Recensione di Roberto Orsi
“Era venuto il momento di affrontare le onte del passato o il suo futuro sarebbe rimasto un miraggio per sempre”
Il sipario si apre sul 22 luglio 1262, giorno in cui Ottone Visconti viene nominato Arcivescovo di Milano, da Papa Urbano IV in persona a San Flaviano a Montefiascone.
Il momento è solenne, Ottone Visconti ottiene dalle mani del Papa il pastorale, emblema del potere sulla città di Milano. È arcivescovo da questo momento, ma non tutti sono d’accordo.
I Della Torre, potente famiglia nobile lombarda, di parte guelfa, che dominano la signoria dal 1259, irrompono durante la cerimonia rivendicando il diritto alla nomina dell’Arcivescovo da parte del capitolo ambrosiano. Per loro, quanto appena avvenuto è privo di valore. Ottone Visconti non può essere l’Arcivescovo di Milano, anche se investito direttamente da Sua Santità.
“Quant’era salda realmente la sua posizione? Il papa stava per revocargli la nomina?”
Questa la domanda che aleggia immediatamente nella testa di Ottone Visconti. In un battito di ciglio, il coronamento del sogno di una vita può finire in una manciata di polvere.
Ed è un interrogativo che il lettore si porta dietro per tutto il romanzo. La nomina ad Arcivescovo resta come in un sogno sospeso, Ottone Visconti non può ancora entrare a Milano da trionfatore. Le forze politiche in gioco sono moltissime, le alleanze da stringere anche di più.
E non è facile districarsi nella miriade di famiglie nobili, di conti e marchesi, pronti a combattere per una o l’altra parte. La diatriba tra Della Torre e Visconti proseguirà per diversi anni da quel 1262, sempre a fasi e fortune alterne.
Con abili flashback e salti temporali che non destabilizzano la lettura, anzi la rendono più accattivante rispetto a un racconto lineare, i due autori raccontano uno spaccato di storia medievale che in molti frangenti risulta per stomaci forti.
Gambarini e Calvi portano in scena il medioevo duro e puro. Quello in cui la tortura dei nemici per ottenere informazioni era all’ordine del giorno. Quel Medioevo in cui gli assedi alle città erano crudeli, affamavano la popolazione fino allo stremo. Quel Medioevo in cui il potere contava più di tutto, da ottenere in qualunque modo come risulta chiaro al cardinale Ottaviano degli Ubaldini, mentore e guida di Ottone Visconti fin dai primi passi nel mondo ecclesiastico.
“Ottone Visconti ha le virtù più adatte per il ruolo. È scrupoloso, ma non santo. Ambizioso, ma non imprudente. Intelligente, ma non pericoloso”.
Ubaldini vede da subito in Ottone Visconti la persona giusta per ricoprire il ruolo di Arcivescovo di Milano. Lo ha cresciuto cercando di plasmarlo a sua immagine e somiglianza, portando lo stesso Visconti a rinnegare ciò che era, costruendosi un mondo attorno che non lo riconosce più.
Siamo di fronte a un viaggio nell’io più profondo di Ottone. Il lettore segue le vicende della sua vita come lo spettatore di un’opera che meraviglia per realismo e concretezza. I due autori non utilizzano giri di parole, rendono perfettamente visibile all’occhio del lettore l’atmosfera del tempo.
La sua parabola evolutiva è estremamente interessante. Il potere, ormai a portata di mano, non cancella del tutto quell’animo pio, devoto a Dio e al prossimo che Ottone è sempre stato. L’amore per certi versi clandestino per la giovane Agnese lo accompagna per anni, un rifugio a cui tornare e una fonte di ispirazione. Un legame importante per una donna che ricopre un ruolo fondamentale nell’economia del romanzo. Un personaggio bellissimo quello di Agnese, capace di risollevarsi dalle delusioni, riprendere in mano la propria vita e non portare rancore per l’uomo amato.
Questo è un romanzo storico, ma anche, e soprattutto, un romanzo che parla di uomini, con le loro ambizioni e i desideri, le delusioni e le debolezze. Risalta la capacità di uomini di potere come Papa Urbano IV, Ottone, Ubaldini, o Napo Della Torre, di manipolare le coscienze altrui, siano esse di un pari grado o di semplici cittadini.
I luoghi del romanzo variano tra i territori della signoria di Milano, la città di Piacenza, Perugia, Desio, tra giochi di alleanze, intrighi e tradimenti. Anni di battaglie sul campo e non solo, tra i mercenari dei Della Torre e quelli dei Visconti, con una dovizia di particolari e accuratezza di termini che denotano grande padronanza del periodo storico.
Un ritmo serrato, con capitoli non troppo lunghi, azione e dialoghi che soprattutto da un certo punto della narrazione dominano la scena, rendono questo romanzo molto godibile. Si unisce la sapiente tecnica dei due scrittori che hanno fatto un ottimo lavoro di amalgama (la differenza di stile tra le due penne non si riconosce), e di ricerca di terminologie specifiche in merito ad armi, vestiario, suppellettili e oggetti del quotidiano. Dettagli che sicuramente possono fare la differenza.
Decisamente apprezzabili le note finali da parte degli autori in cui vengono indicate le “licenze poetiche” che un romanziere è spesso tenuto a prendere per piegare le vicende storiche a quelle che sono le esigenze narrative.
Trama
A.D. 1262. Dalle mani di papa Urbano IV, Ottone Visconti riceve finalmente il pastorale di arcivescovo di Milano e, con esso, la cattedra ambita e ricchissima di sant’Ambrogio. È il coronamento di una vita di intrighi e menzogne, che Ottone ha condotto al fianco del diabolico cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Ma c’è chi non vede di buon occhio questa investitura: i potenti guelfi della Torre irrompono armati in chiesa al termine della consacrazione. Sono loro a dominare sulla città meneghina, e non intendono rinunciare allo scranno vescovile nemmeno a costo di disubbidire al papa. Ottone, esiliato dalla città che dovrebbe guidare come arcivescovo, comprende di avere solo una via per ottenere ciò che gli spetta: radunare con l’astuzia e la diplomazia tutti i nemici dei della Torre e prendersi Milano con la forza. Nel corso dei quindici lunghi anni di conflitto riemergono i ricordi del passato del Visconti: la sua giovinezza nel monastero di Piacenza tra fughe rocambolesche, i primi amori e le severe punizioni per il rifiuto dell’autorità. L’incontro con il cardinal Ubaldini, eminenza grigia della sua epoca, che indirizza l’originaria vocazione di Ottone verso una carriera di sottigliezze, ricatti politici e tradimenti, sullo sfondo di un amore tormentato. Ma tra guerre continue, sangue versato per ambizione e una crescente solitudine, Ottone dovrà iniziare a fare i conti anche con sé stesso, e solo un gesto di vero coraggio gli permetterà di comprendere per quale motivo stia affrontando quella lotta, e decidere se ne valga davvero la pena.
Editore : Piemme (23 febbraio 2021)
Lingua : Italiano
Copertina rigida : 477 pagine
ISBN-10 : 8856675226
ISBN-13 : 978-8856675221
Link d’acquisto cartaceo: Ottone. Il primo dei Visconti
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