1572 tra Francia e Paesi Bassi sullo sfondo delle guerre di religione. Mi è piaciuto molto il modo in cui l’autrice intreccia i fatti storici con la storia personale dei protagonisti. Lo stile fluido agevola la lettura e sul finale ho accelerato perché la curiosità di sapere cosa succede ai personaggi ha preso il sopravvento. Non avevo mai letto nulla di Kate Mosse ma credo che leggerò altri suoi libri in futuro, a partire dal seguito di Guerra senza confini, anche perché la conclusione prospetta nuovi sviluppi nelle vicende…

Maria Acosta Diaz

Comincio con una citazione tratta dal capitolo 52, sono delle parole che Evreux – Vidal dice al suo figlio Louis: “L’umanità desidera costantemente essere ingannata. Tutti gli uomini sono degli stolti. Le parole giuste pronunciate in una preghiera, abbastanza monete date durante la questua, l’adorazione di una reliquia investita del potere trasformare vite misere e indegne. Tuttavia, ciò che si può compiere…” Questa è una delle molte citazioni che mi hanno colpito, ho scelto questa proprio perché è un riassunto del pensiero non solo di Vidal anche, quasi sono convinta, di molti prelati di quella epoca, il XV, dove la santità dei clerici era messa in discussione spesso e, quindi, una grana parte di loro cercavano un’altra strada.

Questa è stata la ragione fondamentale della Riforma. Questa epoca convulsa di Martin Lutero, Calvino e altri personaggi che pensavano che la corruzione della Chiesa di Roma era palese e c’era bisogno di una rivoluzione che diventasse un ritorno alle origini del Cristianesimo.

Ciò che i libri di storia del Liceo non mi hanno insegnato l’ha fatto questo di Kate Mosse con GUERRA SENZA CONFINI. Ma questa non è la ragione principale per cui mi è piaciuto il libro. Personaggi rotondi e una ambientazione accurata sono delle cose fondamentale affinché un libro possa essere letto con una certa leggerezza ma anche un ritmo non pesante, una storia al vecchio style, lineale, dove i personaggi si intrecciano perfettamente in una trama che ti prende con ogni pagina letta.

Eufemia Griffo

L’inizio del libro è stato faticoso e a tratti confuso. Non riuscivo ad addentrarmi nella trama, finché…

D’un tratto la storia è divenuta chiara, e pagina dopo pagina, il romanzo ha iniziato a scorrere velocemente, al punto che avevo in mente solo di tornare alle vicende di “Guerra senza confini”. Quando un libro suscita l’emozione dell’attesa, quel desiderio inconfondibile di voler tornare nella storia, allora ha assolto sicuramente al suo ruolo principale. Non mi dilungherò sulle vicende, che non conoscevo assolutamente, ma due parole vanno dette riguardo ai personaggi femminili. Minou mi è piaciuta moltissimo, e il legame con Marta, quel non riuscire ad arrendersi e ad abbandonarla al suo destino, me l’ha resa speciale. Bello anche il personaggio di Alys, nonostante non appaia molto, e intrigante quello di Marta/Marie. Cornelia, invece, incarna la donna forte e coraggiosa che non si dà mai per vinta. La vicenda legata al personaggio di Marta mi ha intrigato molto, e credo che il finale, a mio modesto parere, aperto, faccia pensare a un altro capitolo della storia. D’altra parte, come scrive Laura Pitzalis, il prologo non avrebbe senso, e sinceramente l’ho trovato fuori luogo. Mi chiedo ancora chi sia la donna “che tutti conoscono” e che legame abbia con l’intera vicenda. Un buon libro, promosso a pieni voti. Ho anche il primo libro della Mosse, continuamente richiamato in nota, dunque non mi resta che proseguire, ma a ritroso, per ritrovare Piet e Minou più giovani.

Alfio Virzì

Non mi è proprio piaciuto: finito solo per onorare l’impegno. Forse perché la storia del nord Europa non mi ha mai interessato più di tanto. Le vicende storiche mi sono sembrate trattate più come corollario alla saga familiare che come impianto narrativo “storico”. Personaggi “mosci” per non parlare della bambina (descritta come particolarmente “sveglia”) che dopo pochi anni dimentica completamente identità e famiglia! L’ unica cosa positiva è averlo pagato 99 cent.

Luigia Amico

Dopo un iniziale spaesamento e confusione, la lettura ha iniziato ad assumere un ritmo incalzante. Pagina dopo pagina sono rimasta avvinta dalla narrazione ricca di nozioni storiche e colpi di scena. Non avevo mai approfondito in modo dettagliato le guerre di religione che hanno visto protagonista la Francia del 1500 e grazie al libro e agli approfondimenti pubblicati sul gruppo di lettura, ho colmato parecchie lacune.

A mio avviso molto brava l’autrice a far muovere i personaggi di fantasia in un contesto storico reale. Di sicuro leggerò anche il primo volume per avere un quadro completo e preciso.

Guerra senza confini - Kate Mosse - copertina
Editore: ‎ Newton Compton Editori (13 gennaio 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina rigida ‏ : ‎ 480 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8822751604
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8822751607
Link d’acquisto: Guerra senza confini

Trama

Giugno 1572.Per dieci anni le violente guerre di religione hanno imperversato in tutta la Francia. Gli amici sono diventati nemici, innumerevoli vite sono state spezzate e il Paese è dilaniato. Ma adesso c’è in gioco una pace precaria: Caterina de’ Medici e Giovanna d’Albret hanno negoziato un matrimonio reale, un’alleanza tra la corona cattolica ed Enrico, il re ugonotto della Navarra. Un’unione che potrebbe vedere la Francia finalmente riunita. Quando Minou Joubert riceve l’invito allo storico evento previsto a Parigi in agosto, non ha idea di quello che la aspetta. Anche il più antico nemico della sua famiglia, Vidal, è stato invitato al matrimonio. E presagi oscuri si intravedono all’orizzonte: quale sarà il vero prezzo da pagare per la pace che tutti auspicano? Nei giorni successivi al matrimonio, alla vigilia della festa di San Bartolomeo, eventi tumultuosi si abbatteranno sulla famiglia di Minou, dirottando con violenza i loro destini. Tra Parigi, Chartres e la città delle lacrime – Amsterdam, la grande città dei rifugiati – i Joubert dovranno lottare per restare insieme, sopravvivere e non essere spazzati via, travolti dalle maree della Storia.

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