Narrativa recensioni

La ruggine del tempo – Dario Galimberti

Recensione a cura di Roberto Orsi

Dario Galimberti riporta sulle scene letterarie il delegato della polizia di Lugano Ezechiele Beretta e tutta la sua squadra del commissariato, con l’appuntato Tranquillo Bernasconi su tutti, quale spalla destra.

In questo terzo episodio della serie, le indagini si svolgono qualche anno prima rispetto agli altri romanzi della serie. Il sipario si apre sul 31 dicembre del 1931, quando Ezechiele viene chiamato al capezzale di una sua vecchia conoscenza: Liside, una donna con cui Beretta è cresciuto nel quartiere del Sassello.

L’anziana donna affida al delegato una nuova indagine. Cinquant’anni prima, nel 1881, nel Castello di Trevano, dove lei prestava servizio, misteriose morti avevano funestato la famiglia nobile dei von Derwies. La figlia Eva perse la vita dopo una caduta da cavallo, mentre il corpo senza vita del barone capofamiglia fu ritrovato nel lago il giorno dopo.

Liside chiede a Beretta di indagare su quanto avvenuto. La donna non ha mai creduto alla versione della morte accidentale della povera Eva: è convinta che sia stato un omicidio a soffocare la vita della giovane ragazza. Beretta ha il compito ora di rendere giustizia a quei tragici eventi di mezzo secolo prima.

Con la Liside non potè esimersi. Avrebbe dato la sua parola, per poi riscattarla di lì a qualche giorno dopo aver tentato l’impossibile e averle spiegato l’irragionevolezza di tale richiesta a distanza di cinquant’anni.

L’indagine non è semplice. Indagare sui fatti avvenuti così tanti addietro, è una missione quasi impossibile. Molti dei testimoni che frequentavano il castello di Trevano in quel periodo sono già passati a miglior vita o sono quasi irrintracciabili.
Inoltre, la stessa notte del 31 dicembre 1931, Emma Bader, impiegata amministrativa al Grand Hotel Lungolago di Lugano, viene ritrovata morta all’interno della propria auto precipitata nelle acque del fiume. Tragica fatalità dovuta agli effetti dell’alcool per i festeggiamenti del nuovo anno? Suicidio o omicidio? Nulla può essere lasciato al caso per Ezechiele Beretta.

Il delegato di polizia dall’espressione arguta e vigile, spesso tormentato da pensieri di chissà quale natura, si getta a capofitto nelle due indagini che scorrono su binari paralleli, apparentemente senza alcun collegamento.

Un uomo di quarantasei anni, piacente, dall’aspetto fisico giovanile, dal temperamento bonario ma allo stesso tempo determinato. Completamente avvinto e avvolto dalle indagini, incapace di distogliere l’attenzione dai dettagli.

Ciò lo portava a percepire attorno a sé un mondo quasi ibernato, in cui l’unica fonte di calore era generata dall’indagine e dalle vicende ad essa attinenti.

Quasi per un debito di riconoscenza verso una persona che da giovane si prese cura di lui, Beretta non abbandona il colpo alla prima difficoltà, costringe Bernasconi, Bariffi e gli altri colleghi della squadra a ricerche estenuanti tra gli archivi bibliotecari, registri polverosi di nascite e decessi, articoli di giornale e quant’altro possa aiutare a sollevare la cortina di fumo che ricopre gli avvenimenti passati.

Confrontarsi con i vivi ottenendo risultati era già un’impresa, figuriamoci con le anime dei defunti che attendevano il buon esito di una sua indagine per ottenere la pace eterna.

L’obiettivo è fare luce su quanto avvenuto cinquant’anni prima, scrostando quel manto di ruggine sul tempo che nasconde la verità. Nel proseguire delle indagini, avvicinandosi alla verità, le persone coinvolte e i sospetti di Ezechiele Beretta convergono su figure di spicco della Lugano bene.

I rimorsi di azioni nefaste attanagliano l’animo umano di chi le ha commesse. Ci si scontra con la paura della morte.

Una paura antica, atavica, iscritta nel sistema genetico, che assopita accompagna da sempre gli uomini, per poi riemergere inesorabile quando qualcuno se ne va, quando una persona amata muore. Ed ecco che i morti, ancora una volta, stanno con i loro simili, e i vivi sgattaiolano via alla chetichella, sperando di non farsi scorgere da sorella morte, così che essa si rivolga ad altri.

“La ruggine del tempo” riporta alla luce le vicende permeate di leggenda dei baroni von Derwies e della loro residenza: il Castello di Trevano, nel Canton Ticino. Considerata ai tempi una delle più splendide residenze della Svizzera, il Castello era un gioiello d’architettura. Le uniche balaustre di cristallo in tutta Europa, un atrio incredibilmente ampio, un teatro privato e una sala da concerti, basterebbero a definirlo come qualcosa di unico. Il castello era inoltre circondato da un parco enorme esteso per oltre 300.000 metri quadrati, con piante rare e la fontana più grande del Ticino.

Oggi questo splendore architettonico non esiste più, demolito con esplosivo, come spiega l’autore nelle note finali, su decisione delle autorità locali. Oggi l’area è conosciuta come importante centro studi della Svizzera.

Galimberti restituisce lustro ai tempi passati, a vicende al limite tra realtà e fantasia, con un impianto narrativo poliziesco avvincente e ben delineato, a discapito della parte più storiografica che rimane in secondo piano.

Trama
Lugano, 1881. Una banda di ladri penetra nel castello di Trevano e fa razzia di preziosi. Poco dopo Vera von Derwies, figlia del barone proprietario del castello, muore in seguito a una caduta da cavallo. E nei giorni seguenti la tragedia torna ad abbattersi sul castello: vengono trovati senza vita lo stesso barone e un giovane inserviente, Nuto. Cinquant’anni dopo, l’anziana Liside chiama al proprio capezzale il figlioccio Ezechiele Beretta, massima autorità della polizia cittadina, e gli chiede di indagare sulla morte di Vera. Ormai prossima alla fine, la donna – all’epoca dei fatti in servizio al castello – non riesce a darsi pace: è convinta che quella caduta da cavallo non sia stata accidentale. Nonostante le circostanze della richiesta e le prove inconsistenti, Beretta si interessa al caso: assistito dall’appuntato Bernasconi appura che le teorie di Liside sono più plausibili del previsto, e qualcosa non quadra neanche nella morte del povero Nuto. L’indagine storica si sovrappone a quella su una morte più recente e altrettanto misteriosa, che porta il Beretta a scontrarsi con personaggi in vista della Lugano che conta e tinge di sangue le acque blu del lago che bagna la città.

Editore: ‎Libromania (11 maggio 2021)
Copertina flessibile: ‎ 288 pagine
ISBN-10: ‎ 885119520X
ISBN-13: ‎ 978-8851195205
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