Trama
È il 1565 quando il giovane principe Nikita Romanovič Serebrjanyj, nobile bojaro russo, rientra a Mosca, dopo aver combattuto per cinque anni nella lontana Lituania. Durante la sua assenza molte cose sono cambiate: la corte imperiale si è trasferita da Mosca all’Aleksandrovskaja Sloboda, la sua amata Elena è vittima di intrighi e soprusi e il suo zar, Ivan il Terribile, cui ha giurato fedeltà incondizionata, ha scatenato, non solo sul popolo ma anche sulla comunità nobile dei bojari, il terrore e la tirannia, istituendo la milizia speciale degli opričniki. Lo scontro tra il carattere sincero e leale del giovane principe e lo zar con tutta la corte, corrotta e dedita a ogni forma di violenza, dà vita a una narrazione dall’ingranaggio perfetto, ricca di avventura e colpi di scena, e di personaggi malvagi come il capo dei boia, Maljuta Skuratov. Su tutto, un grande affresco della Russia del Cinquecento in cui si muovono briganti, stregoni, traditori, boia e nobili bojarine facendo riscoprire un romanzo storico che ha ispirato film e opere teatrali.
Recensione a cura di Roberto Orsi
“E la vostra vita non è stata inutile, poiché nulla nel mondo si perde, e ogni azione, ogni parola, ogni pensiero come pianta cresce e fruttifica; e molte cose buone che oggi esistono come tanti enigmi nella vita russa, hanno le loro radici nei grandi esempi del passato.”
Nuova uscita nella collana VociRiScoperte della casa editrice Scrittura & Scritture. Questa volta il titolo scelto ci riporta a un classico della letteratura russa. “Il principe Serebrjanyj” è un romanzo di Aleksej K. Tolstoj, cugino del più famoso Lev Tolstoj, ma non per questo narratore di secondo livello.
Il nuovo titolo proposto dalla casa editrice è un romanzo che regala una storia d’altri tempi, permeata di atmosfere del passato, alla corte dello zar Ivan Il Terribile. Vicende che affascinano e avvinghiano il lettore, con un’eco lontana di avventura.
Il principe Nikita Romanovič Serebrjanyj, dopo anni di impegno nella guerra in Lituania, torna in patria ma ad attenderlo trova un regime completamente cambiato rispetto a come l’aveva lasciato. Lo zar ha trasferito la corte da Mosca all’Aleksandrovskaja Slobodae e ha iniziato a meritare l’appellativo di “groznyj”, che originariamente era traducibile con “forte”, “minaccioso”, “severo”.
Lo zar ha diviso il territorio della Moscovia in due parti: la zemščina, la quale conserva la passata amministrazione zarista e l’opričnina sulla quale lo zar detiene un potere illimitato.
A corte, Ivan il Terribile si è contornato da un nugolo di personaggi provenienti anche molto spesso da contesti della malavita. Un vero e proprio esercito personale, con il compito principale di diffondere il terrore, perseguire tutti coloro che si manifestavano contrari alle idee dello zar e perpetrare torture e assassinii ai nemici politici.
Un contesto molto delicato, di forte tensione, quello in cui Nikita ritrova la sua patria dopo il periodo trascorso fuori confine. Uomo e Dio in terra, allo zar è dovuta una fedeltà incondizionata: con lui o contro di lui, qualunque siano le sue scelte o gli indirizzi politici. Nel mirino da qualche tempo ci sono i bojari (boiardi in italiano), membri dell’alta aristocrazia feudale, inferiori solo ai principi regnanti. Per lo zar, sono loro il male della Moscovia, e su di loro si abbatte l’ira delle sue milizie, gli opričniki.
Nonostante queste premesse e tutto ciò che conosciamo dell’attività politica di Ivan Il Terribile, Tolstoj disegna uno zar che ci appare anche come un animo turbato, per certi versi fragile, sotto una corazza che è costretto a indossare per non soccombere.
“Mi chiamano sanguinario, e non lo sanno che versando il sangue io grondo lacrime. Il sangue lo vedono tutti: è rosso e dà negli occhi a tutti. E il mio intimo pianto, invece, non lo vede nessuno: le lacrime incolori mi cadono sull’anima, e come la pece bollente me la bruciano e rodono fino all’ultimo mio giorno, incessantemente”.
Il contesto storico del momento, così truce per volontà dello zar, condizionato dalla paura di complotti ai suoi danni, è restituito con una grande accuratezza e dovizia di particolari nell’organizzazione amministrativa dello stato, nelle descrizioni degli usi e costumi, degli abiti indossati o delle credenze popolari.
Personaggi incredibili si muovono all’interno di una sceneggiatura ideata e realizzata in modo perfetto da Tolstoj. Quelli realmente esistiti si alternano ad altri nati dalla fantasia dello scrittore, ognuno con un proprio ruolo ben definito nell’economia della vicenda. Una menzione particolare è da riservare sicuramente al mugnaio stregone, personaggio sopra le righe, trasversale alla vicenda, a cui molti si rivolgono per ottenere consigli e informazioni.
La citazione che segue è piuttosto lunga ma la trovo perfetta per dare il senso dello stile descrittivo di questo autore, il quale ci presenta le peculiarità caratteriali del protagonista Nikita Romanovič Serebrjanyj attraverso il suo aspetto fisico.
“Negli occhi grigio-scuri, velati da ciglia nere, l’osservatore avrebbe letto un’eccezionale, inconscia e quasi involontaria impulsività, che non lo lasciava indugiare un solo istante in riflessioni, prima di passare all’azione. Le sopracciglia irregolari e folte, separate da un solco profondo, accennavano a un certo disordine e a una qualche discontinuità di pensiero. La bocca dalle linee piane, ma precise, esprimeva una fermezza onesta e irremovibile, mentre il sorriso era di un’ingenuità senza pretese e fanciullesca, così che lo si sarebbe potuto anche prendere per un essere di scarsa capacità intellettuale, se non fosse stata la nobiltà che traspariva da ogni suo tratto a testimoniare che sempre sarebbe riuscito a sentire col cuore quel che non fosse riuscito a comprendere col cervello.”
Il principe è un uomo retto e onesto, di sani princìpi morali, con una fede assoluta nelle azioni dello zar anche quando le stesse gli possono arrecare danno. Non evita lo scontro anche con i temuti opričniki per difendere la propria idea e l’integrità morale che gli appartiene.
“Egli condivideva la fede del suo secolo nella divina inviolabilità dei diritti di Ivan; si sottometteva a quella convinzione e, abituato più ad agire che a pensare, non si allontanava mai con premeditazione dall’ubbidienza dovuta allo zar, che riteneva rappresentante della volontà divina sulla terra. Ma nonostante questo ogni qualvolta egli si trovava di fronte a una evidente ingiustizia l’anima sua ribolliva d’indignazione e la franchezza innata trionfava su tutte le regole accettate per fede.”
Un romanzo classico che per stile e impostazione narrativa riporta alla memoria le produzioni di Alexandre Dumas, di Sir Walter Scott o Alessandro Manzoni. Atmosfere che ricordano le avventure di “cappa e spada”, con il preciso riferimento storico di base. Una storia bellissima in cui non mancano intrighi e complotti di corte, personaggi voltafaccia, untuosi leccapiedi capaci di svendere la madre per una migliore posizione nelle grazie dello zar, combattimenti e duelli all’ultimo sangue per la difesa dell’onore o la virtù di una donna amata.
Una storia avvincente in cui vengono esaltate le virtù positive dell’uomo: lealtà, onestà e integrità morale. I punti di vista si alternano tra i vari personaggi, permettendo al lettore di inquadrare la storia da angolazioni diverse, spesso opposte.
Ancora una volta il lavoro della casa editrice, che riporta in auge un titolo come questo, è encomiabile. Con Voci Riscoperte non si limita a ripubblicare grandi classici della storia della letteratura, ma ridona lustro, vigore e forza a romanzi spesso relegati in secondo piano. Come un grande affresco che necessita di restauro, pur visibile agli occhi del pubblico ma che non colpisce più per vividezza, Scrittura & Scritture riporta in vita l’opera con un lavoro minuzioso ma non invasivo.
“A ciascuno il Signore ha dato il suo: il falco ha una maniera di voltare, il cigno ne ha un’altra. Bisogna solo che in ogni cosa vi sia la verità.”
Editore : Scrittura & Scritture (11 marzo 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 464 pagine
ISBN-10 : 8885746330
ISBN-13 : 978-8885746336
Link d’acquisto cartaceo: Il principe Serebrjanyj
ho appena iniziato a leggerlo, un libro diverso dal solito, non di facilissima lettura e con una traduzione molto attenta ai particolari, mi sembra.
C’è la descrizione della Russia sotto Ivan il Terribile, una terra sconfinata, composita, dove la religione flirta con la magia, la favola e una crudele realtà. E c’è la Russia di sempre, degli zar come degli Stalin successivi.
la Russia, un coacervo di contraddizioni, in questo libro un affresco straordinario di un Paese straordinario nel bene e nel male sempre. Però non l’ho ancora finito, questa è solo la prima impressione.