Narrativa recensioni

Il sigillo del Marchese – Giuseppe Pascali

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Il sigillo del Marchese” è il titolo del romanzo storico di Giuseppe Pascali ripubblicato nel 2021 dalla casa editrice Kimerik in una nuova veste.

Le vicende si svolgono in terra salentina, nei pressi di Lecce, più precisamente nei territori che oggi appartengono al comune di Cavallino, un tempo Caballino.

Una storia che vede protagonista la famiglia dei marchesi Castromediano, amatissimi dal popolo, in special modo la marchesa Beatrice Acquaviva D’Aragona, sposa di Francesco. Una donna che ha dedicato la sua vita per il bene dei caballinesi, devota a Dio, alla Chiesa e a Domenico di Guzman, al punto da volerlo elevare a patrono della città e per il quale fece erigere un convento.

Una storia d’amore genuina e reale quella tra Francesco Castromediano e Beatrice Acquaviva, detta Bice. Un sentimento trasparente e luminoso tra i due coniugi, particolare e sicuramente anomalo per il tempo che fu. Un tempo in cui i matrimoni erano perlopiù combinati per ragioni economiche e di potere.

Se solo il destino beffardo che stava per strappargli quella donna amabile, adorata dai caballinesi e compagna di dieci anni di vera felicità, avesse preso sembianze umane, lui l’avrebbe trafitto con una stoccata.

Un amore così forte che, alla morte della marchesa, porta Francesco a un gesto estremo. Un atto che va oltre la morte, più forte di essa, guidato da un sentimento indelebile anche quando l’oblio e il silenzio sembrano calare sulla luce e le parole.

Francesco coinvolge nel suo intento diversi protagonisti, tra cui padre Bonaventura, il priore del convento voluto dalla moglie; il fido servitore Cordulo, da più di dieci anni alla corte dei Castromediano; padre Modesto, uno dei frati del convento di Bonaventura, a cui viene affidato il compito di confessore del Signor Marchese una volta compiuto il suo atto contro natura.

Che peccato aveva commesso il marchese, tanto da necessitare di una confessione a settimana e per giunta in segreto?

I territori di Caballino sono contesi tra la famiglia dei Castromediano e quella degli Altomonte. Pietro Altomonte da anni sogna vendetta nei confronti della famiglia rivale e brama di tornare in possesso di quelle terre. Altomonte è pronto a tutto per poter diventare il signore di Caballino e con l’aiuto di due bravi senza scrupoli, Ferrando e Lupo, tesse una trama che si stringe inesorabile intorno al collo del marchese Francesco.

Una storia lunga oltre 25 anni, in cui il confronto principale tra protagonista (Francesco) e antagonista (Pietro) non è l’unico nodo importante della narrazione. A esso si affianca il racconto di un territorio e di un periodo come quello del XVII secolo sotto la dominazione spagnola, in cui il senso dell’onore, il rispetto, l’appartenenza a una terra e a una famiglia, assumevano un ruolo preponderante nella società.

Risalta il colore del sud Italia, con la sua devozione religiosa e le tradizioni capaci di raccogliere il popolo attorno a un ideale.

Non temete, mio adorato: la morte non è che un momentaneo allontanamento, se due cuori sono destinati a vivere insieme per l’eternità…

Come spiegato al termine del romanzo Giuseppe Pascali ripercorre le vicende del territorio di Caballino partendo da fatti realmente documentati, nei polverosi archivi del paese. Date ed eventi reali si prestano alla costruzione di una storia romanzata in cui la fantasia dell’autore ben si incastra e trova terreno fertile.
Un territorio che non viene risparmiato anche dalla peste bubbonica che miete vittime e sparge paura.

Dio mi punirà per essermi prestato al volere del marchese ed essere stato responsabile di questa morte

Si tratta di un romanzo che sui rivela essere una piacevole lettura in un contesto storico chiaro e ben definito. Una proprietà di linguaggio che evidenzia la conoscenza del periodo, delle usanze, dell’abbigliamento utilizzato in ambito laico e clericale.

L’autore ha uno stile di scrittura che riesce a ricreare in modo appropriato il contesto storico di cui vuole narrare. Una vicenda di passione e amore che si contrappongono a potere, intrigo e sotterfugi per un titolo nobiliare.

Un messaggio di speranza e di amore oltre la materialità terrena risiede tra le pagine di questo romanzo che non perde di vista la Storia e garantisce una narrazione equilibrata e assennata.

Editore: ‎Kimerik (8 novembre 2021)
Copertina flessibile: ‎238 pagine
ISBN-10: ‎8855169254
ISBN-13: ‎978-8855169257
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Trama

La morte della ventottenne Beatrice Acquaviva d’Aragona, sposa di Francesco Castromediano e amatissima marchesa di Caballino, si abbatte sul feudo come una tragedia inaccettabile. Ma mentre la piccola corte salentina cade nella disperazione, c’è chi di quel lutto inatteso gioisce; don Pietro Altomonte, arrogante signorotto leccese, incarica i suoi “bravi” di recuperare i documenti che attestano i diritti dei Castromediano sui possedimenti caballinesi, per impadronirsene.
Il crudele Ferrando e Lupo, l’uomo dal fiuto infallibile e dal tormentato passato, corrompono, intimidiscono e giungono a uccidere per scoprire il nascondiglio di quelle carte, ma senza esito, tanto più che il segreto di don Francesco è ben altro…
Nell’arco di ventisei anni, da quei primi eventi fino alla morte di Francesco Castromediano, tra storia e leggenda, il racconto scorre nelle vie del borgo di Caballino e nelle campagne circostanti, tra le mura del convento voluto dalla marchesa devota a san Domenico di Guzmán e nella coscienza turbata del priore padre Bonaventura, inquieto depositario di segreti propri e altrui. Nel frattempo, arriva il flagello della peste a ricordare agli uomini la loro fragilità, ma anche a pareggiare i conti. E la memoria di un amore straordinario troverà i suoi testimoni.

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