Articolo a cura di Luigia Amico
Il 27 dicembre 1908 nasce la prima rivista a fumetti italiana ideata dalla giornalista Paola Lambroso Carrara; lo scopo era quello di educare i bambini di ogni età attraverso rubriche e giochi divertenti, quindi a pagine con storie illustrate e colorate si alternavano articoli di divulgazione scientifica e di letteratura.
In un’epoca poco incline allo sviluppo culturale delle classi meno abbienti, la Lambroso sviluppa la sua idea prendendo spunto dalle testate europee più in voga in quegli anni, nelle quali l’uso delle immagini associate a un contenuto era molto diffuso. Per riuscire ad avvicinarsi a un vasto pubblico di lettori, la giornalista, dopo il rifiuto da parte del giornale “Il Secolo “, decide di presentare la sua idea editoriale alla famosa testata giornalistica il “Corriere della Sera”, diretto in quegli anni da Luigi Albertini che fiuta il potenziale del progetto e accetta di collaborare alla pubblicazione.
Finalmente il sogno di Paola Lambroso sembra vicino alla realizzazione se non fosse per un piccolo dettaglio non del tutto irrilevante: lei è una donna e in quanto tale non può partecipare attivamente alla realizzazione del suo stesso progetto e si vede “soffiare” la direzione da Silvio Spaventa Filippi, già presente all’interno della redazione.
A qualcuno di voi dice qualcosa il nome “Zia Mariù”? È lo pseudonimo con cui passerà alla storia la Lambroso, infatti a lei sarà affidata la redazione della rubrica di corrispondenza con i lettori riuscendo a coinvolgere il pubblico in un’attività collegata ai suoi obiettivi socio pedagogici. Questo purtroppo porterà dei dissapori all’interno della direzione e la sua collaborazione cesserà nel 1911.
Al costo di dieci centesimi di lire il “Corrierino”, nomignolo con cui fu soprannominato affettuosamente, segna la storia del fumetto italiano. La prima pagina è dedicata a una storia di una sola tavola a colori a quattro strisce di due vignette, in seguito le nuvolette furono eliminate perché considerate diseducative ai fini della lettura dei più piccoli.
Dopo la prima pagina generalmente il lettore incontra racconti, poesie e copioni teatrali da poter riprodurre in una sorta di gioco in compagnia; dalle pagine del fumetto nascono personaggi che ancora oggi risvegliano dolci ricordi in chi ha avuto la fortuna di possedere il Corrierino: Bibì e Bibò, Arcibaldo e Petronilla, il signor Bonaventura nato dalla matita di Sergio Tofano e che permette alla rivista di raggiungere un successo strabiliante; molti ricorderanno che ogni avventura di questo celebre personaggio iniziava con la fatidica frase: “Qui comincia l’avventura del signor Bonaventura…”
Il giornalino era composto da sedici pagine che raddoppieranno nel 1915 grazie alla fama raggiunta; dopo la prima guerra mondiale, nella redazione della rivista, saranno introdotti dei disegnatori che apporteranno delle innovazioni: nascono le “macchiette”, una serie di caricature come Sor Pampurio o Marmittone, destinata anch’essa al successo.
Durante gli anni delle due guerre le pubblicazioni continuano, salvo una piccola interruzione nel 1945, ma nel secondo dopoguerra la concorrenza straniera, con le sue vignette e nuvolette parlanti, inizia a far tremare le gambe alla dirigenza che decide comunque di continuare con l’impostazione iniziale. Per arrivare al vero e proprio fumetto come lo conosciamo oggi, si devono aspettare gli anni sessanta quando la direzione della rivista passa nelle mani di Guglielmo Zucconi che apporta delle modifiche sostanziali: innanzitutto, come detto poc’anzi, l’introduzione della famosa nuvoletta, i testi e i disegni saranno mirati a un pubblico meno infantile e le copertine acquisiranno un formato più intrigante e accattivante. Negli anni a seguire, all’interno di ogni singolo volume, saranno inseriti articoli istruttivi e inserti enciclopedici consoni al pedagogismo dell’epoca e il formato è ridotto per un uso più pratico.
Molto utile ai fini scolastici è l’introduzione dell’inserto “Corrierino Scuola” che altro non era che una raccolta di schede da utilizzare per le ricerche, atlanti geografici e storici e altri sussidiari. Nonostante le due guerre, il passaggio generazionale, le crisi economiche che hanno visto protagonista il nostro paese, il Corriere dei Piccoli riesce a riscuotere successo e interesse durante il corso del XX secolo assistendo a cambi di generazioni e di ideologie e adeguandosi alle esigenze pedagogiche dei piccoli lettori, che poi, come accade tutt’oggi, siamo proprio sicuri che una sbirciatina non era data anche da quei genitori irreprensibili con gli occhi focalizzati sui più rinomati quotidiani?
La rivista ha pubblicato i suoi numeri senza interruzioni fino al 15 agosto 1995 per poi pubblicare un ultimo numero, solo nelle edicole lombarde, il 30 gennaio 1996 per non perdere i diritti sulle testate.
Per celebrare i cento anni dall’esordio del giornalino, l’8 novembre 2008 Poste Italiane ha pubblicato in edizione limitata un francobollo da 60 centesimi di euro.
Per molti bambini e ragazzi il Corrierino non è stato solo un fumetto, ma una lettura di riferimento per diverse generazioni; la trepidante attesa del giorno di pubblicazione ha caratterizzato l’infanzia dei nostri nonni o genitori e chissà magari, rovistando tra i loro vecchi bauli, ci potremmo ritrovare tra le mani le magnifiche storie di Fortunello e Mio Mao…