Ghirlanda fuoriporta, bastoncino di zucchero, l’omino schiaccianoci… quanti di questi addobbi abbiamo messo sull’albero o fuori la porta di casa. Conoscete la loro storia e il loro significato?
Vi raccontiamo tutto noi di TSD!
Il bastoncino di zucchero
Le origini di questa caramella – che inizialmente era solo di colore bianco – risalgono al 1670 grazie al direttore di orchestra della Cattedrale di Colonia, in Germania, quando un maestro di cappella della cattedrale di Colonia in Germania distribuì bastoncini di zucchero tra i suoi giovani cantanti per tenerli tranquilli durante la cerimonia del Living Creche (assimilabile al nostro presepe o comunque alla messa di Natale) e per ricompensare in qualche modo la stanchezza dei bambini per questa prova. Per far sì che le caramelle si sposassero con lo spirito del Natale, ma soprattutto con il “servizio” reso dai bimbi, le piegò a forma di bastone da pastore. Questa divenne una tradizione popolare, e alla fine la distribuzione di bastoncini durante le cerimonie ecclesiastiche si diffuse in tutta Europa e in America.
Dalla Germania questa usanza si è solo successivamente trasferita negli Stati Uniti, dove i bastoncini erano offerti alle comunità tedesche e scandinave. La prima volta che se ne documenta l’utilizzo come addobbo natalizio è in America del nord intorno al 1847, quandoun emigrato di origini tedesche-svedesi di nome August Imgard decorò il suo albero con questi dolciumi.
Ma è solo nel primo Novecento che il bastoncino di zucchero prende le strisce rosse. Mentre il gusto predominante resta ancora quello originario: menta o cannella (anche se oggi le varienti si sprecano)
E anche qui le motivazioni su colori, forma e gusti del bastoncino simbolo del Natale, si sprecano.
Le più accreditate?
Il caramello di cui è composto rappresenta Gesù, come la solida roccia su cui sono costruite le nostre vite.
La forma è quella di un bastone da pastore, come il bastone che portavano i pastori in visita alla grotta dove nacque Gesù; ma se capovolgiamo il bastoncino, richiama alla lettera “J” iniziale del nome Jesus.
Il colore bianco rappresenta la purezza e l’assenza di peccato; il rosso è invece il sangue di Gesù versato per redimere gli uomini dal peccato. Le strisce rosse sottili rappresenterebbero le frustate ricevute da Gesù da parte del soldato romano.
Il sapore di menta ricorda il sapore dell’issopo, pianta aromatica adoperata nell’Antico Testamento per scopi di purificazione.
Lo schiaccianoci
In molti pensano che il suo mito nasca con l’omonimo balletto di Cajkovskj tratto dal riadattamento firmato Dumas padre di un racconto di E.T.A. Hoffmann, Lo Schiaccianoci e il re dei topi ma, in realtà, sono stati Hoffman e Dumas prima, e il balletto poi, a trarre ispirazione da un “mito” già esistente.
L’origine del soldatino Schiaccianoci, infatti, è ben anteriore. Si racconta che tutto ebbe origine nel XVI secolo, nella zona dei monti metalliferi in Germania al confine con l’attuale Repubblica Ceca: qui la popolazione vessata dalle truppe tedesche e dalle tasse, decise di protestare realizzando un soldato in legno il cui unico scopo era solo quello di rompere le noci.
Una protesta senza dubbio insolita e creativa ma che ha dato il via alla costruzione di un simbolo. Molto più probabilmente, invece, dato che in quel secolo le risorse minerarie cominciavano a esaurirsi i minatori dovettero inventarsi altre fonti di introiti. La zona, assai boscosa, era ricca di legno, di abete rosso e faggio, e così la sua lavorazione si sviluppò in varie forme, fra cui l’intarsio, e ispirandosi appunto ai soldati tedeschi che vessavano la popolazione, lo schiaccinaoci prese le loro sembianze e i colori della loro divisa (ma ce ne sono di diversi tipi).
A inaugurare la produzione in scala di questi soldatini attraverso l’uso di un tornio, è stato Friedrich Wilhelm Füchtner che viene considerato a tutti gli effetti il papà del soldatino-schiaccianoci.
La diffusione dello schiaccianoci oltre i confini europei avvenne subito dopo la seconda guerra mondiale. Quando i soldati americani ritornando a casa negli USA portavano con sé queste statuine di legno come souvenir.
Che a parlare sia la Storia, o il soggetto della favola reinterpretata da Dumas, lo Schiaccianoci è comunque simbolo di coraggio, forza e protezione.
La ghirlanda
La parola ghirlanda deriverebbe dal franco guirlande e la sua storia, manco a dirlo, è molto antica Da sempre è il simbolo della vittoria, nell’Impero Romano gli atleti vincitori venivano incoronati con corone di alloro che poi venivano appese anche sulle porte di casa per indicare la vittoria conseguita. Ha forma circolare perché indica l’eternità, poiché il cerchio non ha inizio e non ha fine.
Per gli antichi greci la corona di Apollo indicava l’amore eterno per una dea, i Romani la davano ai governanti dell’Impero e i druidici e altre culture che utilizzavano la corona, credevano che il cerchio simboleggiasse la continuazione della natura dopo aver superato la linea del tempo degli esseri umani.
Anche i Germani pre-cristiani utilizzavano la ghirlanda per placare l’arrivo del buio e portare buon auspicio alle tribù. Nelle popolazioni barbariche ci si riuniva intorno a una ghirlanda al cui interno venivano messe quattro candele che dovevano illuminare la capanna fino a quando non sarebbe arrivata la primavera.
Secoli dopo, i cristiani, sulla scia del processo d’integrazione successivo alla nascita del Natale, fecero propria questa tradizione, utilizzandola per festeggiare l’avvento di Gesù, costante luce di speranza e verità.